La Biennale Musica 2022 è out of stage – Venezia città della musica per un fine settimana

out of stage
CaGiustinian Michele Santoriello

di Michele Santoriello

Se è vero che ogni luogo può diventare teatro, quindi contesto, dimensione artistica e realizzativa di performance musicali e teatrali, a venezia l’edizione 2022 del 66. Festival Internazionale di musica contemporanea dal titolo “OUT OF STAGE”, o Biennale Musica, riesce proprio ad offrire al pubblico questa sensazione, ovverosia un vasto panorama della ricerca compositiva con concerti scenici, installazioni sonore immersive, opere radiofoniche, letture performative, performance sperimentali, nuove forme di teatro vocale e strumentale ispirate alla sacra rappresentazione e al madrigale rappresentativo, nuove produzioni e prime assolute,  tutte connotate da un legame intenso e originale tra gli spazi delle città di Venezia, e la creatività degli artisti e compositori contemporanei.

2- Lucia Ronchetti, Direttrice del Settore Musica  © Andrea Avezzù

Questo è il proposito e il programma  che la direttrice artistica Lucia Ronchetti ha deciso di approntare nell’edizione di quest’anno rifacendosi allo sperimentalismo dell’opera barocca veneziana, straordinaria stagione che vide un pulsare e una varietà di nuovi spazi teatrali pubblici, che, come spiega lei stessa, rappresentava già allora, per i compositori veneziani “un  nuovo genere da affrontare in maniera creativa con molte problematiche relative alla coesione acustica e visiva che hanno continuato nei secoli a costituire questioni aperte nella drammaturgia musicale, dalla posizione e dal ruolo degli strumenti in scena all’ideazione di tecniche relative al ritmo visivo”.

Quindi, questi 12 giorni della Biennale musica, dal 14 al 25 settembre, e questo weekend che ho dedicato a questa kermesse internazionale, sono un’occasione per (ri)scoprire perché Venezia è una città unica nella storia della musica, e quanto  arricchente e stimolante sia non solo passeggiare come turista nella città lagunare, ma anche partecipare e vivere diverse ed innovative esperienze musicali in luoghi straordinari quali gli  spazi dell’Arsenale, del Teatro La Fenice, nel Salone Sansoviniano della Biblioteca Marciana, nella Basilica di San Marco, nella Sala capitolare della Scuola Grande di San Rocco, al Teatro Goldoni, solo per citarne alcuni.

Iniziamo la mattina con le “Lezioni di Musica” di Rai Radio 3, in diretta dalla Sala delle Colonne, sede della Biennale, con Giovanni Bietti e la cura di Paola Damiani presentate nei due week-end del Festival. Il conduttore di Radio 3 ci fa esplorare e ci svela in queste lezioni la storia del teatro musicale d’opera veneziano antico e moderno attraverso capolavori di Francesco Cavalli, Antonio Vivaldi, Bruno Maderna e Luigi Nono.

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1a- ritratto di Giorgio Battistelli  © Fabrizio Sansoni

Dopo la serata inaugurale del 14 settembre al teatro La Fenice con il pezzo di teatro sperimentale Jules Verne, e la consegna venerdì 15 del Leone d’oro alla carriere al compositore italiano Giorgio Battistelli , sabato  17  settembre ho assistito allo strabiliante e superbamente eseguito  Orazi e Curiazi, pezzo scritto per due percussionisti.

Orazi e Curiazi narra uno dei più antichi miti della storia di Roma, il duello tra i campioni di due città in guerra tra di loro, Roma e Albalonga, per risolvere la sanguinosa rivalità. La partitura di Battistelli sviluppa l’idea di una narrazione, con suoni reali e immaginari mescolati in un amalgama indissolubile di teatro e musica, usando suoni concreti e metafisici. I corpi e le voci, il timbro e il ritmo delle percussioni nonché i due interpreti creano infatti una drammaturgia del fantastico legata a un mito particolarmente caro al compositore laziale.

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2a- Ars Ludi  © Leonardo Puccini

Ma per chi potrà esserci domenica 25 settembre vi consiglio anche l’opera Experimentum Mundi, che con oltre 800 repliche in tutto il mondo concluderà il Festival in un nuovo allestimento. Un’opera di musica immaginistica per un attore, Beppe Servillo, quattro voci di donne, sedici artigiani e un percussionista.

Per le amiche e gli amici di Berlino segnalo che il 19 ottobre, con la premiere, ed il 21, con due repliche, lo spettacolo di Battistelli sarà a Berlino, presso Haus der Berliner Festspiele.

Da sottolineare che i primi due lavori di Battistelli presentati a Venezia quest’anno sono interpretati musicalmente dal trio di percussionisti di ARS LUDI – Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri – che la mattina di sabato 17 sono stati insigniti del Leone d’argento. Tre straordinari percussionisti che nei 30 anni della loro attività hanno creato un sodalizio artistico e umano eccezionalmente fertile, collaborando con i più riconosciuti compositori italiani.

6h- da sx X.Lee, Daniele Carcassi  © Cecilia Rocca

Venerdì sera, invece, ho avuto modo di  assistere alle performance di  Klein – performer nigeriana attiva a Londra –  con l’esclusiva di un concerto per voce, chitarra ed elettronica e a seguire la notevole composizione Parallax del compositore di musica elettronica fiorentino Daniele Carcassi e del producer americano X Lee, i quali hanno  messo  in relazione i principi percettivi della parallasse con la dimensione del suono lasciando che lo spettatore si immergesse non solo in un mondo sonoro ma anche visivo con luci stroboscopiche.

Sono artisti che, insieme ad altri presenti a questo festival, cercano di restituire al teatro musicale contemporaneo, in forme prese in prestito dalla creazione musicale pop e dalla ricerca compositiva non-accademica, la denuncia di spoliazioni, di soprusi, di negazione dei diritti, di mancato riconoscimento e rispetto dell’identità sessuale, che sono ancor oggi sotto i nostri occhi. Quale migliore spazio se non quello della Biennale Musica 2022 per offrire un luogo per esprimersi ad alcune di queste voci, sollecitandole a sperimentare forme esecutive nuove?

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5a- Klein  © Klein

Domenica poi, il breve fine settimana alla Biennale musica 2022, ha regalato al pubblico una doppia performance pomeridiana nel Salone Sansoviniano nella stupenda cornice della Biblioteca Marciana in piazza San Marco.

“Ad imitatione delle passioni”, canto e declamazione tra Firenze e Venezia all’alba del Seicento con testi di Claudio Monteverdi  e Giulio Caccini (1551-1618), è una lettura scenica-performance di Paolo Da Col.

È l’“invenzione” seicentesca di una nuova forma di canto accompagnato a voce sola che Giulio Caccini diede alle stampe a Firenze Le nuove musiche (1601), la sua prima raccolta di “canti per una voce sola”, affermando un nuovo stile e “nobil modo di cantare” e vantando il primato della sua invenzione.

In seguito, anche Monteverdi utilizzo le attitudini espressive e recitative del madrigale a voce sola. In premessa al suo Libro Ottavo di Madrigali guerrieri et amorosi (Venezia 1638) rese nota un’ulteriore novità: l’introduzione del “genere concitato”, desunto dalle categorie dell’antica arte oratoria e applicato alla composizione del Combattimento di Tancredi e Clorinda, su testo di Torquato Tasso. Un’opera “in genere rappresentativo”, già eseguita a Venezia nel Palazzo Mocenigo nel 1626 “in tempo di Carnevale per passatempo di veglia”, nella quale sono esaltate le potenzialità declamatorie del testo poetico secondo principi estetici  oscillanti tra “parlar cantando” e “cantar parlando”.

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17b – Mehidi Jalali  (c) Ashkan Rahbarian

Il secondo appuntamento è stato poi una performance del compositore curdo-iraniano  Mehdi Jalali  con la preghiera rituale per solo tanbur dal titolo “Unfolding”

Il tanbur (tembur in curdo) di Mehidi Jalali è un antico strumento iraniano a corde, simile ad un liuto a manico lungo,da sempre legato alla dimensione spirituale e al sufismo. La musica per tanbur si basa e comprende varie forme di maqām. Questo strumento, oggetto di venerazione in rituali e cerimonie di preghiera, è considerato uno strumento sacro per i seguaci del credo Yarsan e Ahl-e-Haqq, al punto che i musicisti sono soliti praticare l’abluzione prima di suonarlo e ne baciano la paletta al termine di ogni esecuzione.

Il repertorio per tanbur è composto da settantadue maqām, suddivisi in tre gruppi: haqqani maqām (o kalaam), i maqām cerimoniali e i maqām virtuosistici.

I primi due sono storicamente considerati più sacri e spiritualmente elevati di altre forme di maqām, datati tra il X e il XIV secolo. I kalaam vengono accompagnati da versi o arie cantate, le cui liriche sono tratte da testi sacri e reliquie dello Yarsanesimo. Vi sono anche kalaam, rappresentanti preghiere e orazioni devozionali, ritmicamente non misurati, altri invece sono caratterizzati da ritmi serrati, con specifiche componenti che vengono ripetute dai partecipanti col battito di mani.


Opera di Roma

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Inoltre, numerosi maqām includono ritmiche più veloci, la cui ripetizione dei versi induce nei partecipanti uno stato di trance e meditazione. Un’esperienza ritmica, acustica e sensoriale molto intensa e coinvolgente.

Certo due giorni al Festival internazionale di musica contemporanea non sono molti, perché veramente il programma offerto quest’anno da Lucia Ronchetti tocca molti aspetti tra cui installazioni sonore con realtà aumentate, spazi acustici virtuali con performance, nuovi lavori di teatro musicale sperimentale commissionati dalla Biennale ad alcuni dei più incisivi compositori contemporanei e molti artisti anche dalla Germania.

Per citarne alcuni: Simon Steen-Andersen che opera un originalissimo remix di Monteverdi in The Return; Helena Tulve, che in Visions integra i frammenti di una sacra rappresentazione al Vangelo gnostico di Maria Maddalena; Annelies Van Parys che ritaglia i madrigali di Adriano Banchieri in Notwehr; Michel van der Aa, che nell’erosione delle acque di The Book of Water rievoca i paesaggi acquatici dell’Andromeda di Francesco Manelli e last but not least Paolo Buonvino che in Çiatu raccoglie il crogiuolo di culture, di lingue, di ritmi mediterranei. Notevole anche l’esperienza con l’installazione immersiva di Paul Hauptmeier, un lavoro sonoro ibrido nel quale il pubblico dotato di cuffie aperte si muove all’interno di questa installazione ascoltando suoni virtuali di realtà aumentata,si confronta con giochi di luci e sonorità reali creando così un percorso di ascolto tra esperienza individuale e collettiva

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13b- ritratto di Paolo Buonvino  © Paolo Soriani

La Biennale Musica e Venezia si confermano quindi, anche quest’anno, come un luogo di ampia e coinvolgente sonorità, spettacoli e performance  da vivere intensamente a cui si affianca a giorni alterni, durante le due settimane del Festival, anche il programma del teatro La Fenice, partner ufficiale di Biennale musica, che offre ai visitatori della Biberstadt lagunare due opere interessanti come Il Trovatore di Giuseppe Verdi, con un cast italiano giovane di cantanti dalle sonorità pulite e molto promettenti, e Madama Buttefly di Giacomo Puccini, quest’ultima con la suggestiva mise-en-scène dell’opera firmata dal regista Àlex Rigola ripresa da Cecilia Ligorio, con un’impronta scenica e di costumi dell’artista giapponese Mariko Mori, nell’allestimento prodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice nel giugno 2013 come progetto speciale della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.

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