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Ex funzionario della Stasi condannato per omicidio dopo 50 anni

Un ex funzionario della Stasi, la temuta polizia segreta della DDR, è stato condannato a 10 anni di carcere per un omicidio commesso oltre mezzo secolo fa. La sentenza del tribunale distrettuale di Berlino di lunedì, infatti, fa riferimento a un crimine commesso il 29 marzo 1974, quando Czesław Kukuczka, un cittadino polacco, fu ucciso con un colpo di pistola alla schiena mentre tentava di attraversare il valico di frontiera di Friedrichstraße per raggiungere Berlino Ovest.

L’ombra lunga della Stasi

Nel 1974, la parabola della DDR era quasi allo Zenith. A est del Muro, il capo del governo era Erich Honecker, a ovest, era cancelliere (ancora per poco) Willy Brandt, la Guerra Fredda si stava affermando come un fenomeno storico con un’identità specifica. La DDR, ovvero la Repubblica Democratica Tedesca, era uno stato socialista sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, e la Stasi, la sua polizia segreta, era nota per la sua brutalità e per la sua vasta rete di informatori.

“Premiato” per l’omicidio

Nonostante siano trascorsi oltre 50 anni, il giudice Bernd Miczajka ha potuto emettere la condanna grazie a prove e testimonianze. L’imputato, Manfred N., oggi ha 80 anni ed è un ex membro del Gruppo Operativo I della Stasi. Al momento dell’omicidio aveva 30 anni, 8 meno della vittima, ed era incaricato di sorvegliare i sospetti al confine. È stato riconosciuto colpevole di aver sparato a Kukuczka nella schiena, per ordine dei suoi superiori. O meglio, è stato riconosciuto il fatto che l’omicidio fosse una risposta a un ordine e non un atto con motivazioni personali, ma nella sentenza si sottolinea il fatto che la scelta di sparare a Kukuczka e di farlo mentre l’uomo era voltato di spalle siano state scelte di N. Il Gruppo Operativo I era una delle unità più temute della Stasi, responsabile della sorveglianza e della repressione di chiunque fosse sospettato di voler fuggire dalla DDR o di opporsi al regime.

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Czesław Kukuczka Foto: Brewer Bob, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

E fuggire era proprio ciò che il trentottenne polacco voleva fare, tanto che aveva cercato di depistare la polizia dell’est con una finta bomba, per poi dirigersi verso le stazioni di frontiera con l’ovest. Sarebbe stato possibile fermarlo in altri modi, non era necessario sparargli alla schiena, quando era ormai convinto di avercela fatta.

La sentenza si basa su diversi elementi chiave. In primo luogo, il fascicolo personale di N. presso la Stasi rivelava che aveva accettato volentieri l’incarico di “mettere il terrorista in condizioni di non nuocere” e che, poco dopo, aveva ricevuto una delle più alte onorificenze della DDR, un fatto insolito per un semplice tenente. Questo dettaglio ha sollevato sospetti sul fatto che l’omicidio di Kukuczka fosse stato pianificato e approvato ai più alti livelli della Stasi. Inoltre, tre donne che assistettero all’omicidio durante una gita scolastica hanno testimoniato di aver visto Kukuczka camminare tranquillamente verso i treni per Berlino Ovest, senza mostrare alcun segno di nervosismo o sospetto, prima di essere colpito a tradimento. Le testimonianze delle donne sono state importanti per ricostruire gli eventi di quel giorno e per dimostrare che Kukuczka non rappresentava una minaccia.

La sentenza è stata accolta con sollievo dai figli della vittima, che per decenni hanno atteso giustizia.

Manfred N. ha ora una settimana di tempo per presentare appello contro la condanna a 10 anni di carcere.

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