di Lucia Conti
È ancora un mistero la morte del ragazzo spagnolo di 26 anni ucciso sabato scorso ad Oranienplatz. Alejandro G., che viveva a Berlino da circa un anno, aveva appena passato la sera in un bar di Kreuzberg insieme a due connazionali. All’improvviso, mentre camminava per strada, i suoi amici e alcuni passanti lo hanno visto barcollare e poi cadere a terra. Hanno quindi notato che era stato accoltellato da uno sconosciuto, intercettato per qualche secondo e fuggito prima di poter essere fermato. Nonostante l’intervento dell’ambulanza, Alejandro è morto in ospedale, diverse ore dopo. Al fine di identificare l’aggressore, che indossava un cappello grigio e un cappotto lungo, la polizia è tornata nella zona in cui è accaduto il fatto e ha distribuito poster con la foto della vittima e una richiesta di aiuto rivolta ai residenti. Il fine è quello di trovare testimoni capaci di integrare con nuovi dettagli la vaga descrizione su cui al momento si concentrano le indagini. Il colpevole sarebbe un uomo tra i venticinque e i trent’anni, alto circa un metro e ottanta o poco meno, di corporatura esile, con la barba corta e la carnagione scura (“südländischer Typ ”, recita testualmente l’identikit, scritto in tedesco, arabo e turco).
Alejandro, originario dell’Ecuador, ma con famiglia residente a Saragozza, era venuto a Berlino per studiare tedesco.