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La Germania cerca un deposito per le scorie nucleari: dovrà resistere un milione di anni

La Germania ha abbandonato definitivamente il nucleare, chiudendo l’ultima centrale nel 2023. Fine della storia per tutto ciò che riguarda l’energia nucleare? Neanche per idea: il Paese deve fare ora i conti con circa 27.000 metri cubi di scorie radioattive, prodotte nei sei decenni in cui le centrali sono state in funzione. Una delle priorità del settore, adesso, è quindi quella di trovare un sito adeguato per lo stoccaggio definitivo delle scorie nucleari in Germania.

Il processo è in corso già da qualche tempo e sta avanzando, man mano che si restringe il novero delle aree potenzialmente idonee. Secondo quanto riportato da Dagmar Dehmer, portavoce dell’Azienda federale per lo stoccaggio definitivo (“Bundesgesellschaft für Endlagerung” o BGE), circa il 10% delle sottozone inizialmente considerate è stato escluso. Gli esperti devono ancora analizzare circa il 44% del territorio nazionale, per valutare dove costruire un deposito destinato a durare almeno 100.000 anni – ma, preferibilmente, un milione.

Dove mettere in sicurezza le scorie nucleari? Il sito dovrebbe essere individuato entro il 2050

Il termine fissato per l’individuazione del sito è il 2050, un traguardo ambizioso che richiede un’attenta valutazione delle caratteristiche geologiche e ambientali delle aree candidate. Vale la pena di considerare che, anche negli altri Paesi del mondo che hanno dovuto costruire siti del genere, l’individuazione del luogo più adatto ha richiesto vari decenni.

Le recenti valutazioni hanno portato all’esclusione di diverse zone, tra cui ampie aree della Baviera settentrionale, una sottozona argillosa tra Brandeburgo e Sassonia orientali e il “Glücksstadtgraben” tra Schleswig-Holstein, Amburgo e Bassa Sassonia. Nella zona tra Baden-Württemberg orientale e Baviera occidentale, circa il 75% dell’area è considerata poco adatta, mentre il restante 25% è ancora in fase di studio. Nel bacino della Turingia, il 30% delle aree è ancora sotto esame. Nel Brandeburgo, ampie zone sono state escluse. Restano da esaminare alcune piccole aree nel distretto di Elbe-Elster e tra Cottbus e Spremberg (Spree-Neisse), nel sud dello Stato. Altri siti potenziali nel Brandeburgo non sono ancora stati classificati. Si tratta delle regioni a sud di Potsdam e nella parte occidentale del Brandeburgo intorno a Neuruppin, Wittenberge, Wittstock/Dosse e Rathenow.

I risultati dello studio sono accessibili al pubblico attraverso una mappa interattiva sul sito web della BGE, costantemente aggiornata con motivazioni dettagliate per ogni area, basate sulle caratteristiche geologiche locali.

La BGE punta a completare la prima fase di ricerca entro la fine del 2027. Successivamente, spetterà al Bundestag, il parlamento tedesco, decidere in quali aree condurre esplorazioni più approfondite. Dehmer ha chiarito che anche le aree attualmente classificate come non idonee non sono definitivamente escluse fino all’approvazione della legge che determinerà le regioni di ubicazione. Tuttavia, da un punto di vista scientifico, la probabilità che un deposito venga realizzato in queste zone è considerata bassa.

La mappa informativa pubblicata dalla BGE identifica 90 sottoregioni con condizioni geologiche potenzialmente favorevoli, situate principalmente nel nord e nel sud della Germania. Queste aree sono state selezionate sulla base di criteri rigorosi che considerano diversi fattori, tra cui aspetti geologici, idrogeologici e sismici.

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