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Colori, suoni e sensazioni di una serata d’autunno a Berlino

di Valerio Polani

È una sera d’autunno in ottobre e il rumore di questa bici sgangherata, stasera, è il mio unico amico.

Semaforo rosso.

La luce dei lampioni riflessa sulle distese di foglie in terra le fa brillare e dona alle strade i colori del giallo e del marrone, in una scala di graduali sfumature.
Una leggera folata di vento spazza via alcune delle foglie; si alzano da terra, formano un piccolo vortice e poi tornano tutte a giacere in terra qualche centimetro più in là.

È verde.

Posso proseguire.
Fiero riprendo la pedalata, mentre la mia testa, accompagna e segue il tempo del rumore che fa la bici come fosse una melodia.

Voci arabe che sento sempre più vicine, in un attimo tornano ad allontanarsi.
L’odore di narghilè prima mi inebria e poi mi abbandona.

Un murales riempie l’intera facciata di un palazzo.
Non l’ho mai visto prima, è minimalista e le sue linee sono semplici, ricorda molto una margherita e mi piace pensare che lo sia.

Un susseguirsi di ristoranti di diverse etnie mi accompagna ambo i lati.
Sono quasi tutti chiusi e le loro insegne, che vedo di sfuggita, sono arabe, asiatiche, poi greche, poi italiane…

Giro a destra, sampietrini nel suolo.
Per un attimo penso a Roma, mentre la bici rimbalza su e giù come in una giostra per bambini.
Non credevo ce ne fossero anche qui.

All’angolo c’è un bar con luci rosse fioche e una musica delicata che dall’esterno si sente appena.
Al bancone, una ragazza bionda sembra intrattenere l’unico cliente che, forse alticcio, gesticola con una bottiglia di birra in mano.

Un ragazzo scalzo attraversa la strada  mentre poco più in là, sopra uno di quei cartelli in cui viene scritto il nome della via, un pupazzetto a braccia aperte sembra voler spiccare il volo.

Non so perché, ma la sua vista mi trasmette malinconia.

Freno, voglio osservarlo.
Al fermarsi della bici, in un attimo cala il silenzio.
Il mio unico amico di stasera ha appena smesso di far rumore. La sua melodia mi ha lasciato, non più musica nella mia testa eppure non mi sento solo.
Berlino, ti ho scoperta stasera.


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8 del mattino, Friedrichsfelde Ost

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