La capitale tedesca continua a essere afflitta dal problema degli e-scooter parcheggiati in modo improprio, spesso ingombrando i marciapiedi e creando disagi per i pedoni.
Diverse associazioni di pedoni e di persone non vedenti e ipovedenti, ma anche normali cittadini, sollecitano dunque una regolamentazione più efficace del parcheggio di questi veicoli, evidenziando come la situazione attuale rappresenti un pericolo per la sicurezza e l’accessibilità degli spazi pubblici.
A Berlino il parcheggio degli e-scooter è totalmente senza regole
Dal canto suo, l’amministrazione del senato di Berlino per gli interni e lo sport ha recentemente annunciato un aumento delle multe per la rimozione degli e-scooter, portandole da 62 a 68 euro. In caso di rimozione di più di sei veicoli con l’intervento di un carro attrezzi, la sanzione salirà a 242 euro. Servirà questo aumento delle sanzioni?
Roland Stimpel, portavoce dell’associazione per la protezione dei pedoni Fuss e.V., ritiene che questo provvedimento sia insufficiente. Secondo Stimpel, infatti, il numero eccessivo di veicoli e la carenza di personale addetto ai controlli rendono di fatto molto difficile gestire la situazione. La soluzione suggerita dall’esponente dell’associazione dei pedoni è quindi di concentrarsi sulla prevenzione dei parcheggi irregolari, piuttosto che sulla rimozione dei veicoli già mal posizionati.
Stimpel parla della possibilità di creare circa 2.000 stazioni di parcheggio dedicate, da collocare ai margini delle strade, sostenendo che in questo modo lo spazio verrebbe utilizzato in modo più efficiente, consentendo di parcheggiare dieci e-scooter dove attualmente ne viene parcheggiato uno solo. “Poter lasciare qualsiasi veicolo privato, in qualsiasi luogo, proprio fuori dalla porta di casa è un lusso da prepotenti che non si addice alla grande città. Se si vuole questo, bisogna trasferirsi in campagna” è il commento di Stimpel.
Tuttavia, la realizzazione di tali infrastrutture potrebbe incontrare ostacoli finanziari, considerando le attuali restrizioni di bilancio. Le risorse disponibili, insomma, potrebbero non essere sufficienti per coprire i costi. Almeno per il momento, quindi, non resta che aspettare.