Michael O’Leary, CEO irlandese di Ryanair, ricalca uno stile comunicativo imprenditoriale molto popolare negli ultimi anni. Sedendo a capo di un impero miliardario, ci tiene a presentarsi con modi da “uomo del popolo”, che “dice le cose come stanno” e non si fa problemi a usare un linguaggio colorito anche nelle conferenze stampa – per esempio nella più recente, durante la quale ha annunciato che Ryanair taglierà altri voli dalla Germania, riducendo ulteriormente le operazioni in tutto il Paese.
O’Leary show: “mercato dell’aviazione schifoso”, i Verdi propongono “soluzioni del cazzo”
O’Leary ha dato l’annuncio non risparmiandosi le battute, per esempio dicendo che agli irlandesi i tedeschi stanno simpatici quando battono gli inglesi a calcio e motivando la scelta di ridurre i voli con il fatto che la Germania abbia un “governo di idioti” e che le sue politiche in materia di aviazione siano “merda”. Nel complesso, secondo il CEO della compagnia aerea low cost, quello tedesco sarebbe “Il mercato dell’aviazione più schifoso”, con “tasse assurde”, l’aeroporto BER sarebbe “disfunzionale” e le soluzioni proposte dal governo, specialmente quelle supportate dai Verdi, sarebbero “soluzioni del cazzo”. La loro politica ambientale, afferma, non è degna di essere presa sul serio, poiché chiede soluzioni sostenibili all’aviazione, ma continua a bruciare lignite nelle centrali elettriche.
Secondo l’AD di Ryanair, è proprio l’aeroporto della capitale a essere scarsamente attraente per le compagnie aeree, a causa degli oneri ritenuti insostenibili e delle “stronzate sulle tasse di sicurezza”. I costi per passeggero in Germania, afferma, superano il prezzo medio europeo del biglietto, (circa 52 euro, secondo Ryanair, mentre i costi operativi per passeggero in Germania sono di circa 58 Euro) eppure, afferma, i tedeschi finanziano altre industrie, come quella automobilistica, o la propria compagnia di bandiera, Lufthansa.
Gli stessi toni, O’Leary li ha riservati anche alla qualità del controllo del traffico aereo in Germania. Ha inoltre menzionato i numeri, veri e poco confortanti del BER: costato oltre sei miliardi, ha ancora oggi numeri inferiori in termini di passeggeri, rispetto a quelli dei vecchi aeroporti di Schönefeld e Tegel (25 milioni all’anno, contro gli oltre 35 dei vecchi hub).
Fra gli esempi virtuosi, ha citato l’Italia e la Spagna, che sono ottimi mercati per Ryanair, dove il numero dei viaggi aerei è risalita percentualmente molto di più dopo la pandemia. Per Ryanair, insomma, il BER è ormai un aeroporto minore, regionale, mentre sono più interessanti quelli di Francoforte sul Meno e Monaco, Colonia/Bonn o Amburgo. Anche gli hub di Memmingen, Weeze o Hahn a Hunsrück sono stati definiti esempi positivi. Infine, la compagnia avrebbe anche risentito dei numerosi ritardi e del divieto di voli notturni.
Ryanair taglierà altri voli, a meno che il governo non elimini le tasse sull’aviazione
Dopo aver dipinto questo quadro apocalittico, O’Leary ha rassicurato i giornalisti tedeschi in conferenza stampa a Dublino sul fatto che Ryanair non abbandonerà completamente la Germania, anche perché si tratta del mercato più grande d’Europa per una compagnia aerea, semplicemente impiegherà più risorse in altri Paesi. Inoltre, come già annunciato, Ryanair si ritirerà dagli aeroporti di Dortmund, Dresda e Halle/Lipsia alla fine di marzo 2025. Inoltre, il vettore ridurrà la capacità ad Amburgo del 60%, a Colonia/Bonn del 10% e a BER del 20%. A Schönefeld, dove Ryanair utilizza il Terminal 2, saranno cancellate sei delle 54 rotte. In tutta la Germania sarà eliminato il 12% dei posti.
Ai tagli annunciati per l’orario estivo 2025, ne seguiranno degli altri ancora non noti.
In alternativa, entro il 2030 l’azienda potrebbe stazionare altri 30 aerei in Germania, con lo scopo di raddoppiare il numero di passeggeri a 34 milioni all’anno e creare un migliaio di posti di lavoro in più, a patto, chiede O’Leary, che la tassa sull’aviazione venga ridotta e infine abolita e che vengano limitati i diritti di sicurezza e gli oneri aeroportuali. Finora, tuttavia, l’AD si dice deluso di non aver ricevuto risposta dai politici tedeschi in merito a questo suggerimento.
Secondo O’Leary, dovrebbero essere i passeggeri a ribellarsi al governo, che impone tariffe troppo alte. Un augurio bizzarro, considerando che l’amministratore di Ryanair dovrebbe sapere che il passeggero low cost è tendenzialmente una creatura pacifica, che non protesta neppure di fronte alla costante riduzione della quantità di bagaglio che gli viene consentito di portare e al crollo degli standard di servizio a terra, in aria e online, sotto forma di assistenza al cliente.