Hildegard Knef, a vent’anni con i nazisti vestita da soldato, dopo la guerra stella di Broadway
A livello internazionale la sua fama è stata eclissata da quella della più celebre Marlene Dietrich, ma Hildegard Knef è stata un’altra famosa attrice tedesca approdata negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale e diventata una stella di Broadway.
Come Marlene, è nota anche come cantante e il suo più grande successo è stato “Für mich soll’s rote Rosen regnen”(Per me dovrebbero piovere rose rosse).
La sua aria sfrontata, la sua immancabile sigaretta, la sua voce sporca e calda al tempo stesso e il suo piglio anticonformista la rendono un personaggio ancora oggi amato da chi continua a subire il suo charme, per quanto la sua icona possa dirsi ormai pare di un “pantheon” prevalentemente tedesco.
Hildegard Knef alla Battaglia di Berlino
Pochi però sanno che durante la battaglia di Berlino, quando era all’incirca ventenne, la Knef partecipò vestita da soldato alla difesa del quartiere di Schmargendorf (a Charlottenburg), supportando i nazisti al fianco del suo fidanzato, Ewald von Demandowsky.
L’uomo, membro del partito nazista e di uno dei dipartimenti legati alla propaganda cinematografica di Goebbels, fu in seguito condannato a morte da un tribunale sovietico e nel 1946 venne fucilato a Berlino, nel quartiere di Lichtenberg.
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Prima di morire, tuttavia, l’uomo assicurò alla Knef la protezione di Viktor de Kowa, attore, regista e cantante tedesco vicino al regime, che tuttavia dopo la guerra riuscì ad avere, nonostante il suo passato imbarazzante, un’insperata fortuna cinematografica e teatrale.
La fortuna dopo la guerra
La stessa fortuna a quanto pare arrise alla Knef, che fu e resta l’unica attrice tedesca ad aver avuto un ruolo da protagonista a Broadway.
Tra il ’54 e il ’56 fu infatti scritturata per il ruolo principale di “Ninotschka“, musical di Cole Porter altrimenti noto come “Silk stockings“, la cui trama era stata resa immortale da Greta Garbo, prima della guerra, nel famosissimo film di Lubitsch.
La Knef fu anche la prima tedesca a comparire sulla copertina di “LIFE magazine” e prima di partire per gli Stati Uniti, nel 1948, fu anche la protagonista del primo film tedesco post-bellico, “Die Mörder sind unter uns” (Gli assassini sono tra noi).
Il rapporto con Berlino
Il rapporto con Berlino, tuttavia, non si indebolì mai e “Die Knef”, come presero a chiamarla affettuosamente e quasi con deferenza i suoi connazionali, continuò a tornare periodicamente nella capitale tedesca, attratta dal richiamo dei luoghi in cui era crsciuta e che seppe descrivere così bene in tutta una serie di brani come “Berlin, Dein Gesicht hat Sommersprossen” (Berlino, il tuo viso ha le lentiggini), “In dieser Stadt” (in questa città) e “Heimweh nach dem Kurfürstendamm” (Nostalgia di Kurfürstendamm). Tutti segni, questi, di un legame mai reciso con una città che, nel bene e nel male, segnò tutta la sua vita e in cui l’artista tornò definitivamente dopo l’unificazione. Oltre che sul Kurfürstendamm, la Knef abitò a Grunewald, Dahlem e Zehlendorf. E proprio nel Waldfriedhof di Zehlendorf è sepolta, dopo essere morta all’età di 76 anni a seguito di una patologia polmonare.
Una leggenda riportata da “Berlin Companion” (Notmsparker’s), dice che a volte sulla sua tomba, che si trova al N. 039/685 del cimitero, si sente riecheggiare la sua poderosa e inconfondibile risata.
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