Quando la danza contemporanea diventa AUREA

Bellydance 09/2009

di Emma Minarelli

Berlino si è dimostrata essere recentemente una calamita per la sperimentazione artistica di vari settori e tra questi, la danza ha trovato qui una dimensione ottimale.

Questa settimana da giovedì 5 a domenica 8 marzo 2015 presso Dock11, luogo di punta nel panorama della danza berlinese, verrà presentato il progetto AUREA con coreografia e danza di Emanuele Soavi, di origini ferraresi e attivo in Germania dal 1996, in collaborazione con la regia di Susanne Linke, icona del teatro-danza tedesco. Il pezzo, che dischiude la serie pluriennale THE HABIT CYCLES di ricerche sul movimento, si sviluppa attraverso il confronto tra temi opposti: ordine/struttura e caos/incertezza. Traendo ispirazione dal Principio di Sectio Aurea, tecnica per definire il rapporto tra grandezze in proporzioni geometriche esteticamente ideali, la realtà viene analizzata attraverso l’esigenza di trovare una perfezione nel caos, una libertà nei limiti. Soavi ha cercato di estendere questa ricerca dell’ordine nel disordine alle espressioni delle vita umana quali la società, la politica, la scienza, la religione e la natura, sempre alla ricerca costante del significato ultimo della vita stessa. L’indagine è associata alle atmosfere e ai movimenti minimalisti guidati dalla esperienza di S. Linke e alla musica di J.S. Bach suonata dal vivo dal pianista T. Wansinng, ponendo i presupposti di una coinvolgente interazione tra gestualità, strutture/disordine e ritmicità musicale.

Il centro Dock11, oltre ad offrire un ampio ventaglio di corsi, dai principianti ai professionisti, organizza quasi con cadenza settimanale interessanti workshops di danza contemporanea, improvvisazione e performance. Quello che, tuttavia, contraddistingue Dock11 dai numerosi atelier berlinesi è il presentare durante l’intero corso dell’anno spettacoli di danza. Offrendosi come piattaforma per residenze artistiche, per nuove produzioni o per collaborazioni, il centro investe risorse e spazi in favore della danza e delle possibili interazioni di essa con il teatro, la musica e l’arte visuale. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la performance AUREA ed i suoi protagonisti.

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Emanuele Soavi, classe ’73, iniziati gli studi di danza nella sua città natale, Ferrara, si trasferisce per seguire corsi di perfezionamento prima a Firenze presso il Balletto di Toscana diretto da C. Bozzolini poi a Reggio Emilia presso AterBalletto. Nel 1996 viene scritturato per la prima volta nella produzione del Teatro dell’Opera di Roma al fianco di R. Paganini; nel 1997 presso il Teatro La Fenice di Venezia con G. Carbone. Dal 1998 si trasferisce in Germania e fino al 2001 fa parte del Dortmund Ballet, sia come ballerino solista e assistente coreografo poi; dal 2001 al 2006 è membro dell’Introdans Company in Olanda, grazie alla quale danza e collabora con i coreografi tra i quali Jiri Kylian, William Forsythe, Mats Ek, Nacho Duato, Renato Zanella e Karole Armitage. Inizia così a definirsi la sua attività di coreografo, diventando membro dal 2003 al 2011 del MovingTheatre di Colonia, dove ha creato complessivamente 12 produzioni e co-produzioni internazionali presentate in occasione di festival europei. Dal 2006 lavora come coreografo freelance per varie compagnie e teatri, tra cui Staatstheater am Gärtnerplatz München e Theater Aachen (D), ARTEz Dance Company Arnheim (NL), MicheleMerolaCompany e AGORA-Project Reggio Emilia (IT). Nel 2009 con la performance SITE SPECIFIC vince il “Kӧlner Tanzpreis” (Cologne Dance Awards), nel 2011 è il primo ballerino che ha ricevuto il “Kӧlner Darstellerpreis” (Cologne Award for Best Performer) per l’interpretazione delle sue coreografie PANcomplex e REVOLVERidentities.

Bellydance 09/2009Nel 2012 fonda la Emanule Soavi Incompany a Düsseldorf, per la quale si dedica alla composizione di un ciclo di coreografie MYTH PROJECT terminato nel 2014. In parallelo procede nello sviluppo di assoli, come PANcomplex nel 2011 e BLACKBIRDBOY nel 2012. Continuano a studiare la dualità offerta dal binomio illusione/realtà sul palcoscenico ed indagando sul ruolo dell’apparenza e dell’espressività umana, crea alla fine del 2014 il terzo assolo AUREA.

Tale percorso ha dotato il ballerino di una forte presenza scenica e di una capacità gestuale tesa alla ricerca di una espressività più profonda del movimento.

Queste condizioni si incontrano con l’eccezionale carriera della ballerina e coreografa tedesca S. Linke che rappresenta l’anello di collegamento tra l’espressione coreutica prima della guerra e il teatro-danza contemporaneo in Germania.Lei inizia la sua educazione con Mary Wigman a Berlino, poi nel Folkwang Tanzstudio in Essen diretto dal 1970-73 da Pina Bausch, dove sviluppa i suoi primi lavori coreografici ed alcuni assoli che ottengono approvazione internazionale. Invitata a comporre coreografie per Josè Limón Company (US), Kibbutz Company (Israel), Groupe de Recherche Chorégraphique de l’Opéra de Paris (FR) e Nederlands Dance Theatre (NL), agli inizi degli anni ’90 fonda la Susanne Linke Company. È stata insignita nel 2007 del German Dance Prize per meriti verso la danza moderna e nel 2008 L’Officier de l’orde pour les Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura Francese. Attualmente continua la sua attività di coreografa in teatri e compagnie europee, all’interno di co-produzioni come nel 2004 per Atelier de Carolyn Carlson (FR), riproponendo i suoi assoli storici ed interagendo con altri settori artistici, come la collaborazione dal 2001 con la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. La sua danza ha come soggetto fondamentale l’esistenza umana colta nelle sue sfumature, il confronto con sè stessa e l’ambiente circostante, nel costante sforzo di carpire il senso più intimo della vita.

E sono queste le basi che conducono alla realizzazione dello performance AUREA. Grazie alla magistrale esperienza della Linke sulle potenzialità offerte dal linguaggio dei movimenti inserite nel corpo e nella espressività di Soavi, la performance ruota attorno al concetto della ricerca di un equilibrio all’interno della disarmonia e come questa indagine possa riflettersi negli aspetti della vita. Il principio matematico, come armonia estetica di composizione, è allora un espediente perché all’origine si pone quell’incessante necessità di trovar risposte al significato dell’esistenza umana.