Daniela Klette rinviata a giudizio, ma non per terrorismo
La Procura di Verden ha formalizzato le accuse contro Daniela Klette, ex componente del gruppo di lotta armata di sinistra Rote Armee Fraktion (RAF). Klette è arrestata a Berlino lo scorso febbraio dopo decenni di latitanza. Per la 66enne è stato ora disposto il rinvio a giudizio per tentato omicidio, detenzione illegale di armi e rapina aggravata in relazione a 13 episodi criminosi avvenuti tra il 1999 e il 2016. Nei procedimenti a suo carico non rientrano le accuse di terrorismo. Klette è considerata parte della “terza generazione” della RAF, organizzazione terroristica di estrema sinistra responsabile di oltre 30 omicidi, scioltasi ufficialmente nel 1998.
Le indagini, che coinvolgono anche i presunti complici Ernst-Volker Staub e Burkhard Garweg, entrambi ancora latitanti, ipotizzano che il gruppo abbia compiuto rapine ai danni di furgoni portavalori e supermercati in diverse regioni tedesche, accumulando un bottino stimato in oltre 2,7 milioni di euro. Secondo gli inquirenti, questi reati servivano a finanziare la loro vita in clandestinità.
Gli avvocati di Daniela Klette criticano i capi di imputazione
L’accusa di tentato omicidio è legata a colpi d’arma da fuoco esplosi durante una rapina a Stuhr. Questo particolare capo d’imputazione è stato però contestati dalla difesa di Klette, che sostiene l’assenza di intenzionalità. Gli avvocati denunciano inoltre un “pregiudizio pubblico” nei confronti della loro assistita e criticano l’operato della Procura, parlando di indagini unilaterali mosse da motivazioni politiche.
Durante la perquisizione dell’appartamento di Klette a Kreuzberg, dove la donna viveva ormai da lungo tempo sotto falsa identità, le forze dell’ordine hanno rinvenuto una bomba a mano finta, armi, manette, passamontagna, un chilogrammo d’oro, oltre 240.000 euro in contanti, oltre supporti digitali e fotografie che sono stati acquisiti ai fini delle indagini. Daniela Klette è attualmente detenuta nel carcere femminile di Vechta in attesa di processo.
Nel frattempo, le autorità hanno sequestrato un camper a Berlino-Friedrichshain, dove si ritiene che Ernst-Volker Staub, altro ex membro della RAF, abbia vissuto sotto falso nome. Gli inquirenti hanno offerto ricompense fino a 125.000 euro per informazioni utili alla cattura degli altri due membri della RAF ancora a piede libero.
Spetta ora al tribunale regionale di Verden decidere se autorizzare le accuse contro Klette e avviare il processo. La preparazione dell’eventuale dibattimento presenta diverse sfide logistiche, tra cui la mancanza di locali adeguati nella piccola città e la necessità di garantire elevati standard di sicurezza, vista la complessità del caso e il coinvolgimento di numerosi coimputati, testimoni ed esperti.