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40.000 appartamenti sfitti a Berlino. Molti da oltre un anno

Direste mai che a Berlino ci sono oltre 40.000 appartamenti sfitti? Chiunque viva nella capitale tedesca, a meno che non abbia consultato i dati dell’ufficio di statistica, lo trova incredibile, considerando la devastante crisi degli alloggi che affligge la città, ormai da anni. Eppure, la cronica scarsità dell’offerta abitativa di Berlino, le cose stanno proprio così: un numero significativo di appartamenti rimane inutilizzato nella capitale tedesca. 

Secondo un’indagine, nel 2022 erano 40.681 le unità sfitte, pari al 2% del totale degli alloggi della città. Di queste, quasi 12.000 risultavano vuote da oltre un anno. Le ragioni principali dietro a questo fenomeno includono trasferimenti imminenti dei proprietari, lavori di ristrutturazione in corso (che spesso hanno lo scopo di rimettere sul mercato le proprietà a prezzi maggiorati) e processi di vendita immobiliare. Quali che siano i motivi, si tratta inevitabilmente di una una risorsa preziosa non sfruttata, in una città che fatica a fornire alloggi adeguati ai suoi residenti.

Appartamenti sfitti: una risorsa preziosa, che non si sblocca

Si potrebbe quasi sorridere amaramente, pensando a come, nei primi mesi della crisi ucraina, a causa della scarsità dell’olio di semi, fu introdotto nei supermercati il divieto di acquistarne più di una bottiglia per volta, partendo dal presupposto che l’accumulo di una risorsa scarsa, che priva gli altri di quella stessa risorsa, sia sbagliato e condannabile. Le abitazioni sono senza dubbio una risorsa più complessa da gestire dell’olio di semi, ma, d’altra parte, le conseguenze dell’essere privati della casa sono più gravi rispetto a quelle di dover cucinare con il burro o la margarina.

Procedimenti contro le aziende che violano le norme sugli alloggi

Per contrastare il problema, comunque, l’amministrazione cittadina ha adottato alcune misure legali, avviando nel 2023 ben 3.193 procedimenti l’utilizzo indebito di alloggi. A Berlino, infatti, esiste una legge che determina gli utilizzi consentiti per gli spazi abitativi, per garantirsi che questi non siano sfruttati in maniera tale da ledere il diritto all’abitazione dei residenti (per esempio affittandoli illegalmente come case vacanza oppure, appunto, tenendoli vuoti per tempi prolungati). Tuttavia, l’impegno profuso varia notevolmente tra i diversi distretti della città. Tempelhof-Schöneberg e Charlottenburg-Wilmersdorf si distinguono, da questo punto di vista, rispettivamente con 1.139 e 1.027 procedure avviate lo scorso anno. Al contrario, distretti come Neukölln (342 procedimenti), Friedrichshain-Kreuzberg (266) e Treptow-Köpenick (185) mostrano un’attività più contenuta.

In alcuni quartieri, infatti, la questione sembra essere meno rilevante o trascurata dalle istituzioni. È il caso di Marzahn-Hellersdorf, che dopo anni di inattività ha improvvisamente avviato 730 procedure nel 2023, che il problema non era assente, ma era stato, fino a quel momento, poco considerato. Ancora più limitata appare la risposta in distretti come Steglitz-Zehlendorf, con solo 78 interventi nel 2023 e 8 nell’anno in corso, e Spandau, con appena 38 misure nel 2023.

Questi dati emergono da una risposta fornita dal Senato di Berlino a un’interrogazione presentata dal gruppo parlamentare di Die Linke. Negli anni precedenti, il numero di procedimenti si è mantenuto costante intorno alle 3.600 unità annue. La disparità nell’approccio adottato dai vari distretti sottolinea la necessità di una strategia più uniforme ed efficace per affrontare il fenomeno degli alloggi sfitti in una città che continua a confrontarsi con una significativa carenza abitativa.

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