Tesla Grünheide: la polizia sgombera il campo degli ambientalisti
Dopo circa nove mesi di protesta e occupazione, il campo degli ambientalisti intorno allo stabilimento Tesla di Grünheide, nella foresta del Brandeburgo, è stato sgomberato dalla polizia. L’operazione di sgombero è iniziata lunedì 18 novembre, quando le autorità hanno chiesto ai manifestanti di liberare temporaneamente un’area per consentire la ricerca di ordigni bellici.
La motivazione iniziale: ricerca di ordigni inesplosi della seconda guerra mondiale
Questa è una pratica relativamente comune in molte parti della Germania: non è raro che, nel terreno, anche in profondità, si trovino ancora ordigni inesplosi risalenti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Dal momento che questi sono ancora potenzialmente pericolosi, si rende necessario rimuoverli e metterli in sicurezza. Specialmente se si trovano nei pressi di centri abitati o, come in questo caso, se sul terreno possono essere avviati lavori di edificazione. Ed è proprio questo il punto: gli attivisti hanno interpretato questa ricerca di bombe inesplose, propedeutica a una “eventuale” espansione della fabbrica, come una conferma del fatto che le autorità locali abbiano intenzione di cedere alle richieste dell’azienda di Musk, nonostante la popolazione di Grünheide sia fortemente contraria all’ampliamento.
Gli ambientalisti non hanno lasciato volontariamente il campo davanti allo stabilimento Tesla Grünheide: scattato lo sgombero
Per questo motivo, gli ambientalisti, che da febbraio vivevano in un accampamento di case sugli alberi, costruito nell’area di foresta intorno alla fabbrica di auto elettriche, si sono rifiutati di allontanarsi, anche temporaneamente, accusando la polizia di volerli, in realtà, sgomberare. Lo sgombero è in effetti avvenuto nella giornata di martedì.
Nel confermarlo, le forze dell’ordine hanno citato diverse violazioni, fra cui alcune infrazioni rispetto al divieto di mascheramento. Diversi manifestanti sono scesi dagli alberi quando è stato loro chiesto, altri sono stati scortati giù dagli alberi dagli agenti, quattro sarebbero stati posti in stato di fermo temporaneo. L’intervento ha coinvolto oltre 100 agenti di polizia.
Le rivendicazioni degli ambientalisti
Gli attivisti, che fanno parte del movimento che intende difendere le riserve di acqua potabile dal consumo eccessivo che l’impianto Tesla comporta e che già in passato ha causato razionamenti per la popolazione locale, hanno reagito con indignazione. La portavoce del gruppo “Tesla stoppen” ha espresso preoccupazione per la sicurezza dei manifestanti, sottolineando le condizioni meteorologiche avverse e la rimozione di alcune strutture sugli alberi quando ancora gli attivisti non erano scesi. Gli ambientalisti, in generale, criticano questa azione della polizia definendola una provocazione deliberata e una violazione della libertà di riunione pubblica.
Gli ambientalisti, oltre a opporsi all’utilizzo da parte di tesla delle risorse idriche locali, contestano l’abbattimento di alberi e la distruzione della foresta. Il 15 ottobre, il Ministero dell’Ambiente del Brandeburgo aveva concesso un primo permesso parziale per l’ampliamento dello stabilimento. Tesla intende raddoppiare la produzione a Grünheide, raggiungendo un milione di veicoli all’anno, e aumentare la capacità di produzione di celle per batterie dagli attuali 50 a 100 gigawattora annui. Per ottenere le autorizzazioni necessarie, l’azienda ha suddiviso il progetto in diverse fasi.
Lo sgombero dell’accampamento ha ricevuto il sostegno di alcuni esponenti politici del Parlamento del Brandeburgo, in particolare dalle file dell’SPD e della CDU.
In risposta all’azione della polizia e alle scelte della politica locale, intanto, gli attivisti che si oppongono all’espansione di Tesla hanno annunciato l’organizzazione di una “passeggiata nella foresta” a Grünheide per sabato.