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Intervista ai Verdena: “Berlino cambia in continuazione”

di Lucia Conti

Proporre un’intervista ai Verdena significa innanzitutto parlare della loro storia, la storia di una band alternative diventata notissima e formata dai fratelli Ferrari, Alberto e Luca, e da Roberta Sammarelli. L’album di debutto, “Verdena”, prodotto da Giorgio Canali, vende più di 40.000 copie. Il secondo album, “Solo un grande sasso”, prodotto da Manuel Agnelli, guadagna la sesta posizione della classifica FIMI. Il terzo album, “Il suicidio del Samurai”, si colloca ai primi posti della top ten italiana e viene in seguito pubblicato in Svizzera, Germania e Francia. Seguono “Requiem” e “Wow”. Il nuovo album, “Enkadenz”, è uscito in due volumi nel 2015. Li abbiamo intervistati in vista del loro prossimo concerto berlinese, che si terrà al Bi Nuu il 26 maggio.

Quante volte avete già suonato a Berlino? Cosa pensate della città?

Abbiamo già suonato molte volte a Berlino, nel 2005 al Kato di spalla al gruppo americano Dredg, nel 2007 al Lido come supporto al gruppo inglese Biffy Clyro e da soli al Magnet e al White Trash Fast Food, e infine nel 2011 al Comet Club.

Ci siamo sempre trovati molto bene in questa città e l’abbiamo vista cambiare ogni volta che ci siamo tornati. A livello europeo è sicuramente una delle città più interessanti sotto ogni punto di vista.

Come vivete le trasferte internazionali?

Le viviamo come una sfida. In Italia siamo abbastanza conosciuti, per noi uscire dal nostro Paese significa rimetterci in gioco e cercare di conquistare un pubblico nuovo. Purtroppo, cantando in italiano, è difficile richiamare l’interesse del pubblico straniero, ma il nostro scopo è proprio quello.

”Endkadenz” è un doppio album e un progetto molto ambizioso. Come è nata questa idea sicuramente non comune?

In realtà dopo il doppio disco “Wow” del 2011 non avevamo intenzione di fare un altro doppio album, ma durante la fase di scrittura tra il 2012 e il 2013 abbiamo scritto una trentina di brani, abbiamo deciso di registrarli tutti e decidere alla fine quali scremare. Concluse le registrazioni ci piacevano tutti e non ce la sentivamo di accantonare nessun brano, da qui l’idea di fare uscire due volumi a distanza di qualche mese.

Siete forse una delle ultime band alternative con numeri da mainstream. Come avete visto cambiare la scena musicale, da quando vi siete formati?

Più che la scena musicale abbiamo visto cambiare la società e le usanze del pubblico. Quando uscì il nostro primo disco, nel 1999, internet non era così diffuso e la gente comprava ancora i dischi. Ci riteniamo però fortunati, perché nonostante tutto abbiamo un pubblico affezionato che ancora apprezza comprare il disco fisico e che ci segue nei concerti.

Cosa c’è di interessante nel panorama musicale italiano, al momento?

Nell’ultimo anno abbiamo apprezzato tantissimo il disco “DIE” di Iosonouncane.

Le prevendite – consigliate – sono disponibili on-line su www.koka36.de e fisicamente presso il Wale Cafè a Neukölln.
Il prezzo del ticket è di 15 euro (compresi diritti di prevendita), mentre direttamente in cassa la sera del concerto il costo sarà di 18 euro.

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