La crisi diplomatica tra Germania e Stati Uniti pare arrivata a un drammatico punto di svolta. Il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Kubicki (Fdp), infatti, ha chiesto al ministro degli esteri Heiko Maas di dichiarare l’ambasciatore americano sul suolo tedesco, Richard Grenell, “persona non gradita”. Ha inoltre chiesto a Maas di non permettere più “alcuna intromissione negli affari interni” della Germania.
Si prospetta dunque una possibile espulsione del diplomatico vicinissimo a Donald Trump, dopo un’escalation di tensioni innescate dalle dichiarazioni di Grenell in merito alle scelte politiche del governo tedesco.
Grenell aveva infatti criticato il progetto di bilancio presentato dal ministro delle finanze, Olaf Scholz, e in particolare il fatto che destinasse alla difesa una quota del PIL destinata ad arrivare solo all’1.3%, per poi ridursi, fino all’1.25%, entro il 2023.
“I membri dell’Alleanza avevano concordato di avvicinarsi al 2% entro il 2024 e non di allontanarsene” aveva a questo proposito dichiarato Grenell, per poi aggiungere “Che il governo federale pensi invece di ridurre il suo contributo, già di per sé inaccettabile, all’efficienza operativa militare, è un segnale preoccupante”.
Altra rimostranza era stata sollevata di fronte alla decisione, da parte del governo tedesco, di includere la multinazionale cinese Huawei nella costruzione della rete 5G in Germania, cosa che per Grenell potrebbe compromettere la collaborazione tra i servizi di intelligence dei due Paesi.
La risposta non si è fatta attendere ed è stata durissima. “Chi, da diplomatico americano, si comporta come commissario di una potenza d’occupazione” ha dichiarato il vicepresidente del Bundestag “deve sapere che la nostra tolleranza conosce anche dei limiti”.
Ha inoltre aggiunto, parlando con Focus Online “Noi siamo un Paese sovrano e non dobbiamo dare l’impressione che gli ambasciatori di altri Paesi possano determinare la nostra politica interna”.
Che decisioni ha preso la germania nei confronti di questa crisi diplomatica
Molto decisa anche Angela Merkel, che si è espressa sulle critiche al bilancio destinato alla difesa sostenendo che il parametro da considerare non debba essere quello della pianificazione finanziaria a medio termine, ma piuttosto la spesa di anno in anno, che viene sempre “corretta verso l’alto”. La cancelliera ha anche tuttavia aggiunto che “sarebbe un errore puntare sulle spese per la difesa in senso strettamente militare” e che la necessità è quella di “ragionare anche in termine di prevenzione delle crisi e di sviluppo”.
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Riguardo al caso Huawei, Angela Merkel ha invece dichiarato di non voler né discutere pubblicamente di questioni sensibili legate alla sicurezza, né di voler escludere un partecipante “solo perché viene da un certo Paese“.
Di conseguenza, pur sottolineando il fatto che il governo tedesco non sia “ingenuo” di fronte alla Cina, Paese in cui vigono “norme completamente diverse rispetto all’Europa”, la decisione è stata presa.
Critiche accese all’ambasciatore americano, intanto, arrivano anche dall’Spd. Carsten Schneider ha infatti definito Grenell “un caso di totale avaria diplomatica”.