Gassi… in ufficio! Dove cambia il concetto di spazio e di lavoro
di Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli
Gassi verso un recente edificio per uffici del Campus Axel-Springer, in Zimmerstraße, radicalmente nuovo (2020), in cui l’architetto, urbanista e professore olandese Rem Koolhaas (1944), dello studio OMA, è stato brillantemente in grado di incorporare anche la sua esperienza professionale come giornalista e sceneggiatore. Infatti, l’idea è stata quella di creare un concetto progettuale che contrastasse coraggiosamente la consuetudine del lavoro individuale ed isolato, concentrato unicamente su un terminale computer che è lo standard nel mondo digitale di oggi. Infatti esso, sapientemente, si è basato sul creare una idea ispirata ad una concezione allargata e condivisa, con l’obiettivo di rendere il processo di lavoro di ognuno accessibile a tutti gli altri colleghi.
Una nuova idea di lavoro, che diventa una nuova idea di spazio
L’architetto, che è tra gli esponenti del decostruttivismo, è convinto che la collaborazione sia un prerequisito essenziale per l’innovazione, con l’interazione tra le persone posta al centro del processo creativo-lavorativo. L’edificio, pertanto, ha lo scopo di fornire le condizioni ideali per il lavoro collettivo è allo stesso tempo un simbolo della trasformazione dell’azienda da una casa editrice tradizionale per la stampa a una società di media sempre più digitale.
Simile a una effervescente schiuma informe di bolle triangolari, una sezione trasparente si estende verso la città incastonata all’interno dell’inquadratura dell’edificio nero lucido, che è quasi perfettamente cubico! Una interazione tra forme e funzioni espresse, in modo, da combinare due stili formali opposti. Infatti, abbiamo da un lato la facciata in vetro quasi completamente trasparente e molto sfaccettata, che offre ampie ed emozionanti viste sull’atrio centrale, alto ben 45 metri, del campus, e dall’altro un blocco nero in gran parte ortogonale con spazi per uffici.
La facciata curva smaltata offre ai passanti e cittadini una visione diretta del lavoro quotidiano dei giornalisti. Dall’interno si apre la vista sugli edifici più antichi della casa editrice, in particolare l’allora altrettanto iconico grattacielo Axel Springer, color oro. Gli elementi di design dominanti dell’interno dell’edificio sono i molti piani a schiera, che creano paesaggi di lavoro aperti e flessibili, mentre la sezione nera a forma di scatola dell’edificio contiene uffici più classicamente intesi.
Ponti per incontrarsi, spazi per socializzare
In tutte le parti, le scalinate di seduta creano postazioni di lavoro non convenzionali, dove proprio le idee dei singoli possono essere scambiate e distribuite nei gruppi di lavoro. Un totale di ben 13 ponti si estendono come elementi di collegamento in tutto lo spazio. Il più distintivo è un “ponte d’incontro” trasparente che si estende proprio attraverso l’intero spazio aereo per collegare le due metà dell’edificio tra loro. Costituisce non solo un’area di incontro, ma anche un vero e proprio punto panoramico che offre una visione del lavoro nell’intero campus.
L’edificio ha un totale di 13 piani, undici dei quali sono fuori terra, e offre uno spazio utile di oltre 52.000 metri quadrati dove si trovano ben 3.000-3.500 postazioni di lavoro. Oltre agli uffici, ospita anche le redazioni e lo studio di visione televisiva del giornale, nonché la stazione televisiva “Welt“. L’edificio dispone anche di un giardino pensile di 4.000 metri quadrati con un bar per la vita relazionale e le pause conviviali tra colleghi. E ben tre piani, tra cui il foyer, il ponte di riunione e il bar sul tetto, sono accessibili normalmente al pubblico.
E quindi è degno di nota non solo l’aspetto estetico costruttivo dell’edificio in sé, dentro e fuori, ma anche la sua posizione, perché il confine che fu delle due Berlino ed il Muro di Berlino stesso (1961-1989) una volta si estendeva, diagonalmente, proprio in quest’area. Il design, con la sua dicotomia e armonica dissonanza, riflette e testimonia la memoria di questa linea di divisione e l’atrio simboleggia, in fondo, la riunificazione.
L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura
Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.
Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.
Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.
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