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La grazia del Presidente: esiste anche in Germania, ma c’è chi la contesta

È proprio vero che tutto ciò che arriva dagli USA influenza la politica europea, anche quando sembra pertenere a questioni squisitamente statunitensi? Da un punto di vista tedesco, parrebbe di sì. Il fatto che il presidente uscente Joe Biden, contravvenendo ai principi che aveva lungamente professato, abbia concesso la grazie al figlio Hunter per metterlo al riparo da possibili indagini passate, presenti e anche future ha infatti acceso dibattito sul diritto di grazia del Presidente della Repubblica tedesco. Nello specifico, i Verdi e Die Linke ne chiedono ora l’abolizione. 

Come funziona la grazia presidenziale nel sistema tedesco?

Questa prerogativa presidenziale, sancita dall’articolo 60 della Costituzione tedesca, consente al Capo dello Stato di intervenire in casi specifici e particolarmente complessi, ma le informazioni su come viene esercitata sono scarse e spesso difficili da ottenere.

L’Ufficio presidenziale mantiene il riserbo sul numero e l’identità dei graziati, citando la prassi di pubblicare i dati solo dopo la fine del mandato presidenziale. Un tentativo legale per ottenere maggiore trasparenza è stato respinto dal Tribunale amministrativo di Berlino-Brandeburgo, che ha confermato la legittimità del riserbo istituzionale. Durante un’udienza, è emerso che l’attuale Presidente Frank-Walter Steinmeier ha graziato 15 persone nel suo primo mandato, tra il 2017 e il 2022, leggermente più dei suoi predecessori immediati, ma molto meno rispetto a quanto avvenuto nei decenni precedenti.

Il numero ridotto delle richieste di grazia è attribuito al fatto che il Presidente può intervenire solo su condanne emesse da tribunali federali, limitando così il numero di casi eleggibili per tale intervento. In Germania esiste anche un’altra forma di indulto più nota, ovvero l’amnistia natalizia, una tradizione radicata in tutto il paese che si ripete ogni anno e che è di competenza dei ministri della Giustizia regionali. Questa misura consiste semplicemente in un termine anticipato della pena per detenuti che avrebbero comunque finito di scontare il loro debito con la giustizia a fine anno.

Chi vuole abolire il “retaggio della monarchia”

Il problema della grazia presidenziale, secondo Verdi e Die Linke, risiede principalmente nella scarsa trasparenza della pratica e nel suo essere un retaggio della monarchia, che investe il capo dello Stato federale di alcuni poteri che un tempo spettavano al sovrano, permettendogli di scavalcare l’autorità dei tribunali civili che hanno emesso le condanne. Questo punto particolare è stato sollevato da Elisa Hoven, professoressa di diritto penale e giudice della Corte costituzionale della Sassonia, in una dichiarazione all’emittente radiofonica di Deutschlandfunk. A parte alcune eccezioni, come la grazia alle terroriste della RAF Verena Becker (1989) e Adelheid Schulz (2002), non è noto a chi il Presidente della Repubblica Steinmeier abbia concesso la grazia. Secondo un portavoce della Presidenza, il riserbo sarebbe da attribuire alla protezione dei dati e dei diritti personali: “La pubblicazione di una decisione positiva e la relativa segnalazione potrebbero anche ostacolare la reintegrazione e la risocializzazione della persona graziata”.

Mentre i deputati di Verdi e Die Linke Till Steffen e Clara Bünger chiedono rispettivamente l’abolizione di questo “diritto precostituzionale” e maggiore chiarezza sui criteri di concessione, esprimendo preoccupazioni sulla possibilità che anche terroristi condannati possano essere graziati all’insaputa dell’opinione pubblica, la CDU/CSU difende lo status quo. Andrea Lindholz, vice capogruppo parlamentare dell’Unione, sostiene che una totale trasparenza danneggerebbe sia l’ufficio presidenziale che il diritto di grazia stesso, invocando fiducia e rispetto per la carica del Presidente federale, anche se le sue decisioni non possono accontentare tutti.

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