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Giustiziato Jamshid Sharmahd. Berlino contro Tehran: “regime inumano”

Jamshid Sharmahd è morto. Del cittadino tedesco-iraniano detenuto in Iran e condannato a morte e dei disperati appelli della sua famiglia avevamo già parlato in passato. Ora, nonostante i tentativi del governo tedesco di esercitare pressione su Tehran, la condanna a morte è stata eseguita.

Il governo tedesco ha espresso sdegno e orrore per la decisione di quello iraniano, ma, fino a questo momento, le manifestazioni di indignazione per l’uccisione di Sharmahd sembrano avere la stessa efficacia degli ammonimenti che l’hanno preceduta e dell’espulsione dei diplomatici iraniani decretata l’anno scorso. Il Ministero degli Esteri ha convocato esponenti importanti della diplomazia iraniana a Berlino per esprimere la propria “forte protesta” contro le azioni del regime di Teheran, riservandosi il diritto di adottare ulteriori misure.

Baerbock: “Assassinio che dimostra il regime inumano di Tehran”

La ministra degli Esteri Annalena Baerbock (Verdi) ha definito l’esecuzione un “assassinio”, richiamando l’ambasciatore tedesco a Teheran per consultazioni. Baerbock ha espresso le più sentite condoglianze alla famiglia di Sharmahd, sottolineando come l’uccisione dimostri la natura disumana del regime iraniano. La ministra ha inoltre evidenziato come questo atto rappresenti una violazione dei diritti umani fondamentali e un attacco diretto ai valori democratici che la Germania e l’Unione Europea difendono con fermezza. La figlia di Sharmahd, Gazelle, ha avuto tuttavia parole molto dure per il governo tedesco, che da mesi accusa di inazione e di non essere riuscito a ottenere il rilascio del padre, come invece è avvenuto con altri prigionieri, scambiati con potenze estere.

cessate il fuoco Baerbock incontra Zelensky
Annalena Baerbock. Foto: Kmu.gov.ua, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

La figlia di Sharmahd: “Non vogliamo condoglianze, vogliamo giustizia”

Gazelle Sharmahd, che vive negli Stati Uniti, ora chiede risposte al governo tedesco e chiede che le sia restituita la salma del padre per potergli dare una degna sepoltura. “Non vogliamo spiegazioni o condoglianze”, ha aggiunto, chiedendo che i responsabili vengano puniti. 

Anche il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) ha condannato l’esecuzione, definendola uno “scandalo” e lamentando la mancata possibilità per Sharmahd di difendersi dalle accuse. Il leader dell’opposizione Friedrich Merz (CDU) ha chiesto l’espulsione dell’ambasciatore iraniano, definendo l’accaduto un “crimine spregevole”. Merz ha inoltre esortato il governo tedesco a prendere misure concrete per garantire che i responsabili di questo atto siano chiamati a rispondere delle loro azioni.

Amnesty International Germania ha esortato il governo tedesco ad avviare indagini ufficiali e a emettere mandati di arresto per i funzionari iraniani coinvolti nei crimini contro Sharmahd. L’organizzazione ha sottolineato come l’esecuzione di Sharmahd rappresenti solo l’ultimo di una serie di gravi violazioni dei diritti umani commesse dal regime iraniano, e ha chiesto alla comunità internazionale di intensificare la pressione su Teheran per porre fine a queste pratiche disumane. Anche l’UE ha condannato l’esecuzione.

Sharmahd, nato a Teheran nel 1955 e cittadino tedesco dal 1995, aveva vissuto negli ultimi anni negli USA, dove aveva lavorato come sviluppatore di software e si era espresso più volte a favore dei gruppi di opposizione iraniani. Era stato rapito a Dubai, mentre si trovava in viaggio, nell’estate 2020, presumibilmente dai servizi segreti iraniani, e detenuto in isolamento fino alla sua esecuzione, decretata a febbraio dell’anno scorso, confermata da aprile dello stesso anno, e portata a termina pochi giorni fa. Il processo a suo carico è stato ampiamente criticato come ingiusto, con confessioni forse estorte sotto tortura e la mancata possibilità di scegliere un avvocato difensore. La sua famiglia e numerose organizzazioni per i diritti umani avevano ripetutamente denunciato le condizioni disumane della sua detenzione e le gravi violazioni dei suoi diritti processuali.

In questo contesto, il governo tedesco sta valutando una serie di opzioni per rispondere all’esecuzione di Sharmahd.

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