Continua la crisi dell’industria “pesante” in Germania, che sta sperimentando una riduzione drastica dei posti di lavoro, destinata a proseguire anche nei prossimi anni. Dopo le migliaia di licenziamenti annunciate da Volkswagen e dalla divisione tedesca di Ford, è la volta di Thyssenkrupp.
5.000 posizioni tagliate, 6.000 esternalizzate in 6 anni
Il colosso industriale tedesco con sede a Duisburg ha infatti recentemente annunciato un drastico piano di riduzione del personale nella sua divisione acciaio. L’azienda prevede di tagliare circa 11.000 posti di lavoro entro il 2030, riducendo l’organico dagli attuali 27.000 dipendenti a circa 16.000. Nello specifico, 5.000 posizioni saranno eliminate del tutto, mentre altre 6.000 verranno esternalizzate.
La decisione è stata presa in risposta alla flessione della domanda nel mercato siderurgico, che ha costretto Thyssenkrupp a rivedere le sue strategie operative e di produzione. L’azienda ha infatti annunciato che la produzione annua di acciaio sarà ridotta dagli attuali 11,5 milioni di tonnellate a un intervallo compreso tra 8,7 e 9,0 milioni di tonnellate, allineandosi ai volumi di spedizione registrati nell’anno fiscale precedente.
Dennis Grimm, responsabile del settore acciaio di Thyssenkrupp, ha parlato della necessità di adattarsi alle nuove condizioni di mercato attraverso adeguamenti mirati e riduzioni dei costi, ma, nelle comunicazioni ufficiali dell’azienda, ha anche professato l’intenzione di mantenere un equilibrio tra efficienza operativa e sostenibilità occupazionale, garantendo prospettive a lungo termine per il maggior numero possibile di lavoratori
Thyssenkrupp in crisi nonostante enormi investimenti pubblici
La strategia futura per la divisione acciaio è stata oggetto di controversie e discussioni interne. Ad agosto, l’ex CEO di Thyssenkrupp Steel Bernard Osburg si è dimesso, insieme ad altri dirigenti, fra i quali l’ex leader SPD Sigmar Gabriel. Queste dimissioni hanno portato a una riorganizzazione della leadership e alla commissione di due perizie per valutare le prospettive a breve e lungo termine del settore.
Parallelamente, la casa madre Thyssenkrupp intende procedere con l’indipendenza della divisione acciaio, un processo che potrebbe richiedere tempo e ulteriori adeguamenti strategici. La società energetica ceca EPCG, di proprietà del miliardario Daniel Křetínský, attualmente detiene il 20% delle quote di Thyssenkrupp Steel, la più grande acciaieria tedesca. In futuro, EPCG potrebbe aumentare la sua partecipazione fino al 50%, portando potenzialmente a nuove opportunità di investimento e sviluppo per la divisione acciaio di Thyssenkrupp, contribuendo così a rafforzare la sua posizione nel mercato globale.
Anche per Thyssenkrupp Steel, come per le industrie automobilistiche delle quali abbiamo parlato nei giorni scorsi, uno dei problemi principali sembra essere la concorrenza dei produttori asiatici, insieme all’aumento dei costi di produzione e al calo della domanda globale. Va anche ricordato che Thyssenkrupp ha beneficiato di sostanziali aiuti da parte dello stato. Con il dichiarato obiettivo di migliorare l’impatto ambientale della produzione siderurgica, l’azienda avrebbe infatti pianificato la produzione di “acciaio verde”, che si lavora utilizzando idrogeno. A questo scopo, ha avviato la costruzione di un nuovo impianto a Duisburg. Il progetto è sovvenzionato dal governo federale e dal Land del Nord Reno-Westfalia in ragione di due miliardi di euro. Tuttavia, nonostante il sostanziale supporto statale, il progetto rimane oneroso per Thyssenkrupp Steel, che si è impegnata comunque a completarlo, ma ha caldeggiato l’avvio di un “dibattito costruttivo” su come garantirne la sostenibilità economica.
L’industria siderurgica è considerata un pilastro dell’economia tedesca, ma sembra tutt’altro che immune dai rivolgimenti di un panorama economico che si sta adattando a nuove esigenze e nuove necessità e che mette in discussione anche gli elementi che sembravano imprescindibili.