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Covid-19 in Germania: molti medici stranieri potrebbero aiutare, ma non possono

di Luana Pignato

Con il numero di pazienti affetti da Covid-19 in aumento, anche la Germania si trova a dover affrontare il problema della carenza di personale sanitario. E mentre da un lato cresce la richiesta di volontari, dall’altro molte cliniche si trovano costrette a rifiutare gli aiuti.

Secondo l’Associazione Tedesca degli Infermieri (DPV), nella Repubblica Federale Tedesca mancano 200.000 operatori sanitari negli ospedali, nelle case di cura e nei servizi ambulatoriali. Uno studio della Fondazione Bertelsmann parla di una carenza di 500.000 infermieri entro il 2030. La carenza di personale nell’imminenza della diffusione del Covid-19 è grande, con conseguente sovraccarico di lavoro, straordinari e un alto livello di malattia tra il personale infermieristico.

Eppure professionisti competenti, con una padronanza della lingua tedesca e già presenti nel Paese, non vengono assunti a pieno titolo perché la loro formazione estera non viene riconosciuta dalle autorità statali.

È il caso ad esempio di Alma Spahic, formatasi a Sarajevo, con quattro anni di esperienza alle spalle come infermiera in terapia intensiva in Bosnia, che invece di lavorare a pieno titolo, viene assunta solo come assistente in una clinica in Bavaria.

Rolf Höfert, amministratore delegato dell’Associazione tedesca degli infermieri (DPV) chiede dunque “l’ammissione immediata dei colleghi stranieri”. La vera domanda ora è: saranno disposte le autorità, per far fronte ad un’emergenza tale, a chiudere un occhio sulla fiscalissima burocrazia tedesca?

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