Germania, il nuovo governo introdurrà il salario minimo: 8,50 euro l’ora

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Dopo due messi di empasse, la Germania è a un passo dall’avere un nuovo governo. Nella notte tra il 26 e il 27 novembre, infatti, CDU e SPD hanno siglato l’accordo definitivo che permetterà al Paese una nuova maggioranza parlamentare, guidata ovviamente da Angela Merkel.

Per l’ufficialità, bisogna ancora attendere due settimane: il tempo tecnico perché gli iscritti al partito socialdemocratico approvino il testo del documento, in un referendum il cui risultato sarà reso pubblico il prossimo 14 dicembre. Con tutta probabilità, comunque, Merkel si insedierà ufficialmente al Bundestag nella settimana che precede il Natale. Forse, già il 17.

Il programma di governo condiviso, siglato dai tre maggior esponenti delle forze in campo – oltre alla Cancelliera, anche Sigmar Gabriel (SPD) e Horst Seehofer (CSU hanno partecipato alla trattativa fiume, conclusasi con un ultimo epico atto durato 17 ore ininterrotte – è composto di 173 pagine, e prevede alcune interessanti riforme che la Germania dovrà implementare nei prossimi anni.

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La SPD ha vinto la battaglia più sentita, quella legata all’introduzione del salario minimo. Entro il 2015, o il 2017 al più tardi, tutti i lavoratori tedeschi di tutte le categorie d’impiego dovranno ricevere un compenso minimo di 8,50 euro l’ora. Novità anche per i pensionati: le persone con almeno 45 anni di contributi potranno ritirarsi dall’attività lavorativa all’età di 63 anni.

Il partito di Frau Merkel vince la battaglia delle tasse, evitando l’aumento di contributi per le persone appartenenti alle alte fasce di reddito. Anche l’austerity rimarrà una marca distintiva del nuovo mandato della 59enne di Amburgo. Si è fermato a metà strada, infine, il tentativo di rilancio delle energie rinnovabili. Secondo il nuovo piano, entro il 2030 esse dovranno costituire tra il 55 e il 60% dell’intera rete energetica nazionale (la SPD chiedeva il 75%).

Per quanto riguarda la composizione del governo, alla CDU dovrebbero andare cinque minsiteri e la scelta del Capo della Cancelleria. Alla SPD ne toccheranno sei, alla CSU tre. L’accordo, infine, abolisce la legge che impone ai figli nati in Germania da genitori stranieri di scegliere tra le due nazionalità prima del loro 23esimo compleanno. I figli degli immigrati, dunque, potranno mantenere la doppia cittadinanza.

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