Berlino si affaccia sul mare: il viaggio immaginario di Roberto Giardina per l’Europa
Berlin liegt am Mittelmeer, ovvero Berlino si trova nel Mediterraneo: questo è il titolo del libro di Roberto Giardina, giornalista e scrittore che da molti anni vive e lavora in Germania, presentato ieri presso l’Istituto italiano di cultura della capitale tedesca, nel corso di un dibattito-intervista condotto dall’attrice e drammaturga Elettra di Salvo.
Quest’opera è il frutto della traduzione nella lingua germanica di parti di suoi precedenti libri – L’altra Europa, L’Europa e le vie del Mediterraneo e Itinerari erotici – tutti pubblicati in Italia da Bompiani, e che a Berlino vede la luce per le stampe dell’editore Avinus.
No, il significato del titolo non è un ossimoro, come potrebbe sembrare a prima vista. Lo si può già intuire a partire dal sottotitolo: Un viaggio immaginario attraverso l’Europa. In un viaggio infatti ci conduce l’autore, partendo da Creta, la terra in cui tutto ciò che si è sviluppato nel vecchio continente ha avuto origine, per poi passare dalla sua terra natìa, la Sicilia, e salire pian piano lungo tutto lo Stivale; varcate poi le Alpi in Svizzera, luogo di passaggio, arriva in Germania, visitandone le città principali. Approda infine alla sua meta, Berlino per l’appunto.
L’Europa dunque, così antica ma anche così piccola, geograficamente parlando. Quella di Giardina non è un’Europa dei confini nazionali, bensì quella dei popoli dove, a ben guardare, ci si accorge che le similitudini fra i luoghi e le usanze dei suoi abitanti sono in realtà ben maggiori di quanto si possa immaginare.
Così, ad esempio, si comprende perché a Berlino si trovino opere architettoniche neoclassiche di Schinkel, apparentemente ispirate alla Grecia, pur non essendo mai stato il famoso architetto prussiano in quel Paese: l’aveva semplicemente immaginata, mitizzandola.
Stessa cosa per le opere letterarie di Goethe, che più in là della Sicilia non si era mai spinto. In ogni luogo dunque si può trovare un misto di realtà e fantasia, così come gli scambi culturali e storici hanno forgiato l’intero continente. Oggi più che in passato i confini hanno perso il loro significato letterale.
Uomini di tutte le nazioni si spostano oltre le proprie frontiere, contribuendo ancor più a questo scambio culturale e sociale, rendendoci tutti cittadini di una sola nazione ideale. Nel Settecento Immanuel Kant non si spostò mai dalla sua Königsberg eppure, dalle notizie che riceveva da corrieri, riusciva a crearsi un quadro di posti anche lontanissimi, certamente immaginandoli, ma rendendoli in fondo un po’ a suo modo reali e più vicini di quanto non lo fossero.
Giardina, alla fine del suo viaggio, come già molti altri italiani prima di lui, Pirandello in testa, approda a Berlino. La città di Marlene Dietrich, figlia mai amata eppure così tanto legata a questa sua città “madre”. E proprio come tutti i figli hanno alcune caratteristiche dei propri genitori, così questi ultimi sono uno specchio amplificato dei pregi e dei difetti della loro prole.
Berlino, questa madre-madrigna dell’attrice Marlene, è anch’essa una diva, e come tutte le dive ci affascina, ci seduce, ci rende un po’ suoi schiavi, pur non essendo bella come altre sue consorelle-rivali in Europa.
La si ama a prescindere, perché è diversa, perché è strana, perché non è una Metropoli, perché è tutto e non è nulla. È una parte di noi, da qualunque luogo di origine si provenga ed in lei ci riconosciamo sentendoci a casa. Sì, Berlino è decisamente al centro del Mediterraneo.
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