Pankow, continua la lotta dei pensionati. “Occupiamo ad oltranza”
di Valerio Bassan
Non è mai troppo tardi, recitava il titolo di un film del 2007 con Jack Nicholson e Morgan Freeman. E “non è mai troppo tardi” sarebbe un titolo perfetto anche per raccontare la loro storia: stiamo parlando di cinquanta pensionati berlinesi, tutti di età compresa tra i 65 e gli 89 anni, che da venerdì 30 giugno stanno occupando un centro anziani nel quartiere di Pankow, nel nord della capitale tedesca. Fuori dall’edificio, appartenuto in passato ad Erich Mielke, per trent’anni Ministro della Stasi nella Germania Est, campeggia un grande striscione con la scritta: “Questa villa è stata occupata!”.
La decisione è stata presa dagli attempati squatters dopo che le autorità cittadine hanno minacciato la chiusura dell’edificio, in cui i pensionati trascorrono la maggior parte delle loro giornate, giocando a carte, chiacchierando, leggendo il giornale e coltivando le relazioni sociali. L’occupazione, che è arrivata ormai al quinto giorno consecutivo, è sostenuta anche dagli abitanti della zona, che stanno portando viveri e coperte agli anziani barricati nell’edificio.
Il presidente del consiglio locale, Jens-Holger Kirchner, ha escluso la possibilità di un ripensamento, sostenendo che non vi è un’alternativa alla definitiva chiusura dello stabile: «La villa non ha accesso per i disabili e ristrutturarla ci costerebbe non meno di un milione e mezzo di euro. Non abbiamo tutti quei soldi», ha spiegato. Di qui la decisione di vendere la struttura, sfrattando tutti gli anziani al suo interno. I pensionati, ora, dovrebbero essere smistati in altri edifici pubblici, tra cui alcuni centri per bambini.
«Vogliamo salvaguardare la comunità, tutto qui», spiega Peter Klotsche, 71 anni. Lui, come molti altri, si è accampato nella sala adibita al bridge, il sacco a pelo dispiegato sulla moquette azzurra. A sostenere la causa dei nonni, nessuno dei quali ha mai occupato un edificio in precedenza, sono accorsi anche i giovanissimi nipoti. Gli anziani hanno stilato dei turni per decidere chi resta a dormire, ogni notte si fermano in sei. L’occupazione prevede anche numerose attività: corsi di lingua straniera, di ginnastica, di ping pong.
«Non ce ne andremo mai», annuncia battagliera Brigitte Klotsche, una delle occupanti. É lei che si occupa di tenere i rapporti con i giornalisti e con i politici. «Solo in teoria, perché di loro, finora, non si è presentato nessuno», ci spiega. «Ma continueremo ad oltranza, vogliamo mettere pressione all’amministrazione locale». La protesta è mossa soprattutto da motivi di amicizia. Gli anziani occupanti sono nati e cresciuti nel quartiere e si conoscono da sempre: «Se proprio ci devono spostare, chiediamo che ci mettano tutti assieme in una nuova struttura, che non ci dividano: siamo tutti amici da anni, stiamo bene insieme e non vogliamo separarci».
La richiesta, però, difficilmente potrà essere esaudita. Come detto, infatti, non esistono a Pankow strutture in grado di ospitare i cinquanta pensionati. Ora gli anziani hanno chiamato un avvocato, per discutere il da farsi e pianificare le prossime mosse. Nel frattempo, nessuno di loro sembra avere intenzione di mollare: si prevede un duro braccio di ferro con le autorità. Come andrà a finire?