La Germania cerca di attrarre manodopera qualificata dall’estero, ma la nuova legge non basta
Quasi un anno fa, il governo tedesco ha apportato modifiche significative alla legge sull’immigrazione, cercando in particolare di favorire l’afflusso di manodopera qualificata. D’altra parte, per un Paese che si confronta costantemente con il problema dell’immigrazione e del suo impatto sul welfare da un lato e con quello della carenza di manodopera qualificata dall’altro, questa poteva essere, sulla carta, la soluzione ideale. Quali sono i risultati, a distanza di un anno?
Secondo i dati del Ministero degli Interni, riportati e analizzati da diversi quotidiani tedeschi (fra i quali il Tagesspiegel e il tabloid Bild), le cifre non sono particolarmente incoraggianti.
In Germania mancano 400.000 professionisti all’anno
Le modifiche normative erano state progettate con l’obiettivo di attrarre un numero maggiore di lavoratori stranieri specializzati, per colmare la carenza di circa 400.000 profili professionali all’anno. Le novità legislative, che sono entrate gradualmente in vigore a partire dal novembre 2023, hanno lo scopo di rendere più accessibile il trasferimento in Germania per un maggior numero di persone con qualifiche che interessano al mercato del lavoro locale, così da sostenere l’economia tedesca in un momento di grave incertezza.
Cosa è cambiato
Le modifiche si sono concentrate in modo particolare sulla rimozione degli ostacoli burocratici per coloro che non sono cittadini europei. Per i giovani laureati, per esempio, è ora sufficiente un reddito annuo di circa 41.000 euro per richiedere la Carta blu UE, se hanno ricevuto un’offerta di lavoro. Inoltre, anche i lavoratori qualificati con formazione professionale e due anni di esperienza potranno ora ottenere un visto, senza che la loro formazione debba essere riconosciuta in Germania.
Un’altra novità è stata la Chancenkarte, o “carta delle opportunità”, che consente ai lavoratori qualificati di recarsi in Germania per un anno alla ricerca di un impiego, eliminando quindi le difficoltà, per i datori di lavoro, di valutare i candidati a distanza – specialmente se questi provengono da Paesi le cui istituzioni qualifiche professionali non sono ancora verificate per il riconoscimento in Germania. Tuttavia, per ottenere la carta delle opportunità, il lavoratore necessita di una certa sicurezza finanziaria di partenza o di un’offerta di lavoro a salario minimo.
Manodopera qualificata: i visti non sono aumentati rispetto all’anno scorso
Secondo quanto riportano le analisi dei quotidiani tedeschi a un anno di distanza dall’introduzione delle modifiche, i risultati di medio termine non offrono grandi motivi di entusiasmo. Tra il novembre 2023 e l’ottobre 2024, sono stati rilasciati circa 74.000 visti a lavoratori stranieri qualificati, solo mille in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: il Paese è ancora ben lontano dall’obiettivo di 120.000 visti annui fissato dal governo. Anche l’utilizzo della carta delle opportunità è nettamente inferiore alle aspettative, con meno di 600 richieste mensili invece delle 2.500 previste.
Molte aziende, secondo le Camere di Commercio, si fanno carico dell’iter burocratico per i lavoratori qualificati stranieri, ma spesso devono attendere fino a un anno prima che il dipendente desiderato arrivi effettivamente in Germania. Questo ritardo può rappresentare un problema significativo per le aziende che hanno bisogno di riempire posizioni vacanti in tempi brevi per mantenere la loro competitività. La burocrazia e i tempi di attesa lunghi possono scoraggiare sia i datori di lavoro che i lavoratori qualificati, riducendo l’efficacia delle nuove misure legislative.
Burocrazia e infrastrutture: problemi ancora non risolti
C’è poi un problema infrastrutturale: prima di poter avviare il processo, gli aspiranti lavoratori devono ottenere un appuntamento presso una missione diplomatica tedesca all’estero come lavoratore qualificato, ma la carenza di personale rende questa fase del processo particolarmente lunga, creando colli di bottiglia e facendo in modo che coloro che aspirano a vivere in Germania imparino fin da subito a fare i conti con il problema che più di ogni altro condizionerà le loro vite in terra tedesca: la burocrazia.
Mentre il governo sta lavorando per rendere possibile caricare online i documenti per la richiesta di visto presso tutte le missioni diplomatiche entro il 2025, Marc Biadacz del gruppo parlamentare CDU/CSU ha criticato l’abbassamento dei requisiti di qualificazione, ritenendo che invii un segnale sbagliato ai disoccupati tedeschi. Biadacz sostiene che abbassare i requisiti potrebbe portare a un afflusso di lavoratori meno qualificati, che potrebbero non soddisfare le esigenze del mercato del lavoro tedesco e competere con i lavoratori locali per le stesse posizioni. Va anche detto che le carenze di personale, in Germania, riguardano soprattutto settori che richiedono standard di qualificazione alti, come l’assistenza sanitaria e l’ingegneria, dove la domanda supera di gran lunga l’offerta.