di Davide Rosa
Venerdì 7 Settembre, un evento di altissima qualità ha inaugurato il nuovo anno accademico dell’Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo, dopo la pausa estiva: Berlin-Rom Express. Il progetto ha come curatori André Jürgens, manager del Berghain, ed il compositore tedesco Alva Noto.
L’idea nasce come elemento di continuità rispetto a un appuntamento imperdibile degli anni passati, l’Electric Campfire, giunto alla sua ultima edizione nel 2017 e che ha reso Villa Massimo uno splendido scenario di incontro tra i più importanti artisti del mondo della musica elettronica e quella fetta del pubblico romano affezionata alla sperimentazione.
Il Direttore dell’accademia, Joachim Blüher, e i curatori del progetto hanno così deciso di proseguire con una proposta elettronica: una serie di serate dal contingente volutamente più ridotto rispetto al passato, ma dal carattere più esclusivo. Quasi un vero e proprio scambio con Berlino, quindi, centro nevralgico e fervida culla dell’elettronica e dell’innovazione sperimentale. Una serie atta a promuovere i musicisti attivi nella capitale tedesca anche in Italia.
Protagonista indiscussa di questa prima edizione è stata un’artista ormai ben affermata nella scena, sebbene agli esordi, attualmente borsista presso Villa Massimo per i prossimi due mesi: Pan Daijing. Cinese di nascita ma berlinese di adozione, Pan Daljing ha pubblicato l’anno scorso il suo primo album, con l’etichetta PAN di Bill Kouligas, e a Roma ha presentato una performance inedita in anteprima.
Tra sonorità drone e noise, avvolti in un’aura mistica ed ipnotica, i toni di Daijing sono stati preceduti dal sound eclettico di Rabih Beaini, berlinese di origini libanesi meglio noto al grande pubblico come Morphosis.
Ma è solo la lunga scarica sonora e pulsante inferta dal set di Alva Noto, ad aver concluso con un terzo atto le quasi quattro ore di spettacolo e ad aver condotto gli spettatori, ancora danzanti, verso il maestoso viale d’uscita della Villa.
E tra i cipressi, ancora vibranti, il rumore dei passi sembrava chiedere: “Ancora!”.