Denti, una cartolina da Mitte
Sogno atroce cui si guarda con terrore è quello di perderli e frantumarli: denti che si spezzano e cadono.
Ma non qui.
Qui i denti sono affilati, grandi quanto il braccio di un bambino.
Aguzzi, triturano l’erba lontanissima, foglie grasse ridotte in poltiglia e masticate come si fa con il chewingum.
Denti che affondano nel collo della preda, ferendola a morte.
Denti da mostrare in segno di minaccia e in cui riposa il primitivo istinto dell’aggressività.
Incastonati in questo cranio, nudo come un ginocchio, sembrano fatti di pietra.
Tale è la roccia grezza e lavica di cui è composta la terra prima di ribollire e muoversi.
Una terra che ora, a guardarla dalla prospettiva di 65 milioni di anni fa, indietreggia nel tempo e ci parla come dalla nota più bassa del suo diapason.
Si fa lontanissima, quanto Dio.
Tutti hanno paura di qualcosa, nella notte scura dei tempi.
Anche di quello stato di ferocia accovacciato nella fantasia, quando è intenta a ricreare l’immagine del mondo dal quale, pure, proveniamo.
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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.
Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.
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