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“YO! Sissy” Festival. Quando la Berlino queer diventa internazionale

by Lisa Wassaman
Peaches, photo by Lisa Wassmann

di Annika Kreusch

Lo “YO! Sissy” è un festival internazionale di musica queer che si tiene a Berlino. Destinato a tutti, “lesbiche, gay, bisessuali transgender e amici etero”, l’evento declina ogni possibile identità e attira pubblico da tutto il mondo con musica, danza, cibo locale ed eventi di ogni tipo. Dal pop all’hip-hop, dal rock all’electro, quest’anno lo “Yo! Sissy” presenterá almeno 40 live acts e si terrà il 29 e il 30 luglio alternando DJ, MC, drag queen e drag king. Lo scopo del festival è quello di promuovere la diversità come valore e incarnare lo spirito di quella Berlino gay-friendly che è nota in tutto il mondo. Il tema di quest’anno è “balliamo insieme”.
Abbiamo intervistato i due fondatori del festival, Pansy e Sampson.

Siete gli organizzatori del Festival, ci raccontate chi siete e come avete avuto quest’idea?

Pansy: Sono Pansy, o meglio, produco e rappresento all’interno dei miei drag show il personaggio della drag queen Pansy. Lo faccio ormai da circa cinque anni. Sono americano e quando mi sono trasferito a Berlino all’inizio non ho visto in giro spettacoli a cui ero normalmente abituato. Invece di lamentarmi, però, ho deciso di creare io stesso quello che faticavo a trovare altrove. Un aspetto bellissimo di Berlino è che, se ne hai davvero voglia, puoi creare ed essere qualunque cosa desideri. Ho quindi iniziato a produrre moltissimi drag show, tutti diversi tra loro, e dance party animati dalla stessa mentalità. Anche Sampson stava facendo qualcosa di simile, sebbene in modo diverso, così ci siamo uniti per creare qualcosa che legasse tutto.

Sampson: Quando sono arrivato a Berlino, nel 2000, la città aveva questa grandissima scena electro che in pochi anni è diventata qualcosa di spettacolare. C’era una sorta di incredibile vibrazione musicale che  si collegava perfettamente alla “filosofia queer” della città. Non so perchè ma questa cosa è come morta, qualche anno dopo, anche se non credo sia solo un problema di Berlino, visto che anche in altre città è successo la stesso. Per questo, avendo percepito che qualcosa ormai mancava, volevo restituirla alla città creando qualcosa di fresco, un nuovo tipo di energia. Ed è questo è il motivo per cui ho deciso di organizzare lo “YO! Sissy” Festival.

Pansy e Sampson, by Alexander Coggin
Pansy e Sampson, photo by Alexander Coggin

Come avete cominciato, concretamente?

Pansy: è iniziato tutto due anni fa. Stavamo portando a spasso i nostri cani (ridono, n.d.r.) e abbiamo semplicemente avuto questa idea. A quel tempo non avevamo nulla, niente risorse, niente sostegno, abbiamo creato il festival praticamente dal nulla. Abbiamo entrambi molti amici nella scena musicale. Sampson aveva un paio di band, a Berlino, io producevo drag show che coinvolgevano sempre dei musicisti e avevamo molti amici che facevano cose davvero straordinarie. Nella Berlino queer di matrice underground c’è una scena musicale speciale, che proprio adesso è viva, e a parte questo ci sono artisti di fama consolidata, come Peaches o Aerea Negrot, che considerano Berlino la loro casa. Così abbiamo pensato di creare qualcosa che unisse tutte queste persone.

A chi è destinato lo “Yo! Sissy”?

Sampson: Abbiamo creato questo festival per e come parte di Berlino. Ovviamente il nostro target è principalmente queer, ma chiunque sia interessato è il benvenuto! Abbiamo organizzato questo evento perché sentivamo che nel nostro particolare ambito qualcosa mancava e volevamo mostrare a tutti quanto talento si esprime in questo contesto. Quindi vogliamo dire a tutti: “venite a divertirvi con noi e state a vedere come lo facciamo”.

Pansy: L’anno scorso il festival è stato davvero variegato, tra le cose più variegate che abbia visto a Berlino. C’erano persone di ogni nazionalità, razza e tipologia e noi eravamo orgogliosi e sopraffatti vedendoli tutti ridere, ballare e divertirsi insieme. E quindi, davvero, tutti sono i benvenuti, se condividono i valori che stiamo cercando di promuovere. L’anno scorso continuavamo a ripetere che avremmo offerto un weekend “completamente privo di stronzi” e così è stato. Tutti erano felici e stavano bene insieme e si godevano ogni momento vissuto insieme. Non avevo mai visto un party di quelle dimensioni privo di incidenti. Normalmente, quando molte persone si riuniscono, a volte capita qualche zuffa, ma nel nostro caso tutto è andato liscio come l’olio.

Photo by Lisa Wassman
by Lisa Wassmann
Peaches, photo by Lisa Wassmann

Dove si terrà il festival?

Pansy: Una delle idee principali del festival è di mostrare i differenti tipi di club e di vita notturna che Berlino offre, così quest’anno l’evento avrà luogo al Musik & Frieden e al Postbahnhof. Ciascuno di questi due club ha tante stanze con diversi palchi, quindi avranno luogo diversi eventi nello stesso momento. Non siamo ancora cresciuti al punto da avere un festival all’aperto, ma ognuno di questi due club ha comunque uno spazio esterno. Abbiamo diversi tipi di performance e diverse stanze con diversi tipi di musica.

Ci anticipate qualcosa di speciale che avrà luogo quest’anno?

Sampson: la cosa più bella di questo progetto è che abbiamo un grande senso della comunità. Vivo a Berlino da sedici anni e non l’avevo mai sperimentato in questo modo. Una parte importante del festival, per noi, è creare questo “paese delle meraviglie” utilizzando gli spazi della città, che in questo modo vengono trasformati nella nostra particolarissima wonderland. Ed è questo spirito comunitario ad aver aggregato tutti coloro che hanno reso quest’esperienza possibile. Pensa che abbiamo cercato dei volontari e ci siamo ritrovati ad avere trenta persone disponibili a creare per noi costumi fantastici e a trasformare gli spazi in modo straordinario. Questo è quello che abbiamo offerto l’anno scorso e questo è quello che offriremo quest’anno. Vogliamo che la gente esplori il nostro spazio  “fuori dal mondo” e che si diverta.

Vi è mai capitato di scontrarvi con l’omofobia?

Pansy: Beh, omofobia e transfobia sono ovunque, non importa in che città si vive. In passato io sono stato picchiato sia quando ero in drag, sia quando non ero in drag, ma per quanto riguarda Berlino non si può negare  che sia una città molto aperta, è stata una “Mecca queer” sin dagli anni venti e penso che questa mentalità non sia mai cambiata. Una cosa che mi fa sempre ridere, però, è quando sento parlare anche qui di episodi di omofobia o transfobia e qualcuno dice: “non posso credere che sia accaduto a Berlino!”. Queste cose accadono ovunque, ci sono stronzi in tutto il mondo, va detto. E questa è una delle ragioni per cui siamo così “rumorosi”, colorati e appariscenti, quando promuoviamo il festival, perché questo tipo di visibilità è importante. Ci esprimiamo in questo modo in questa città perché a Berlino ci sentiamo tranquilli, ma non neghiamo comunque il desiderio e il bisogno di spostare ancora di più i confini della nostra libertá.

MYKKI by Bruno Staub
MYKKI, photo by Bruno Staub
Le1f by Eric Johnson
Le1f, photo by Eric Johnson

 

 

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