di Mattia Grigolo
Nel capolavoro di Chuck Palahniuk e nella trasposizione cinematografica di David Fincher, il Fight Club nasce dall’idea di una congregazione segreta di adepti di sesso maschile, i quali hanno come fine – quantomeno inizialmente – quello di picchiarsi per il gusto di farlo. Ci sono delle regole precise, ma allo stesso tempo non ci sono regole. “Prima regola del Fight Club: non si parla mai del Fight Club“.
Il cult – sia nella prima versione del romanzo che poi nel lungometraggio datato 1996 – ha creato non poco scalpore. I temi trattati sono forti e affascinanti, la scrittura del romanzo ha dato, in qualche modo, una sterzata alla narrativa post-contemporanea americana, gli attori principali del film – Brad Pitt, Edward Norton e Helena Bonham Carter – hanno mescolato gli ormoni di non pochi giovani nel mondo.
C’è una cosa però che ha fatto gioco-forza più di tutte le altre: la violenza. Provate a digitare su youtube le parole Fight Club. Scorrete oltre i vari trailer dei film, le interviste, le citazioni, gli spezzoni. Troverete un oceano di video amatoriali, in cui ragazzini sparsi in tutta la terra si picchiano e vengono ripresi dai cellulari, di anno in anno sempre più tecnologicamente evoluti. Ora spostate l’occhio verso le visualizzazioni dei primi contenuti che trovate: vi stupirete.
Cosa c’entra Fight Club con Berlino?
Molto di più di quello che può sembrare. Chiaramente, la prima cosa che viene da pensare è che ci saranno dei Fight Club clandestini tra gli adolescenti berlinesi. Forse addirittura qualcosa di più strutturato fra gli adulti, ritrovi clandestini dentro keller in disuso oppure luoghi abbandonati. Sì, forse. Probabilmente, ma non lo possiamo sapere con certezza.
Ciò che invece è sicuro è il Female Fight Club Berlin : nasce nel 2010 a Berlino il primo e unico al mondo nel suo genere Fight Club per sole donne. A fondarlo sono due wrestler donna, Anna Konda e Red Devil e si trova nel quartiere di Marzahn. Ci sono delle linee guida, ma non ci sono regole quando si lotta. Il tutto si consuma in una stanza presa in affitto.
Non ci sono motivi particolari per il quale partecipare oppure, volendo, ci sono tutti i motivi del mondo: lo stress, il piacere del dolore, la sensualità, la rabbia, l’amore oppure l’odio verso se stesse e verso il mondo. Professioniste e casalinghe, imprenditrici, maestre, wrestler, cinture nere. Magre, grasse, muscolose, giovani, anziane. Nessun limite.