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La Philharmonie di Berlino: figlia di una rivolta e di una maschera italiana

La Philharmonie di Berlino è una delle sale da concerto più celebri d’Europa e forse del mondo, non solo in quanto sede della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Berlino, ma anche per via della sua architettura particolare e della sua sagoma unica, che è ormai parte dello skyline berlinese. Questo eccezionale edificio, progettato dall’architetto Hans Scharoun, si distingue tanto dall’esterno, per la sua forma unica, quanto dall’interno, per la sua straordinaria acustica. Gli appassionati di musica classica, infatti, possono testimoniare come assistere a un concerto in questa sala sia un’esperienza artistica, estetica e sensoriale unica nel suo genere.

Il vestito di Arlecchino

Con la sua caratteristica forma irregolare, che ricorda l’allegro ondeggiare di una vela al vento, la Philharmonie si presenta come un’opera architettonica sorprendente, che offre un’esperienza completamente diversa quando si cambia angolazione. Inizialmente, l’architetto Scharoun aveva in mente di progettare l’edificio con una copertura multicolore, ispirandosi al personaggio di Arlecchino, dalla Commedia dell’arte italiana. Tuttavia, a causa delle limitazioni imposte dai finanziatori, non fu possibile investire nei materiali necessari per completare il progetto secondo quello schema e per l’edificio si scelse alla fine l’elegante tonalità di giallo oro che ancora oggi lo contraddistingue.

Per ottimizzare lo sviluppo del suono all’interno della sala, Scharoun si avvalse della collaborazione del tecnico acustico Lothar Cremer. I pannelli bianchi sospesi sopra il palcoscenico, per esempio, non sono solo elementi estetici, ma hanno un ruolo fondamentale nel permettere una perfetta differenziazione del suono e delle singole voci, percettibile da ogni posto a sedere.

Perché assistere a un concerto alla Philharmonie di Berlino è un’esperienza unica

Un altro aspetto unico della Philharmonie è la disposizione asimmetrica dei posti a sedere. L’auditorium è stato progettato per creare un’esperienza intima e coinvolgente, con i blocchi del pubblico disposti in tre pentagoni interconnessi intorno al podio. Questa disposizione, ideata da Scharoun, ha permesso di creare una vicinanza tra i musicisti e il pubblico che non è affatto comune in una sala da concerto di queste dimensioni, dando vita a un’atmosfera unica che risalta nelle esibizioni. Nel corso degli anni, però, questa vicinanza ha suscitato reazioni diverse tra i musicisti, mentre alcuni apprezzano questa compresenza con il pubblico in uno spazio relativamente ridotto, altri la trovano poco confortevole e preferiscono i contesti nei quali la distanza dal pubblico è maggiore.

L’interno della Philharmonie di Berlino.
Foto: JosefLehmkuhl, CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, via Wikimedia Commons

La Philharmonie di Berlino è stata inaugurata il 15 ottobre 1963 come primo edificio del Kulturforum, durante le Settimane del Festival di Berlino. Non sorprende che il primo brano eseguito in quell’occasione sia stato la Sinfonia n. 9 di Beethoven. Si trattava di una celebrazione importante per l’Orchestra Filarmonica di Berlino, che finalmente otteneva una sala da concerto dedicata, dopo gli anni di “nomadismo” dell’immediato dopoguerra.

Accanto alla Philharmonie si trova la Kammermusiksaal, una sala più piccola ma altrettanto affascinante. Questa sala, situata vicino al Tiergarten, è stata costruita con un’acustica eccellente e ospita concerti di musica da camera, quindi con formazioni più piccole e un numero di spettatori inferiore rispetto alla sala principale.

La rivolta dei musicisti

La storia dell’Orchestra Filarmonica di Berlino ha radici antiche e affascinanti. La formazione originale, infatti, è figlia di una ribellione. Lo rivela già il nome che i musicisti stessi diedero alla propria orchestra alla sua fondazione, nel 1883: “Ehemalige Bilsesche Kapelle“, ovvero “ex Bilsesche Kapelle“. Come si può facilmente intuire, furono proprio i musicisti dell’allora Bilsesche Kapelle a dare vita a questa nuova formazione, rifiutandosi di firmare i nuovi contratti che erano stati offerti loro e che prevedevano una paga considerata insufficiente. Ai musicisti, infatti, veniva proposto uno stipendio appena superiore a quello di un operaio. Appena formata, la nuova orchestra non aveva una vera e propria sede e si esibiva quindi nel giardino di una trattoria. Successivamente, i musicisti trovarono “casa” in una ex pista di pattinaggio a rotelle, che fu poi ristrutturata e trasformata in quello che è oggi: la più importante sala da concerto di Berlino, ovvero la Philharmonie.


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L’orchestra, ambiziosa fin dall’inizio, affrontò diverse sfide finanziarie, ma grazie al sostegno dell’agente concertistico Hermann Wolff e a una collaborazione con la Royal Academy of Music, riuscì a sostentarsi a lungo termine. Nel corso degli anni, l’Orchestra Filarmonica di Berlino ha lavorato con direttori di fama mondiale, come Wilhelm Furtwängler, Herbert von Karajan e Hans von Bülow.

Philharmonie di Berlino

Oggi, la Philharmonie ospita i più prestigiosi artisti della musica classica e dell’opera di tutto il mondo e attira migliaia di appassionati per ogni evento. Spesso vi si tengono anche concerti e recital gratuiti, con lo scopo di espandere l’accesso alla musica classica e abbattere il pregiudizio che si tratti di una forma d’arte elitaria ed esclusiva.

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