Legalizzazione dell’aborto prima del voto: la proposta della capogruppo SPD
Un gruppo di parlamentari tedeschi, guidato da Katja Mast, capogruppo SPD, sta promuovendo una proposta di legge per abolire il paragrafo 218 del codice penale tedesco, che regola la punibilità dell’aborto. L’obiettivo è modificare la legge prima delle elezioni anticipate del Bundestag previste per il 2025, un traguardo ambizioso che richiede un ampio consenso parlamentare e, secondo i promotori, è l’unico modo per garantire la depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza. Questo perché un governo a guida CDU – quale sembra destinato a emergere dalle prossime elezioni, assai difficilmente vorrà legiferare sulla legalizzazione dell’aborto.
La legalizzazione dell’aborto può essere approvata solo se l’FDP non si oppone
La proposta, recentemente presentata al parlamento, prevede la depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza fino alla dodicesima settimana, eliminando il periodo di attesa obbligatorio di tre giorni che segue la consulenza, anch’essa obbligatoria. Al momento, infatti, l’aborto non è tecnicamente legale in Germania, semplicemente non è perseguito penalmente, a patto che venga effettuato, appunto, entro il terzo mese e previa consulenza. Inoltre, la riforma include la copertura dei costi dell’aborto da parte delle assicurazioni sanitarie.
L’attuale sistema è visto da molti come un compromesso insoddisfacente. Katja Mast sostiene che la depenalizzazione completa sia attesa da molte donne e dalla maggioranza della società tedesca, che considera l’attuale legislazione obsoleta e restrittiva.
Per l’approvazione della mozione sarà cruciale il sostegno o almeno l’astensione del gruppo parlamentare dell’FDP. La deputata SPD Carmen Wegge ha riferito di “buone e costruttive discussioni” con i colleghi liberali, suggerendo che ci sia spazio per un accordo. Tuttavia, l’opposizione da parte dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) e dell’Unione Cristiano-Sociale (CSU) rimane forte. Nonostante ciò, il leader della CDU, Friedrich Merz, si è detto recentemente aperto a un confronto, ma solo dopo le prossime elezioni.