Auticon, l’azienda berlinese dove l’autismo è un valore aggiunto

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Una parte del team di Auticon

“Per avere successo nella scienza e nell’arte un pizzico di autismo è essenziale” spiegava negli anni ’70 Hans Asperger. Il pediatra austriaco, per lunghi anni, studiò le forme di comportamento associate al disturbo dello sviluppo che può influenzare le capacità comunicative, quelle di interazione sociale e causare una serie di comportamenti solitamente inusuali, come la necessità di mantenere sempre gli oggetti in un ordine prestabilito.

La sua considerazione – come del resto gran parte del suo lavoro di ricerca – ha ottenuto riscontro nella comunità medica soltanto dopo la sua morte, avvenuta nel 1980. Certo, Asperger sarebbe felice di sapere che, oggi, per le persone affette da autismo si sta aprendo un intero nuovo mondo: quello della tecnologia e, più nello specifico, del digitale.

A Berlino, nel 2011, è nata una piccola società di software testing che si occupa di promuovere i talenti delle persone che soffrono di autismo: Auticon, con i suoi diciassette dipendenti, è ormai diventata una splendida realtà. Il fondatore, Dirk Mueller-Remus, ha un figlio cui è stata diagnosticata la Sindrome di Asperger durante l’adolescenza, e sa bene come le persone autistiche dispongano di un’intelligenza assolutamente fuori dal comune.

“Io non ho bisogno di cercare gli errori all’interno dei codici informatici; semplicemente, li vedo”, ha spiegato al The Local Melanie Altrock, una delle impiegate di Auticon esperta in linguaggi di programmazione. Nata nella capitale tedesca, oggi Auticon ha uffici anche a MonacoDüsseldorf, e non esclude un’espansione ulteriore ad Amburgo.

Tra i principali clienti c’è Vodafone, ma anche altre grandi aziende che hanno riconosciuto la qualità del lavoro dei ragazzi autistici. “Volevo fondare una normale società di consulenza, senza finanziamenti statali, sussidi, donazioni e coinvolgimento di fondazioni benefiche”, ha spiegato Mueller-Remus, aggiungendo: “Lo scopo era quello di unire business e impegno sociale“.

Un obiettivo raggiunto, che ora può essere d’esempio anche per altre società. Come il colosso tedesco SAP, che lo scorso aprile ha annunciato di voler assumere decine di ragazzi affetti da autismo come esperti di Information Technology. “Spero si rendano conto che non è una scelta facile”, chiarisce il fondatore di Auticon. “Ma se le cose sono fatte nel modo giusto, si possono ottenere grandissimi risultati“.

SAP, che si occupa di realizzare software gestionali, applicazioni e servizi per le imprese, punta ad avere l’1 per cento di dipendenti autistici entro il 2020. Un traguardo importante, visto che l’azienda può contare oggi globalmente su oltre 65mila impiegati.