Berlino contro Airbnb: arriva il primo “stop” all’affitto di un appartamento

[© Gianni Dominici / CC BY ND 2.0]
[© Gianni Dominici / CC BY ND 2.0]

[© Gianni Dominici / CC BY ND 2.0]
Gianni Dominici / CC BY-ND 2.0]
di Emanuela Barbiroglio

Berlino sfida la gentrificazione. Partendo dal caro-affitti e dalle zone che lo stanno subendo di più: Friedrichshain e Kreuzberg, ovviamente.

Ultimamente, persino le autorità cittadine hanno espresso il loro parere a riguardo. Segnando un punto per la città, come non si vedeva da lungo tempo.

Siamo nel Far West, che poi è a metà con l’Est, di una città presa d’assalto dal turismo e da un’immigrazione che al turismo a volte assomiglia.

Senza leggi in vigore, Berlino ha conosciuto un aumento esponenziale del prezzo degli affitti nel corso di questi anni, in seguito all’appropriazione spregiudicata degli appartamenti da parte di persone benestanti che li hanno in seguito affittati su compensi sempre più alti. E sempre più grotteschi.

Il risultato è stata una corsa a un posto dove dormire, laddove le quattro mura sono diventate il bene in proporzione più caro in città.

È della scorsa settimana la notizia riportata dal Tagesspiegel secondo cui sarebbe stato vietato il noleggio di un appartamento in Riemannstraße. La proprietaria, di fatto non residente a Berlino dal 2009, per anni ha affittato la sua casa di 46 metri quadri ai turisti. Senza nessuna autorizzazione, avrebbe praticamente dato vita a un ostello “informale”.

Una vera regolamentazione manca ancora, ma a onor del vero è da un po’ che se ne parla. Già a fine aprile era stato imposto un limite al raggio d’azione di Airbnb, il portale online dedicato a domanda-offerta di alloggi.

La compagnia è nata nel 2007 a san Francisco dall’idea di Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk i quali, non sapendo più cosa inventarsi per pagare l’affitto, ebbero la brillante idea di aprire le porte del loro appartamento ai turisti. Proprio come fosse un albergo.

La loro perspicace trovata non solo li salvò dallo sfratto, ma è stata esportata con un successo planetario negli anni successivi. Secondo il loro portavoce Julian Trautwein, Berlino è stata per il loro business «una delle città più importanti d’Europa».

La mancanza di regolamentazione fino ad oggi, tuttavia, ha portato il Dipartimento del Senato per lo Sviluppo urbano e l’ambiente ad intervenire, nel tentativo di frenare il continuo abuso delle proprietà private.

Dal primo maggio, teoricamente, è obbligatorio richiedere il permesso di subaffittare al padrone di casa e al distretto stesso. Specie nelle zone considerate a rischio: fra queste ovviamente Friedrichshain e Kreuzberg, considerate vere e proprie “aree protette”.

Ne ha parlato Hans Panhoff, assessore per i Grüne (i “Verdi”):  «Vogliamo mantenere alloggi a prezzi accessibili e una composizione sociale il più possibile eterogenea. Questo è però minacciato dal fatto che sempre più appartamenti siano affittati per le ferie in modo indebito».

Ma Wibke Werner, dell’associazione dei locatari di Berlino, si era così espressa a proposito: «Ora come ora, vista la situazione, sarà difficile che il permesso di noleggio venga concesso».

Resta da vedere chi segnerà il prossimo punto.