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La Germania continuerà a vendere armi a Israele

Il governo tedesco ha recentemente annunciato l’intenzione di incrementare le forniture di armamenti a Israele. A dichiararlo è stato il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) durante il dibattito al Bundestag in occasione dell’anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. Scholz ha sottolineato che Berlino ha già consegnato armi a Israele e continuerà a farlo e si è, in questo senso, “difeso” dalle critiche che gli erano arrivate dalla CDU/CSU.

Friedrich Merz, leader della CDU, aveva infatti accusato l’esecutivo di non offrire sostegno adeguato a Israele ed espresso preoccupazione per il mancato rilascio delle licenze per la vendita di munizioni e pezzi di ricambio per carri armati negli ultimi mesi.

Baerbock: “le forniture di armi a Israele devono essere conformi al diritto internazionale”

La Ministra degli Esteri Annalena Baerbock (Verdi) ha risposto alle critiche ribadendo il sostegno tedesco a Israele, sostenendo che esso dovrebbe essere “ragion di Stato” per la Germania e per i partiti democratici “indipendentemente da chi governa il Paese”. Baerbock ci ha anche tenuto a precisare che le forniture di armi devono essere conformi al diritto internazionale, senza però approfondire i dettagli della possibile armonizzazione di questi due elementi.

Secondo i dati forniti dal governo, nel 2022 Berlino ha autorizzato esportazioni di armi verso Israele per un valore di 326,5 milioni di euro, una cifra che rappresenta un aumento di dieci volte rispetto all’anno precedente. Sempre secondo il governo, tuttavia, solo il 2% di queste forniture rientra nella categoria di “armi da guerra”, mentre il resto sarebbe classificato all’interno di altre categorie. Da marzo, la Germania non ha più approvato vendite di armamenti pesanti a Israele, come emerge dalle risposte del Ministero dell’Economia alle interrogazioni parlamentari.

In aula, solo la BSW ha chiesto un divieto totale di esportazioni militari verso Israele.

Un minuto di silenzio per le vittime del 7 ottobre, un “dilemma insopportabile” per quelle di Gaza

All’inizio del dibattito del 7 ottobre, al Bundestag, è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le oltre 1.200 vittime dell’attacco di Hamas a Israele e gli ostaggi ancora trattenuti dalla milizia terroristica. La Presidente del Bundestag Bärbel Bas (SPD) ha definito il 7 ottobre 2023 un punto di svolta per il popolo di Israele, per l’intera regione e per gli ebrei di tutto il mondo e ha espresso vicinanza ai parenti dei morti e degli ostaggi rapiti.

Non sono stati osservati minuti di silenzio per gli oltre 42.800 civili palestinesi morti dal 7 ottobre a oggi a causa di bombardamenti, fame e malattie, soprattutto – ma non unicamente – a Gaza. A tal proposito, Bas si è limitata a dire di percepire un “dilemma insopportabile” fra la “necessaria protezione dei civili” e la “legittima autodifesa”. Considerazioni simili sono giunte anche da Baerbock, che ha ribadito che Israele deve rispettare il diritto umanitario internazionale nella sua autodifesa e che gli israeliani potranno “vivere in pace a lungo termine solo se anche i suoi vicini palestinesi possono vivere in pace”.

Dibattito sul diritto d’asilo

Il dibattito si è poi evoluto in una disputa sul diritto d’asilo. Bas ha parlato dell’aumento degli attacchi di stampo antisemita in Germania, collegandoli ai “discorsi di odio e ostilità verso gli ebrei” che si terrebbero nelle università tedesche. Il leader della CDU Merz si è inserito nella discussione ribadendo uno dei punti principali della sua campagna politica, ovvero la richiesta di limiti più severi all’immigrazione, in particolar modo a quella di uomini provenienti dai Paesi del mondo arabo, che, sostiene, hanno vissuto una socializzazione politica incentrata sulla “distruzione di Israele”.

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