Mettere fuori legge AfD: la proposta in parlamento a novembre
I promotori della richiesta sono determinati e, questa volta, sembra che facciano sul serio. Non che le volte precedenti le critiche al partito di ultradestra fossero tiepide, ma non si era mai arrivati fino a questo punto della procedura che, in Germania, può portare alla messa al bando di un partito politico. Una mozione per mettere fuori legge AfD dovrebbe essere presentata al Bundestag a metà novembre. I promotori dell’iniziativa, tra cui esponenti di CDU, SPD, Verdi e Die Linke, hanno scelto di rinviare la presentazione, che alcuni speravano avvenisse a ottobre, poiché, dichiarano, intendono raccogliere ulteriori firme a sostegno della proposta prima di presentarla ufficialmente. La decisione di rinviare la mozione è stata presa quindi solo per garantire un più ampio consenso e per rafforzare la legittimità della richiesta.
Wanderwitz: mettere fuori legge AfD più facile se l’Ufficio per la Protezione della Costituzione la dichiara estremista
Anche l’annuncio dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione di voler pubblicare un nuovo rapporto su AfD nei prossimi mesi, potenzialmente confermandone la natura di organizzazione estremista di destra, ha alimentato le speranze dei fautori della proposta di messa al bando. Secondo Marco Wanderwitz della CDU, un eventuale riconoscimento ufficiale dell’estremismo insito in AfD potrebbe accrescere il sostegno parlamentare alla mozione. Wanderwitz ha sottolineato che un rapporto ufficiale che classificasse AfD come estremista di destra fornirebbe una base solida per argomentare la necessità di un divieto, evidenziando i pericoli che il partito rappresenta per la democrazia tedesca.
Wanderwitz ritiene che AfD rappresenti una minaccia per l’ordine democratico e lo Stato stesso, giustificando così la necessità di un suo bando. Ha dichiarato che il partito ha ripetutamente dimostrato di voler minare le fondamenta democratiche della Germania, promuovendo ideologie che sono in contrasto con i valori costituzionali del paese. Yvonne Magwas (CDU), vicepresidente del Bundestag, concorda nel ritenere maturi i tempi per un esame della costituzionalità di AfD da parte della Corte costituzionale, alla luce della radicalizzazione del partito e del suo intento di minare le basi democratiche. Magwas ha aggiunto che la radicalizzazione di AfD è evidente nelle sue dichiarazioni pubbliche e nelle sue azioni, che spesso incitano all’odio e alla discriminazione.
Anche la deputata di Die Linke Martina Renner si è espressa sulle motivazioni che giustificherebbero la scelta di dichiarare fuori legge AfD. Sul suo sito, si possono leggere tutti gli argomenti a favore di questa ipotesi. In particolare, Renner fa riferimento ai criteri sviluppati dalla Corte costituzionale federale nel 2017, nella decisione sul secondo procedimento di messa al bando dell’NPD. “Attraverso il suo programma, la sua prassi e il comportamento dei suoi sostenitori” scrive Renner “il partito mira a eliminare il libero ordine democratico di base perché lega la dignità umana, uno dei ‘principi fondamentali assolutamente indispensabili per il libero Stato costituzionale’, a un concetto di popolo che è razzista e contraddice la Legge fondamentale”. Renner accusa inoltre AfD di aver “usato tutto il potere politico conquistato finora per preparare l’esautorazione delle minoranze, per combattere gli oppositori e per sabotare e sminuire le istituzioni della democrazia e dello Stato di diritto”. Infine, pone l’accento che, a rendere necessaria una messa al bando, sia proprio l’ondata di recenti consensi che il partito ha riscosso: “A differenza dell’NPD”, scrive “i suoi [di AfD] continui successi soddisfano anche il criterio della potenzialità. Il partito potrebbe quindi avere il potere di realizzare i suoi obiettivi nel prossimo futuro”.
Lo stesso concetto, del resto, lo ha espresso anche Wanderwitz, in una dichiarazione rilasciata durante il programma mattutino congiunto di ARD e ZDF: “Negli ultimi anni” ha dichiarato “si è cercato di allontanare AfD, di governare bene, di fare buona politica”. Questi strumenti, però si sono esauriti “Un partito di destra radicale” ha concluso “viene eletto perché è di destra radicale”.
Posizioni critiche
Non tutti i politici tedeschi sono però favorevoli al divieto. Linda Teuteberg dell’FDP lo considera un passo “poco saggio e rischioso” dal punto di vista legale e politico, preferendo contrastare AfD sul piano del confronto politico anziché fornire ai suoi esponenti una “narrazione vittimistica” da sfruttare in campagna elettorale. Teuteberg ha spiegato che vietare un partito potrebbe rafforzare la sua base di sostenitori, che vedrebbero il bando come una conferma delle loro convinzioni di essere perseguitati dall’establishment politico. Anche esponenti di spicco come il Cancelliere Olaf Scholz (SPD), il leader CDU Friedrich Merz e il capogruppo CSU Alexander Dobrindt hanno espresso scetticismo o rifiuto verso la proposta di messa al bando. Scholz ha sottolineato l’importanza di affrontare AfD attraverso il dibattito democratico e il confronto delle idee, piuttosto che attraverso misure legali che potrebbero essere percepite come antidemocratiche.
Oltre 800.000 firme raccolte
Per vietare un partito in Germania, la richiesta deve essere avanzata dal Bundestag, dal Bundesrat o dal Governo Federale alla Corte Costituzionale, dimostrando che il partito in questione ha intrapreso azioni aggressive e militanti contro la Costituzione e i suoi principi. Questo processo richiede prove concrete e una valutazione approfondita delle attività del partito, per garantire che la messa al bando sia giustificata e conforme ai principi democratici. La Corte costituzionale deve esaminare attentamente le prove presentate e determinare se il partito ha effettivamente violato la Costituzione in modo tale da giustificare il suo scioglimento.
La questione del bando di AfD è anche legata a preoccupazioni più ampie sulla crescita dell’estremismo di destra in Europa. In molti paesi europei, i partiti di estrema destra hanno guadagnato terreno negli ultimi anni, sfruttando il malcontento popolare e le preoccupazioni legate a temi come l’immigrazione, la globalizzazione e la perdita di identità nazionale. La Germania, vista la sua storia specifica, si trova in una posizione particolarmente delicata nel confrontare l’ascesa di un partito come AfD.
Dal punto di vista dell’adesione popolare, tuttavia, vale la pena di notare che quella sul divieto per AfD è una delle petizioni più popolari mai presentate al Bundestag: 857.000 persone hanno firmato l’appello, lanciato da “Omas gegen Rechts” (“Nonne contro la Destra”, un movimento di anziane donne attiviste che prendono parte, sempre in modo pacifico, a moltissime manifestazioni della sinistra tedesca) e dal portale “Volksverpetzer”. Tra i firmatari si contano celebrità dello spettacolo e della musica, oltre che numerosi parlamentari.
I promotori sottolineano che il divieto dei partiti politici previsto dalla Legge fondamentale è uno strumento di “democrazia difensiva”. “Se un partito cerca di abolire la democrazia, è democratico vietare questo partito”.