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Die Linke: “blocco degli aumenti di affitto nazionale per 6 anni”

La crisi degli alloggi, negli ultimi mesi, è rimasta in cima all’agenda politica di Die Linke. Dopo le proposte per l’edilizia popolare di Berlino, il partito ha formulato un piano anche a livello nazionale e si tratta, anche in questo caso, di una misura orientata alla tutela degli interessi degli affittuari, che non mancherà di incontrare resistenze da parte dei proprietari. In un documento dettagliato, i vertici del partito hanno suggerito l’introduzione di un blocco degli aumenti degli affitti a livello nazionale per un periodo di sei anni.

Die Linke ha espresso forti critiche nei confronti del Cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD) riguardo alla sua gestione della politica abitativa, definendo il suo operato “disastroso” e accusandolo di aver “completamente fallito” nell’affrontare la crisi degli alloggi che sta colpendo il paese.

Un blocco degli aumenti dovrebbe essere più efficace del “freno agli affitti”

La proposta formulata dalla Sinistra prevede l’introduzione di un tetto nazionale agli affitti durante il periodo di blocco, con l’obiettivo di frenare la crescita incontrollata dei prezzi. Nelle aree ad alta crisi abitativa, il partito suggerisce anche una riduzione dei canoni particolarmente elevati, per rendere gli alloggi più accessibili a un maggior numero di persone.

Oltre al blocco degli affitti, il piano di Die Linke include un significativo investimento nell’edilizia popolare, con una proposta di 20 miliardi di euro all’anno destinati alla costruzione di 100.000 alloggi sociali. Va notato che l’offerta di case popolari, in Germania, è al momento a livelli storicamente bassi.

Il partito critica l’attuale “freno agli affitti” imposto dal governo federale, giudicandolo inefficace e deplorando l’eccessiva facilità, per i proprietari, di mettere in atto pratiche che permettono di eluderlo legalmente. Un esempio lampante è quello dell’affitto di appartamenti ammobiliati nelle grandi città, che permette ai proprietari di aggirare le restrizioni esistenti. Fino a pochi anni fa, in città come Berlino, era quasi impensabile trovare in affitto un appartamento già ammobiliato: nella maggior parte delle unità abitative non c’erano nemmeno i principali elettrodomestici e a volte neppure i sanitari. Dal momento, però, che per gli appartamenti ammobiliati il limite dell’equo canone non vale, è sempre più frequente che i proprietari investano una piccola somma per arredare gli appartamenti con mobilia a buon mercato, per poi essere liberi di alzare il canone di affitto, in piena legalità, oltre i limiti che sarebbero imposti allo stesso appartamento, se questo fosse vuoto. 

Il futuro degli affitti è incerto

L’attuale “freno agli affitti”, che rimarrà in vigore fino al 2025, limita gli aumenti dei canoni nei mercati tesi al 10% sopra il riferimento locale per i nuovi contratti. Tuttavia, poiché il suo rinnovo dipenderà dall’esito delle prossime elezioni e sembra improbabile che un governo a guida CDU scelga di rinnovarlo o aggiornarlo nel senso di una maggiore tutela degli inquilini.

Secondo quanto riportato in un documento diffuso da Die Linke, gli affitti in Germania hanno raggiunto livelli record, mentre l’offerta di case popolari continua a diminuire, rendendo sempre più difficile per molti cittadini trovare un alloggio a prezzi accessibili.

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