URBAB – Il sofà urbano e altri oggetti
Per parlare del sofà urbano bisogna innanzitutto descrivere il salotto in cui si trova: siamo nel pezzo di città frutto dell’euforia costruttiva che ha travolto Berlino nei primi anni ‘90. In quegli anni la Potsdamer Platz era la zona libera edificabile più vasta d’Europa e la foga nella produzione di metri cubi è stata così pervasiva da non lasciare spazio libero. Grandi nomi dell’architettura sono stati chiamati a progettare edifici nel tentativo di ricostruire un’immagine della città. Troviamo infatti opere di Hans Kollhoff, Renzo Piano, Arata Isozachi, Rafael Moreno, per citarne alcuni.
Nei primi anni ’60, Hans Scharoun progetta la sua biblioteca come landmark che si stagliava sul vuoto polveroso in quello che fu il cuore della città. Scharoun aveva capito profondamente il luogo e l’innegabile potere del vuoto a Berlino: il suo lavoro era infatti l’architettura di un edificio solitario rivolto verso il muro e il deserto lasciato dal bunker di Hitler.
Scharoun ha basato la progettazione dell’edificio per la biblioteca sull’esistenza del vuoto attorno, ora densamente edificato.
Il Tilla Durieux Park appare schiacciato dalla massa di costruito attorno e sembra farsi stretto per trovare spazio.
Appare come una pausa dal rumore formale degli edifici della Potsdamer Plazt: è una striscia minimalista di verde dal suolo morbido che cambia costantemente pendenza. Il progetto è stato duramente criticato proprio per il suo carattere minimalista di chiara ispirazione al primo movimento di land art americano e in particolare ai lavori di Michael Heizer e Robert Smithson. Il progetto è realizzato dei paesaggisti olandesi DS Landschapsarchitecten in seguito alla vincita del concorso indetto nel 1995.
L’idea è semplice: il mezzo chilometro di parco funziona come un enorme sofà urbano trattato a prato. La striscia di verde cambia costantemente la pendenza così che ognuno possa trovare l’inclinazione preferita per sedersi comodamente, come una sorta di seduta regolabile.
I due viali che lo fiancheggiano hanno file di alberi allineati, alludendo ad una una promenade classica del XIX Secolo. Il vuoto lineare del parco offre la necessaria calma di fronte ad un luogo diventato furiosamente urbano.
Il sofà urbano diventa il luogo di sosta e relax del quartiere denso prevalentemente di uffici, nelle giornate di sole è gremito di persone. Tuttavia in questo spazio non ci si sente abbastanza liberi da appropriarsene: qui il tentativo frenetico di colmare il vuoto ha lasciato poco spazio – fisico e mentale – al paesaggio e alla non-programmazione. Da qui non si percepisce l’orizzonte e la densità del costruito attorno fa percepire il parco come un corridoio urbano.
Il Tilla Durieux Park adempie le funzioni urbane richieste, è uno spazio per il relax dal design accattivante, ma non si spinge oltre. Forse solo dopo aver perso i connotati un poco rigidi del progetto iniziale, potrà essere un luogo di autentica qualità dal quale contemplare l’urbanità esasperata della nuova Potsdamer Platz.
Grazie per l’aiuto alla lettura di una parte di Berlino che mi ha sempre inquietato.