“La musica a Berlino è il mio Piatto Forte”

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di Luigi Huober

Per i cosiddetti „neue Berliner“, i nuovi berlinesi provenienti dal Bel Paese, si sa, il primo approccio con la vita nella „Bundeshauptstadt“ non si presenta come uno dei più facili.

Il clima è inclemente, la lingua autoctona quasi impossibile da imparare. A questi aspetti, non poco rilevanti,  si aggiunge anche il recente aumento del costo della vita, che va di pari passo con la riduzione delle chance di trovare un appartamento e un lavoro ben remunerato. Tra i nuovi arrivati e il sogno berlinese, negli ultimi anni, si frappongono quindi degli ostacoli difficili da superare.

A questi problemi che potremmo definire „logistici“ si affianca anche una sorta di reazione, oppure di opposizione, da parte di quelli che si considerano „Berliner di vecchia data“, rappresentati da quegli  italiani, che trasferitisi tra gli anni ’80 e ‘90 sull’onda della „Wende“, dei grandi cambiamenti successivi alla caduta del Muro che hanno interessato la vita della Capitale e della società tedesca, mostrano nei confronti dei nuovi arrivati  una certa insofferenza, soprattutto nei confronti di quei „Künstler“ che provano a trovare la via del sucesso nella città più trendy d’Europa.

Di sicuro, per coloro che hanno a lungo faticato per imparare la lingua e per conquistarsi un posto nella società, e perchè no, anche nello show business berlinese, se da un lato è seccante vedere come i nuovi arrivati facciano facilmente a meno del tedesco, si comportino da berlinesi navigati pur non riuscendo a pronunciare il nome della strada in cui vivono in maniera corretta, dall’altro lato non è facile trovare un fondamento logico alla sensazione di rifiuto dei nuovi berliner: in effetti non sono così diversi dai ragazzi di una volta che hanno scelto Berlino come posto in cui crescere e realizzare i propri sogni.

Ma non tutti gli „Alt Berliner“ italiani, è importante specificarlo, si pongono in modo negativo nei confronti dei nuovi arrivati. A Kreuzberg c’è una tappa quasi obbligata per chi, venendo dall’Italia, desidera farsi conoscere e far conoscere la propria attività musicale: Il Piatto Forte.

Michele D’Alessio è uno di quei berliner dall’Italia che ha fatto parte del primo flusso migratorio giovanile della fine degli anni ‘80, e si pone, da molto tempo, con il suo negozio di dischi, come una delle persone di riferimento per coloro che desiderano “rompere il ghiaccio“ con la scena musicale a Berlino.

Dal 2003 Michele D’Alessio organizza una serie di eventi, caratterizzati dal marchio di fabbrica “Piatto Forte“, in diverse location a Berlino. Poi, dopo alcuni anni, ha aperto una propria base nella Schlesische Strasse, ed è diventato un negozio di dischi e sede legale della label discografica Duplikat.

Con il passare del tempo, il Piatto Forte ha completato la sua evoluzione, diventando qualcosa in più di un semplice record store, e cominciando a ricoprire il ruolo di una piattaforma per eventi, performance e live act, tra cui gli Aperitivi lounge che si tengono una volta alla settimana e propongono musicisti emergenti ad affermati.

Ma se la storia del Piatto Forte è interessante, lo è anche quella del suo gestore ed ideatore, Michele D’Alessio.

Michele, quando e perché  sei arrivato a Berlino?
Sono arrivato a Berlino a metà degli anni ‘80 in tour con un gruppo punk di Torino meglio conosciuto come i Negazione. In quella occasione rimasi abbastanza sorpreso di quello che all’epoca rappresentava la città. Poi le circostanze mi hanno trattenuto qui. E qui continuo a vivere, a distanza di quasi 25 anni. Mi sento un espatriato volontario e felice.

Tu hai sempre avuto un rapporto indissolubile con la musica in genere. Anche i tuoi trascorsi da musicista sono rilevanti. Inoltre, lavori come dj (con lo pseudonimo Baroxmix) e come organizzatore di eventi, a Berlino ed in Europa.
È vero. Sono arrivato qui a Berlino per fare musica e il mio filo conduttore a distanza di anni è rimasto tale, la continuità e la costanza hanno fatto in modo di creare un network intorno a Piatto Forte che va oltre all’aspetto unicamente commerciale del semplice negozio. Oltre all’organizzazione di eventi sia all interno del „Piatto“ che itineranti, da 5 anni a questa parte esiste una collaborazione con il teatro sperimentale di Barcelona Antic Teatre e da un paio di anni con il circolo Arci di Roma Forte Fanfulla.

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Qual è il tuo rapporto con i musicisti giovani che cercano fortuna a Berlino?
Con il passare degli anni siamo diventati un punto di riferimento per i newcomers, o perlomeno per una parte di quelli che hanno a che fare con la musica. Alle volte forse non è molto chiaro il concetto del Piatto che è più un ibrido piuttosto che un semplice locale. Consiglio di andare a dare un occhiata al nostro sito per avere un idea un po’ più concreta del progetto che portiamo avanti da anni. In relazione ai neue Berliner, sono dell’opinione che sia abbastanza importante avere un approccio umile con la città piuttosto che continuare a pensare di essere in Italia dove forse magari te la puoi anche tirare. Ma, in effetti, considerando che il numero di Italiani e di artisti internazionali a Berlino negli ultimi anni è praticamente raddoppiato, e che di conseguenza il numero di persone che fanno più o meno le stesse cose tue è decisamente piú elevato, allora saranno sicuramente la qualità e, in molti casi perché no, la simpatia dei singoli a fare la differenza.

Il tuo rapporto con la gentrification.
Il Piatto è nato 9 anni fa precisamente il 13 di marzo in quel che allora era definita una sorta di zona off, che, a distanza di anni è diventata una delle vie più importanti della movida berlinese. Siamo partiti pagando un affitto irrisorio con il quartiere che appoggiava all’epoca l’imprenditoria giovanile e ci ritroviamo nel 2013 a pagare il triplo dell’affitto. Sia chiaro, è ovvio che i prezzi nell’ambito del mercato immobilare aumentino in base alla richiesta e non bisogna soprattutto dimenticare che la “gabbia dorata” Berlino, è diventata capitale, con tutto quello che ne consegue… potrei andare avanti ma forse è meglio che mi fermo qui.

In questi anni di carriera come musicista, Dj, organizzatore di eventi, quali sono stati i momenti indimenticabili?
A parte il periodo con la band Negazione negli anni ‘80 che mi hanno formato per i decenni a venire, sicuramente la mia parentesi a NYC che ha contribuito ad arricchire il mio bagaglio musicale. Infine, l’esperienza con l’Antic Teatre è stata fondamentale.

Come è noto, hai in cantiere sempre un nuovo evento: puoi darci qualche anticipazione?
Prossimamente, a grande richiesta, ci sarà il ritorno della serata Italo Disco, che ha ricevuto un notevole riscontro nelle occasioni passate. Poi sto organizzando la seconda edizione del B2B (Barcelona to Berlin), un festival di musica e arti visive concepito come interscambio tra le due città.  Si terrà il prossimo settembr,e con data di ritorno a novembre in quel di Barcellona. A tale proposito, ne approfitto per annunciare la recente uscita di una doppia compilation sempre legata al sopracitato festival e curata dal Piatto Forte e Antic Teatre.

Gli aperitivi al Piatto forte continuano quasi ogni venerdì, dalle 19.
Da non perdere è la performance di venerdì primo Marzo, con il Live e il DJ set di Dj 2Phast, artista, anch’egli nuovo arrivato nella capitale tedesca e tra i più rilevanti rappresentanti del panorama Hip Hop ed elettronico italiano, con le sue evoluzioni ai piatti ed i suoi imperdibili beats. Una performance davvero alla quale non si può mancare.

4 COMMENTS

  1. Che figata! Due anni fa un amico mi aveva detto “a Berlino c’è il negozio di dischi dell’ex batterista dei Negazione… passa a vederlo, c’è una batteria fuori!”… e ora leggo questo articolo. Bello… mi sono venuti un po’ i brividini per l’emozione. :-)

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