URBAB – Paesaggi vaghi e la storia di una ex stazione di testa
Le stazioni di testa sono uno degli oggetti urbani che Berlino ha dovuto faticosamente metabolizzare dopo la loro dismissione.
Si tratta di vaste aree ingombranti per il tessuto urbano contemporaneo, edifici e zone che non posso più adempire alla funzione per la quale sono state progettate, diventando fatiscenti.
L’inserimento di Berlino nella moderna infrastruttura su ferro del XIX secolo ha profondamente cambiato l’immagine della città, le grandi stazioni di testa hanno lasciato cicatrici impresse sul tessuto. Dopo la seconda guerra mondiale gran parte di questa infrastruttura era in eccesso. Alcune aree furono lasciate in rovina, altre furono trasformate in parchi o restituite allo sviluppo futuro della città. La dismissione delle stazioni ferroviarie, definitivamente sancita dalla distruzione dell’edificio monumentale dell’Anhalter nel 1961, ha avuto come conseguenza la crescita di una vegetazione spontanea che ha continuato a svilupparsi indisturbata.
L’area del Nordbahnhof è il sito in cui sorgeva una stazione di testa chiamata Stettiner Bahnhof, il cui edificio è stato demolito tra il 1956 e 1962.
L’area si estende lunga e stretta da nord a sud, è una zona di confine, una no-man’s-land, di limite, racchiusa in un muro di mattoni che rialza il fascio di binari dalla strada di circa tre metri. Dalla strada appare come un rigoglioso enorme contenitore di natura.
Dopo la caduta del muro, l’area calò in un profondo sonno fino al 2004. In questi anni la natura ha proseguito il suo corso indisturbata diventando presto una giovane foresta di betulle.
Il concorso per metabolizzare questa vasta area incolta venne pubblicato nel 1995.
La città, li sulle rovine dei binari voleva un parco in grado di valorizzare quello che negli anni del sonno la natura spontanea aveva creato.
Il concorso venne vinto dalla studio di architettura del paesaggio Fugmann & Janotta, il leitmotiv del progetto era “Die große Wiese am Nordbahnhof”, ovvero un grande prato su Nordbahnhof. Il progetto doveva confrontarsi con la duplice natura del luogo: quella del fantasma della vecchia infrastruttura come pure il polveroso ricordo della terra di nessuno che una volta fu.
Nel parco ci sono continui riferimenti alla storia del sito, i binari sono talvolta ancora riconoscibili sui tracciati ciclo-pedonali. Tra le giovani betulle si incontrano quelli che i progettisti chiamano “Natursteinkubus”, ovvero dei cubi di pietra naturale. La cicatrice lastricata del muro si ritrova per tutta l’area.
Dal parco si intravede la città, la torre della televisione domina lo skyline guardando verso sud. Da qui sembra di poter spiare la città senza essere visti. Nonostante il parco sia stato progettato e disegnato, rimane un alone di quel fascino della “Stadtbrache”, di quel vuoto alla berlinese che per natura propria non è progettato.
Le erbe alte d’estate ricoprono le zone lasciate libere, e si ha l’impressione di essere in un luogo in cui la natura non è stata dominata.
Camminando si incontrano e intravedono le tanti sfaccettature della storia che viene meravigliosamente svelata del design del parco.
Giovane foresta di betulle, in un antico e simbolico deserto urbano. Da scoprire senza ombra di dubbio, fai però per favore un articolo dove descrivere gli odori, si gli odori di questa terra nuova. Antonio da Castiglione ds MN