Il più grande colosso del retail online, Amazon, non si ferma più: dal prossimo maggio, nella capitale tedesca, sarà attivo un servizio espresso di consegna che permetterà ai clienti di ricevere la merce in meno di due ore.
Questo è quanto ufficiosamente riportato dal quotidiano Die Welt, lo scorso sabato.
Una notizia supportata dalle dichiarazioni che un’anonima agenzia di consegne avrebbe fatto alla stessa testata nazionale, informandola di essere stata contattata dal più grande e-commerce del mondo per gestire il traffico di merci metropolitano.
Ad ulteriore sostegno di questa “soffiata”, circolano poi ulteriori rumors in merito ad un ipotetico nuovo magazzino allestito in Kurfürsterdamm per lo smistamento di oltre 10000 differenti articoli all’interno dei confini urbani.
Insomma, tutto sembra confermare le voci di corridoio diffuse a Pasqua dalla stampa tedesca.
L’eventuale utilizzo di un nuovo vettore per le consegne espresse on-demand rappresenterebbe di certo una minaccia per DHL (attuale gestore della delivery per il territorio tedesco) ma anche e soprattutto per il commercio tradizionale e la piccola e media imprenditoria autoctona, che finirebbero per essere messi duramente a repentaglio da quest’ultima mossa commerciale dell’azienda fondata da Jeff Bezos.
Amazon, dal canto suo, per bocca di uno dei suoi portavoce, così risponde:
“Non possiamo confermare nulla di tutto questo, al momento”.
Ma lo scoop sembra tutto fuorché inverosimile se si pensa che in molte città americane e nella stessa Londra il programma di fidelizzazione Prime prevede tra i suoi servizi esclusivi la consegna della merce in un’ora. Considerando poi che la Germania è per Amazon il primo mercato europeo, l’estensione di un tale servizio di consegna express nel territorio berlinese, acquista dunque sempre più consistenza.
Certo è che, dopo le polemiche e le inchieste degli scorsi anni sulle condizioni dei dipendenti nei magazzini – turni di lavoro massacranti, condizioni di lavoro insostenibili, controllo dei lavoratori affidato a guardie neo-nazi – questa svolta non lascia di certo presagire un futuro miglioramento dei loro diritti sindacali.
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