Berlino come Babilonia nelle fotografie di Sandro Di Camillo

© Sandro Di Camillo

Poche settimane fa, Il Mitte ha indetto un concorso fotografico, in collaborazione con Foto De Angelis e 42mm: in palio la partecipazione ad un workshop di fotografia a Berlino e due giornate di lezione insieme a Stefano Corso e Dario J. Laganà.

A conquistare la seconda posizione, dietro al vincitore Davide Cambria, è stato Sandro Di Camillo, 1976, fotografo italiano attento alle sperimentazioni ed alle possibilità espressive del linguaggio fotografico non come mezzo meramente descrittivo, ma come strumento creativo.

“Berlin Babylon” è il secondo episodio di una serie di tre installazioni che coinvolgono le città di Roma, Parigi e Berlino, indagando sulla relazione che accomuna queste tre capitali europee.

Le città ci appaiono diverse le une dalle altre anche se, in realtà, sono edificate tutte seguendo il medesimo schema: come i sogni, sono costruite di desideri e paure, con regole assurde e prospettive ingannevoli.

Berlino è tradizionalmente un luogo di sperimentazione. La sua stessa struttura urbana, risultato di una serie di interventi architettonici, spesso incoerenti fra loro, non fa eccezione. Sfuggevole inclassificabile in divenire perpetuo, proprio come la Berenice di Calvino, Berlino «è una successione nel tempo di città diverse avvolte l’una dentro l’altra, strette, pigiate, indistricabili» (Italo Calvino, Le città invisibili).

In Berlin Babylon vengono annullati i riferimenti alle convenzioni attribuite al medium fotografico, prima fra tutte l’esigenza documentaristica. È un’indagine sul tempo e sullo spazio, una risposta all’immensa quantità di materiale visuale prodotto e consumato quotidianamente dalla società. In ogni veduta si sovrappongono più immagini che la mente è libera di cercare e riconoscere, individuando strati, dando consistenza a presenze, a prima vista, trasparenti.

Ne consegue l’impossibilità di un razionale dominio dei luoghi percorsi: si intuisce lo spazio fisico ma non lo si riconosce completamente. Gli spazi indistinti diventano il palcoscenico ove galleggiano presenze umane, quasi impercettibili. In questo complesso sistema spaziale, la dimensione temporale perde qualsiasi soluzione di continuità e l’uomo, il controllo.

Sandro Di Camillo ha vissuto a Berlino dal 2006 al 2009.