Come trascorro la quarantena, #WirBleibenZuhause: Nicola Campanelli, istruttore di pilates e ballerino
Come trascorro la quarantena, #WirBleibenZuhause: Nicola Campanelli, istruttore di pilates e ballerino
a cura di Gabriella Di Cagno
Abbiamo intervistato alcuni italiani a Berlino, creativi e professionisti, chiedendo loro di rispondere brevemente a poche domande standard. Le risposte ci restituiscono la “fotografia” di una comunità che sta mostrando il volto migliore della socialità digitale e sfruttando al meglio le proprie risorse intellettuali. Speriamo che i lettori trovino nuovi spunti e che vogliano partecipare a questo dialogo con commenti sulla propria esperienza personale in tempi di pandemia CoronaVirus.
Nicola Campanelli
Nato a Napoli nel 1975
a Berlino dal 2012
Attività: danzatore/istruttore di pilates/giornalista/ex avvocato
Come trascorri il tuo tempo quotidiano in quarantena?
Uno dei miei crucci di sempre è quello di non disporre di tempo a sufficienza per poter dedicarmi agli svariati interessi che coltivo quando non sono occupato con le lezioni di pilates o immerso nella scrittura di qualche articolo sull’ultimo spettacolo di danza visto in teatro.
Sebbene in questo periodo non manchino valide ragioni per spendere le giornate autocommiserandomi per una serie di problemi che non sto qui ad elencare, ho deciso, invece, di pensare a quanto sia fortunato per il fatto di star bene e, conseguentemente, di approfittare del tempo e della solitudine forzata per fare le cose che solitamente sono costretto a trascurare. Così, oltre continuare a effettuare qualche classe di pilates online – esperienza del tutto nuova e un po’ strana – sto spendendo le ore preziose che ho a disposizione scrivendo un racconto a cui lavoro già da un po’, leggendo la pila di libri che si era formata accanto al letto e, grazie a un artista greco che mi ha coinvolto in un suo progetto, anche danzando – nel salotto di casa – per realizzare un video.
Insomma, a dirla tutta, il tempo sembra non bastarmi neanche adesso…
Quali nuove abitudini ha portato con sé questa quarantena?
Se solitamente, per i miei impegni di lavoro, giro tutta la città in bicicletta, da diverse settimane trascorro fin troppo tempo seduto. Per combattere questa sedentarietà, dato che qui a Berlino è ancora possibile uscire senza bisogno di autocertificazioni e non solo per recarsi al supermercato, ho iniziato a fare lunghe passeggiate in un parco che si trova vicino casa, cercando di percorrere tra i 6 e i 10 km al giorno. Certo, preferirei camminare su una spiaggia vicino al mare, ma sono contento di respirare aria pulita e perdermi nei miei pensieri mentre consumo le scarpe. Oltretutto questo inizio di primavera ci sta regalando bellissime giornate di sole che rendono meno triste quest’isolamento e molto gradevoli le mie passeggiate.
A quale delle tue abitudini non hai rinunciato?
Sebbene stia diventando sempre più selettivo nella frequentazione e nella scelta degli amici, traggo grande piacere e conforto dalle relazioni e dallo scambio umano con le persone che stimo e a cui sono legato.
È questa una delle principali ragioni per cui questa ‘clausura’ sta mettendo a dura prova la mia resistenza psicologica. Accettare l’idea di non poter andare a trovare la mia famiglia, di non poter stare con mio marito che è bloccato in Italia, di dover rinunciare a vedere e abbracciare gli amici più cari, mi costa molta fatica, ed è proprio per questo che l’abitudine a cui non ho voluto rinunciare è quella di prendere l’aperitivo in compagnia. Lo faccio attraverso una delle nuove applicazioni che consentono di vedere e parlare contemporaneamente con diverse persone.
Spero con tutto me stesso che non ci si debba abituare a questa nuova forma di comunicazione e che presto si ritorni a incontrarsi nelle piazze, in un bar o a casa per cenare tutti insieme, ma al momento, mi sento più sollevato al pensiero che esistano mezzi per sentirci meno lontani.
Quali riflessioni, e/o suggestioni per la tua attività, ti ha ispirato questa situazione?
Più che riflessioni strettamente legate alla mia attività professionale (ancora devo decidere cosa farò da grande), questa situazione, complici le passeggiate al parco, mi ha fatto realizzare che ciò che più desidero nel mio futuro è un contatto maggiore con la natura e una vita, almeno in parte, diversa, più semplice.
Vorrei tornare a vivere vicino al mare, mi piacerebbe avere un fazzoletto di terra dove affondare le mani e piantare pomodori, vorrei lo spazio sufficiente per mettere una sedia all’esterno, magari al sole, e scrivere all’aria aperta, vorrei poter vivere di ‘scambi’, vorrei poter trasferire le mie abilità agli altri (fosse anche semplicemente insegnare a fare l’impasto per la pizza) e creare una piccola comunità di persone con le quali condividere la mia stessa visione delle cose.
Ecco, questo è ciò che vorrei poter realizzare una volta che questo momento così difficile sarà passato.
Per ora, aspetto soltanto che l’emergenza passi e, mentre aspetto, auguro a tutti di star bene, di godersi le persone care se si ha la fortuna di stare insieme e di leggere o cantare più che ‘panificare’…
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