“La medicina è una scienza sociale” – Rudolf Virchow, tra medicina, patologia e politica
Testo e disegni di Paolo Brasioli
La medicina e la biologia sono scienze scoperte e comprese pian piano nei secoli, con l’impegno di tanti che, conoscendone, ne hanno voluto comprendere e saper sempre più, animati dalla volontà di aiutare tutti.
L’opera di Virchow, pietra miliare della medicina moderna
È anche grazie all’opera del patologo Rudolf Virchow (1821-1902), attivo in Berlino, che inizia davvero, dalla seconda metà del’800 una incredibile sequenza concatenata e consequenziale di conoscenze e scoperte in campo medico, che saranno il presupposto per impostare correttamente la scienza medica moderna. E così, sotto il cielo di Berlino, nel 1858 viene pubblicata l’opera “Die Cellularpathologie in ihrer Begründung auf physiologische und pathologische Gewebelehre” (“La patologia cellulare nel suo fondamento sulla scienza fisiologica e patologica dei tessuti”), pubblicato dalla casa editrice specializzata in testi medici August Hirscheald di Berlino. In questa opera, Virchow localizza le malattie nell’alterata struttura delle cellule dell’organismo – e questo dopo che il fisiologo François Xavier Bichat (1771-1803) le aveva localizzate nei tessuti (istologia) e che, prima ancora, il patologo Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) le aveva localizzate in specifiche aree e tessuti (anatomia patologica). E poi, da questa successione esaltante, scaturiranno nuove opportunità che si paleseranno alla comunità scientifica. Con il microbiologo Louis Pasteur (1822-1895) e il batteriologo Robert Koch (1843-1910) si individueranno e dimostreranno le cause, prima di allora misteriose e invisibili, di molte malattie. Poi, l’anestesia con l’etere permetterà le applicazioni della chirurgia, e l’uso dei raggi X permetterà di vedere, scrutare e studiare l’interno del corpo umano, per risolverne le molteplici problematiche.
Formazione e primi incarichi
Rudolf Virchow nacque a Schivelbein (attuale Swidwin, Polonia) nel 1821 e morì a Berlino nel 1902. Giovane studente, aveva già chiaro il suo impegno, testimoniandolo ad esempio nel titolo del tema della sua maturità: “Una vita piena di lavoro non è un peso, ma un bene”. La famiglia non aveva grandi possibilità per permettergli di proseguire gli studi e così Virchow scelse la carriera del medico militare e, nell’autunno del 1839, entrò nell’Istituto di formazione per medici militari di Berlino. Laureatosi a Berlino nel 1843, con la tesi “De rheumate praesertim corneae” (“manifestazioni corneali della malattia reumatica”) e, nel 1848, ricevette l’incarico dal governo di condurre un’inchiesta relativa ad un’epidemia di tifo che aveva colpito la regione della Slesia superiore.
Compiuta diligentemente l’inchiesta, ebbe in seguito la correttezza morale e il coraggio di denunciare apertamente le mancanze del governo in materia di salute pubblica. Sottolineò in questa occasione la sua teoria sociologica secondo la quale i vari fattori politici e socio-economici, come la povertà, la miseria e la presenza di uno stato repressivo, agiscono praticamente come fattori determinanti e predisponenti l’insorgere di patologie e malattie. E così rivelò il proprio profondo e convinto spirito liberale, che si manifestò apertamente durante i moti rivoluzionari del 1848.
Fondò, insieme ad altri colleghi, la rivista “Die medizinische Reform” (“La riforma medica”), sulle cui pagine molti medici ebbero voce per battersi, appunto, per la riforma della medicina. Appena, però, il governo riuscì a riprendere il controllo della situazione, abolendo le poche concessioni fatte, destituì Virchow da ogni ufficio e censurò la rivista. Ma, subito dopo, egli ebbe la cattedra ordinaria in Baviera all’Università di Würzburg, che tenne per ben sette anni, fino al ritorno nella capitale prussiana.
L’impegno scientifico e politico nel soggiorno berlinese
Nel 1856, venne chiamato alla cattedra di anatomia patologica, essendo stato creato appositamente per lui l’Istituto di Patologia, che sarà importante luogo per la formazione di innumerevoli scienziati tedeschi e stranieri di altissimo livello scientifico.
Nel 1858, pubblicò l’opera epocale “CellularPathologie” e, a Berlino, si riadoperò nei suoi interessi politici. Nominato consigliere comunale nel 1859, si impegnò attivamente su questioni di salute pubblica, ad esempio per il miglioramento del sistema di approvvigionamento idrico e dello smaltimento dei liquami e la costruzione di un eccellente impianto fognario a Berlino, che era di basilare importanza in quel momento, vista la notevole espansione demografica. Seguì attivamente la progettazione e la successiva realizzazione di alcuni nuovi ospedali, a Friedrichshain, dove fondò anche una scuola per infermieri, e a Moabit. Promulgò campagne di sensibilizzazione a favore dell’igiene pubblica nel contrasto alle malattie infettive e a favore dell’importanza della scuola. Ebbe incarichi ispettivi anche dal governo norvegese.
Nel 1862, venne eletto membro della Camera dei rappresentanti prussiana per il Partito Progressista Tedesco e dal 1880 fu anche membro del Parlamento dell’Impero Tedesco, dove fu presidente della Commissione Finanze per molti anni. Assunse poi, come medico e sul piano scientifico, la presidenza del “X Congresso Internazionale di Medicina” che si tenne a Berlino nel 1890. Rimase sempre attivo all’Università di Berlino, sino alla morte, all’età di ottantuno anni.
I tantissimi importanti contributi
Grandissimi, importanti, interessanti e scientificamente avvincenti furono i suoi contributi in ogni settore dell’anatomia patologica, ma la sua gloria è soprattutto legata alla fondazione della patologia cellulare. Padre ideale del famoso principio “omnis cellula e cellula” (“ogni cellula nasce da una cellula”), ha lanciato le basi del programma della patologia cellulare con l’obiettivo di rifondare la medicina sulla fisiopatologia cellulare e sul metodo sperimentale. Già a partire dalle prime versioni della teoria cellulare, egli aveva sviluppato l’applicazione della nuova concezione dell’organizzazione dell’organismo vivente alla patologia. Di fatto, la patologia umana era per Virchow la patologia delle cellule del corpo umano, di volta in volta distribuita ed estesa in molteplici modi diversi. Fu anche insigne antropologo e paleontologo e interessato, e con proprie posizioni, circa le nascenti teorie sull’all’evoluzionismo.
Il museo che esalta la sua opera
Testimonianza viva di tutto questo, è l’interessante e ben accessibile Museo di Storia della Medicina di Berlino, che è un’istituzione della Charité – Universitätsmedizin Berlin. Esso è nato proprio dal Museo Patologico di Rudolf Virchow, e si trova nell’ex museo dell’Istituto di Patologia sul tradizionale sito della Charité al Campus Mitte.
Virchow Medico Universale
Tenendo a mente anche l’affermazione di Federico II il Grande (1712-1786) per il quale “La politica è lo strumento per la felicità delle persone”, l’impegno ampio e partecipativo di Rudolf Virchow, come uomo, medico e politico venne da lui instancabilmente espresso nelle sue oltre duemila pubblicazioni, e si può sintetizzare proprio con tre sue citazioni:
“I medici sono gli avvocati naturali dei poveri e la questione sociale rientra in buona parte nella loro giurisdizione”.
“La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala”.
“L’istruzione medica non esiste per fornire alle persone l’opportunità di imparare a guadagnarsi da vivere, ma al fine di rendere possibile la tutela dei cittadini”.
DEDICA: Dedico questo mio articolo e disegno, nato dalla personale emozionata passione, a tutti gli studenti di Medicina e Biologia, affinché si sentano ulteriormente incoraggiati e coinvolti, ricevendo energia e motivazione nell’animo dal motto “Non sibi sed omnibus” (non per sé ma per tutti). Tra loro mio figlio Massimo! Grazie…
L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura
Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.
Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.
Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.
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