Governo Scholz: i tedeschi vogliono staccare la spina
In Germania, la società Infratest Dimap realizza regolari sondaggi per ARD, per testare il polso politico del Paese. In linea di massima, si tratta di un ritratto abbastanza accurato del Paese reale. Mi come questa settimana, quindi, il DeutschlandTrend – questo il nome della pubblicazione regolare – è stato atteso e consultato con interesse. Il tema caldo del momento, infatti, sono le elezioni anticipate e la fiducia in un governo Scholz che sembra ormai essersi protratto molto oltre quello che poteva essere il suo termine di sopravvivenza “naturale”, vista l’incompatibilità di prospettive degli alleati che fanno parte della coalizione (ovvero SPD, Verdi ed FDP).
La maggioranza vuole elezioni anticipate: il governo Scholz non convince
Il sondaggio del 7 novembre rivela che la maggioranza dei tedeschi, il 65% degli intervistati, è favorevole a nuove elezioni anticipate, mentre solo il 33% appoggia il piano del cancelliere Olaf Scholz di posticipare il voto di fiducia a gennaio.
L’indagine evidenzia una diffusa insoddisfazione verso l’attuale esecutivo, con il 59% dei cittadini che accoglie positivamente la fine della coalizione che in Germania si chiama a “semaforo” (per via dei colori: rosso per i socialdemocratici dell’SPD, giallo per i liberali dell’FDP e verde per i Verdi) e solo il 14% soddisfatto del suo operato, uno dei livelli più bassi di gradimento registrati in oltre 27 anni di rilevazioni. La coalizione sembra non essere riuscita a mantenere la fiducia del pubblico, con critiche alla gestione delle politiche economiche e sociali e alla mancanza di coesione tra i partiti.
La colpa della crisi di governo? per il 40% è di Christian Lindner
Riguardo alle responsabilità della crisi di governo, il 40% degli intervistati attribuisce la colpa principale all’FDP dell’ex Ministro delle Finanze Christian Lindner, il cui braccio di ferro col cancelliere si è concluso con il ritiro dei liberali dalla coalizione, il 26% ai Verdi e il 19% all’SPD di Scholz. Quel che è certo è che i tre partiti non sono stati in grado di lavorare insieme efficacemente per affrontare le sfide del Paese, restando comunque nelle buone grazie dei rispettivi elettorati – a voler essere indulgenti, si potrebbe considerare che questi obiettivi, già di per sé difficilmente compatibili, potrebbero essere irraggiungibili per qualsiasi governo che si trovasse a guidare il Paese attraverso una pandemia epocale, una crisi economica senza precedenti e due scenari di conflitto internazionale con pesanti riverberi sull’economia e la società del Paese. Tensioni interne e divergenze su questioni chiave come la politica energetica e la gestione della pandemia, infatti hanno contribuito più di altre a minare la stabilità del governo.
Se si votasse domani, stravincerebbe la CDU
Che cosa succederebbe, se si andasse alle urne domani? Le intenzioni di voto mostrano la CDU/CSU in testa con il 34%, seguita dall’AfD al 18%, dalla SPD al 16%, dai Verdi al 12%, dall’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) al 6% e dall’FDP al 5%. La CDU/CSU, come era ampiamente previsto, sembra beneficiare della disillusione verso la coalizione di governo e stacca di misura AfD, lasciando prevedere in modo piuttosto chiaro chi detterà le regole della prossima coalizione.
I risultati del sondaggio evidenziano una netta preferenza degli elettori tedeschi per un ritorno a un governo guidato dalla CDU/CSU. Quasi la metà degli intervistati (46%) indica l’unione dei partiti conservatori come la forza politica più adatta a guidare il prossimo esecutivo, mentre solo il 13% si esprime a favore di un governo guidato dall’SPD.
La candidatura di Olaf Scholz alla carica di cancelliere sembra dividere profondamente l’elettorato socialdemocratico. Mentre il 45% dei sostenitori dell’SPD considera Scholz un buon candidato, una percentuale leggermente superiore (47%) esprime un parere contrario. Questo risultato, unito al basso gradimento complessivo di Scholz (solo il 21% degli intervistati si dichiara soddisfatto del suo operato), indica una crisi di leadership all’interno del partito che potrebbe quasi rivaleggiare il “terremoto” che si è registrato nella leadership dei Verdi (ma che il Ministro dell’Economia Habeck, che del partito sarà il candidato cancelliere, sembra non trovare particolarmente preoccupante).
E d’altra parte, Habeck è uno dei leader politici che, in contrasto con le difficoltà dei leader di governo, registrano un miglioramento nei sondaggi. Il suo gradimento è infatti salito al 26%, mentre quello del leader dell’FDP Christian Lindner ha raggiunto il 25%, forse proprio per la drammatica uscita dal governo del 6 novembre.
Infine, il sondaggio rileva una divisione dell’opinione pubblica riguardo alla decisione del ministro dei Trasporti Volker Wissing di rimanere in carica dimettendosi dal partito. Il 42% degli intervistati approva questa scelta, mentre il 43% la disapprova.
I risultati del sondaggio mostrano un chiaro desiderio dell’elettorato e lasciano prevedere un cambio di rotta alle prossime elezioni, quale che ne sia la data.