Politica internazionale

Elezioni americane: cosa significa la vittoria di Donald Trump per la Germania?

“Le americane e gli americani hanno votato. Donald Trump ha chiaramente vinto le elezioni. Mi congratulo con lui per questo.” Queste sono state le parole di apertura della conferenza stampa del Cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD) nella tarda mattinata di mercoledì, quando è stato chiaro il risultato delle elezioni americane.

Scholz: “La Germania è un partner transatlantico affidabile, ma la Russia resta una minaccia”

Il discorso che ne è seguito avrebbe potuto essere, per la prima parte, lo stesso scritto in vista di una possibile vittoria di Kamala Harris: un rimando al fatto che le elezioni americane hanno echi che si ripercuotono in tutto il mondo, un richiamo al dialogo con Washington e un appello a stabilire immediatamente relazioni di lavoro con la futura amministrazione, ribadendo che la Germania rimane un partner transatlantico affidabile.

I passaggi scritti specificamente in riferimento alla presidenza Trump arrivano dopo meno di un minuto: Scholz ha ricordato che “tutti gli alleati della NATO ritengono che la Russia rappresenti una minaccia per la sicurezza nell’area euro-atlantica”. Non si tratta di un’affermazione leggera, considerando che il candidato repubblicano ha sempre espresso stima e professato amicizia per il presidente russo Vladimir Putin.

La seconda parte del discorso è rivolta più verso il resto d’Europa che non verso gli USA: Scholz ha fatto un appello all’UE, perché lavori rimanendo “strettamente unita”, ribadendo il proprio impegno personale in tal senso. Scholz ha riferito di aver avuto, in giornata, una conversazione con il Presidente Francese Emmanuel Macron, anche in previsione dell’incontro di giovedì con gli altri capi di Stato e di governo europei a Budapest. Negli ultimi anni, ha ricordato, “tutti i Paesi europei si sono assunti maggiori responsabilità: per la sicurezza del nostro continente, per il sostegno all’Ucraina, per l’indipendenza dell’Europa in campo economico ed energetico. Queste sono e rimarranno questioni in cui noi europei abbiamo interessi comuni con gli Stati Uniti”.

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sanzioni all’iran Olaf Scholz. EU Summit a Bruxelles, 23 Marzo 2023. Photo credits EPA-EFE/STEPHANIE LECOCQ

Su quanto “comuni” possano essere gli interessi con la nuova amministrazione statunitense, in materie come l’economia e il sostegno all’Ucraina, ovviamente, il dibattito rimane aperto, almeno formalmente. Forse per questo, nella terza parte del suo discorso, Scholz ha manifestato un’altra timida apertura verso Donald Trump, ricordando come “Entrambe le parti”, ovvero USA e UE, traggano “vantaggio dal partenariato transatlantico” e su come siano “aree economiche di dimensioni simili, legate dalle relazioni economiche più strette del mondo”. E, forse per scongiurare, almeno idealmente, che tali relazioni possano essere compromesse in modo grave dai decantati dazi che Trump ha promesso di imporre sulle importazioni europee, anche se non soprattutto tedesche, ha aggiunto che la Germania e gli Stati Uniti “sono legati da una partnership – anzi, da un’amicizia – che è cresciuta nel corso di decenni. I nostri legami umani con gli Stati Uniti sono più stretti di quelli con qualsiasi altro Paese al di fuori dell’Europa. Milioni di cittadini americani hanno radici tedesche. Ecco perché: insieme stiamo meglio! Insieme possiamo ottenere molto di più che non l’uno contro l’altro”.

Che cosa significa il risultato delle elezioni americane per la Germania?

Nella parte finale del suo discorso, Scholz ha fatto un appello all’unità che, visti i toni di tutte le campagne elettorali, tanto in Europa quanto negli USA, sembra quasi anacronistico: “Abbiamo visto fino a che punto gli americani sono divisi tra i due principali schieramenti politici e fino a che punto questo possa dividere le famiglie, gli amici, i colleghi, o addirittura un intero Paese. Sono fermamente convinto che quanto più i cittadini di un Paese sono uniti, tanto più il Paese è grande e forte. Spero che in Germania resteremo uniti. Possiamo avere opinioni politiche e sociali diverse, ma viviamo in un unico Paese. Sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Per me, questo pensiero appartiene anche a questo luogo, non solo a questo giorno”.

Al di là della leggendaria moderazione del Cancelliere, che tante simpatie gli ha guadagnato a inizio carriera e tanta frustrazione sembra provocare oggi nel suo elettorato, che cosa significa, effettivamente, la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, per la Germania? Le previsioni degli economisti non sono rosee.

L’ombra dei dazi sull’economia europea

Secondo Sebastian Dullien, direttore scientifico dell’Istituto per la macroeconomia e la ricerca sul ciclo economico, l’industria tedesca sarebbe particolarmente vulnerabile a nuove politiche protezionistiche americane. La sola prospettiva di nuovi dazi, ventilata da Trump in campagna elettorale, potrebbe aumentare l’incertezza per le aziende tedesche e frenare gli investimenti, in un momento già difficile a causa della pandemia e delle tensioni commerciali globali. D’altra parte, le opinioni espresse da Dullien su X, già nei giorni scorsi, non erano sfumate: “Se Trump ora vince le elezioni negli Stati Uniti con l’aiuto dei suoi amici miliardari” scriveva l’economista il 26 ottobre “ciò dimostra soprattutto una cosa: la crescente disuguaglianza di reddito e ricchezza è un pericolo per ogni democrazia. La democrazia può funzionare solo se queste disuguaglianze vengono frenate prima”.

In risposta a eventuali nuovi dazi americani, l’Unione Europea potrebbe poi valutare l’imposizione di contromisure sulle importazioni dagli Stati Uniti, nella speranza di spingere il presidente Trump al tavolo dei negoziati per trovare una soluzione condivisa. Questo scenario di guerra commerciale potrebbe avere effetti significativi su entrambe le sponde dell’Atlantico, con un potenziale aumento dei costi per i consumatori e una riduzione della competitività delle aziende coinvolte.

Il settore automobilistico tedesco, già alle prese con sfide importanti, potrebbe essere particolarmente colpito da eventuali nuove tariffe. Stati Uniti e Cina rappresentano infatti i mercati extra-UE più rilevanti per marchi come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz. L’introduzione di dazi speciali avrebbe quindi un impatto negativo considerevole su queste aziende. Inoltre, potrebbe riacutizzarsi il conflitto sui dazi su acciaio e alluminio introdotti dall’amministrazione Trump nel suo primo mandato. Le case automobilistiche tedesche, che stanno già affrontando la transizione verso veicoli elettrici e una forte concorrenza globale, vedrebbero un ulteriore peggioramento delle loro prospettive.

Ucraina: via libera a Putin?

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, la posizione di Trump suscita forti preoccupazioni in diversi ambienti politici tedeschi ed europei. La sua affermazione, ribadita più volte, di “poter risolvere il conflitto in 24 ore”, alla luce dei suoi rapporti con Putin, fa temere che possa spingere per una pace favorevole alla Russia, interrompendo gli aiuti militari e forzando così l’Ucraina a negoziare, per di più da una posizione estremamente debole. Questo cambio di rotta nella politica statunitense influenzerebbe significativamente la posizione della Germania nel conflitto, che finora ha sostenuto l’Ucraina con aiuti economici e militari. La Germania potrebbe trovarsi in una posizione difficile, se gli Stati Uniti dovessero cambiare la loro politica, e potrebbe subire pressioni per aumentare le spese per la difesa e il sostegno a Kiev. Questo scenario non mancherebbe di acuire le tensioni all’interno della scena politica tedesca, dal momento che AfD e BSW premono da tempo per uno stop agli aiuti militari.

Il futuro della NATO

A preoccupare è, più in generale, il futuro della NATO sotto una nuova presidenza Trump: anche se un’uscita completa degli Stati Uniti dall’alleanza è considerata improbabile, la Germania dovrà prepararsi ad assumersi maggiori oneri finanziari e l’Europa intera potrebbe dover decidere se e come difendersi da sola. Alcuni esperti vicini a Trump chiedono già un aumento della spesa per la Nato al 3% del PIL degli Stat Membri. L’attuale contributo è pari al 2%, obiettivo raggiunto, per ora, da 23 membri su 32 (nel 2016 erano appena 7).

Addio agli obiettivi climatici?

Un altro aspetto della presidenza Trump che preoccupa è quello relativo alle politiche climatiche globali. Il cambiamento climatico è riconosciuto dall’intera comunità scientifica come l’emergenza più grande che l’umanità debba affrontare o abbia mai affrontato e le sue conseguenze si rendono sempre più palesi, con fenomeni meteorologici estremi in costante aumento. L’esempio più recente è quello della Spagna, ma anche Germania e Italia hanno conosciuto gravissime alluvioni negli ultimi anni. Già allo stato attuale delle cose, le politiche climatiche europee sono considerate troppo blande per invertire la rotta in tempo utile – e sono fra le più avanzate del mondo. Qualora gli Stati Uniti allentassero i loro obiettivi climatici, come sembra probabile durante un nuovo mandato di Trump, e smettessero di contribuire alla lotta contro il riscaldamento globale, gli eventi meteorologici estremi potrebbero farsi più frequenti e più gravi.

Le elezioni americane potrebbero rafforzare il governo tedesco?

L’unica “buona notizia”, almeno per il governo tedesco, nella giornata di mercoledì riguarda la possibilità che, in vista del “pericolo Trump”, i partiti della coalizione possano essere spinti a ricucire i loro rapporti interni, sempre più precari. La grave incertezza internazionale che deriva dal risultato delle elezioni americane, infatti, renderebbe, secondo molti, irresponsabile la scelta di andare alle elezioni anticipate per il Bundestag, poiché questo porterebbe la Germania a essere “bloccata” e incapace di operare da attore incisivo proprio nei primi mesi del mandato di Trump, in un momento cruciale per la ridefinizione degli equilibri politici mondiali.

Se questa considerazione riuscirà davvero a spingere SPD, Verdi ed FDP a guardare oltre le divergenze, per trovare un compromesso strategico e continuare a governare, ovviamente, è ancora presto per dirlo.

Aggiornamento: poche ore dopo la pubblicazione di quest’articolo, è stata ufficializzata l’uscita dell’FDP dalla coalizione di governo, che probabilmente porterà alla convocazione di elezioni anticipate a marzo. L’effetto unificante dell’elezione di Trump sui dissidi del governo tedesco non si è verificato.

La trascrizione completa del discorso di Olaf Scholz è disponibile qui.

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