“Questo evento mi ha mosso qualcosa dentro, mi ha profondamente toccata”: è stato il commento a caldo di Katia Squillaci, organizzatrice dell’incontro sulla violenza economica del ciclo “Paura non abbiamo“, tenutosi presso la sede del Comites il 25 dicembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’evento è stato tuttavia trasmesso anche in streaming, con la regia tecnica dei consiglieri Comites Laura Sajeva e Maurizio Costa Clari.
Durante l’incontro cinque professioniste legate ad associazioni attive sul territorio, più una professionista in collegamento dall’Italia, per offrire anche una prospettiva sul nostro Paese d’origine, hanno parlato del fenomeno con Lucia Conti, editrice del Mitte.
“Paura non abbiamo” 2024: la violenza economica e le sue implicazioni
Non si affronta molto spesso il tema della violenza economica, eppure è una forma di abuso che rientra appieno nello spettro della violenza di genere e che consiste nell’impedire l’accesso al lavoro e in generale alle risorse finanziarie, creando una dipendenza economica allo scopo di mantenere potere all’interno di una relazione.
Trovarsi in questa situazione non solo impedisce l’emancipazione a tutto campo della persona economicamente dipendente, ma aggrava anche tutte le altre forme di violenza, “blindandole” all’interno di una prigione da cui non è facile uscire.
Analisi e soluzioni proposte
Le professioniste che hanno discusso dell’argomento non si sono risparmiate non solo nell’analizzare il fenomeno, ma anche nel proporre soluzioni concrete legate alle associazioni o ai contesti in cui operano. Sono infatti intervenute, nell’ordine, Alessandra Pantani, giurista e presidente di Rete Donne Berlino, la Dott.ssa Caterina Nicolosi, psicologa e psicoterapeuta specializzata in terapia sistemica e del trauma, attiva all’interno delle associazioni Salutare e.V. (Associazione per la salute mentale in Germania) e Il Centro, la Dott.ssa Annalisa Maggiani, psicologa e danzaterapeuta del centro interculturale per le donne SUSI e Cristina Cipolletta, responsabile del Centro per l’Imprenditoria femminile I.S.I. e.V., a supporto delle donne immigrate. Si è poi collegata dall’Italia la dottoressa Ghislena Leotta, psicologa clinica, giuridica e psicoterapeuta, con esperienza nei centri di ascolto a Torino e Modena.
Durante l’evento si è parlato del fenomeno dal punto di vista sistemico, vale a dire affrontando tutte le componenti che vanno prese in considerazione all’interno di una società complessa. Si è parlato, dal lato psicologico, della necessità di prendere innanzitutto coscienza del problema, principio che vale per tutti i tipi di violenza e concetto approfondito prevalentemente dalle dottoresse Nicolosi e Leotta.
Si è poi parlato anche di un sistema economico contemporaneo, anche in Europa, in cui fenomeni come il gender gap e le discriminazioni subite dalle donne sul lavoro rendono più difficile l’emancipazione femminile. Ci hanno aiutato ad allargare lo sguardo su leggi, fondi e risorse a disposizione per superare questo dislivello Alessandra Pantani, che con Rete Donne svolge un lavoro di monitoraggio dei principali problemi e soluzioni alle falle del sistema, e Cristina Cipolletta, che con ISI aiuta donne di molti Paesi ad affermarsi nell’imprenditoria.
Con Annalisa Maggiani, invece, abbiamo approfondito molto quanto particolari condizioni sociali, personali e culturali possano creare le condizioni della dipendenza e quindi della violenza economica. Proprio per questo l’associazione in cui Maggiani opera, SUSI, offre un aiuto concreto e strumenti di emancipazione a donne appartenenti a diverse nazioni e background, partendo dalla comprensione dei contesti in cui queste donne vivono e si sono formate.
Casi specifici: vita vissuta
Sia la Dott.ssa Leotta che la Dott.ssa Nicolosi hanno inoltre fatto riferimento ad alcuni casi da loro seguiti, mostrando come la presa di coscienza possa essere la chiave di volta per un cambiamento anche complesso e a qualunque età. Nicolosi ha per esempio parlato di donne di sessant’anni che hanno trovato il coraggio di cambiare vita e approccio, dopo aver intrapreso un percorso di autocoscienza.
La Dott.ssa Leotta ha invece chiarito il modo in cui funzionano i centri antiviolenza e i centri di ascolto, che spesso mettono a disposizione team multidisciplinari formati da psicologi/e, avvocati/e e assistenti sociali, in grado di far fronte a ogni richiesta di aiuto con competenza e in relazione a tutti gli aspetti di un problema complesso. Anche lei ha inoltre parlato di alcune dinamiche concrete, che hanno messo in luce ancora una volta quanto dura e drammatica possa essere la violenza di genere, in tutte le sue declinazioni, e quanto gli abusi possano segnare le donne. Che possono comunque sempre decidere di chiedere aiuto, quando se ne rendono conto. Il messaggio è sempre e comunque di speranza: si può essere aiutate, in qualunque momento. Non si è mai sole.
Il coinvolgimento del pubblico
Il pubblico è stato attento e partecipe e non ha risparmiato interventi interessanti, che hanno anche fatto riferimento a situazioni specifiche.
“Mi hanno colpito molto gli interventi dal pubblico e il fatto che qualcuno abbia avuto il coraggio di fare domande relative a persone reali” ha commentato Katia Squillaci, mentre la vicepresidente del Comites, Amelia Massetti, che ha fatto un intervento introduttivo portando anche i saluti del presidente Federico Quadrelli, ha ribadito che l’incontro ha offerto “preziose informazioni per supportare le donne vittime di violenze spesso nascoste dietro l’apparenza dell’amore”, aiutandole di conseguenza a visualizzare quelle vie d’uscita “che troppo spesso sembrano irraggiungibili”.
Alla fine dell’evento (qui trovate il link all’intero dibattito) c’è stato un toccante momento musicale. L’artista Selenia ha infatti eseguito il suo brano “A volte“, disponibile su SoundCloud e divenuto già, nei cuori di molte, l’inno di “Paura non abbiamo”. Questo evento, che va avanti dal 2020 e che continuerà, ogni 25 novembre ma non solo, espandendo la sua rete e cercando di fare domande, ma, soprattutto, di trovare soluzioni.