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Conservatori contro il bonus per chi torna al lavoro dopo il RdC

Il reddito di cittadinanza continua a essere un tema “caldo” in Germania: sembra che non ci sia un singolo aspetto della gestione di questo sussidio da parte del governo che l’opposizione trovi, al momento, accettabile. Una delle critiche più recenti riguarda l’idea di offrire un “extra”, che potrebbe essere descritto come un “bonus di avviamento” al lavoro, un versamento di 1.000 Euro una tantum per i disoccupati di lunga data che accettino e mantengano un lavoro soggetto a contributi previdenziali per almeno un anno.

FDP e CSU contro il bonus: “pace sociale a rischio”

Questa misura è stata pensata per incentivare l’ingresso nel mondo del lavoro regolare e non sovvenzionato, cercando di rendere più attraente l’abbandono del Reddito di cittadinanza attraverso l’occupazione. Tuttavia, questa iniziativa ha sollevato perplessità e critiche da parte di alcuni esponenti politici sia al governo che all’opposizione, in particolare nell’FDP e nella CSU. Il segretario generale della CSU, Martin Huber, ha definito il bonus una “presa in giro” per chi lavora e non riceve sussidi, arrivando a suggerire che offrire un bonus a chi mantiene un lavoro dopo un lungo periodo di disoccupazione sia una misura che rischia di “mettere a repentaglio la pace sociale”. Anche Frank Bsirske, esponente dei Verdi, ha espresso scetticismo riguardo all’efficacia della misura, ma per motivi opposti, ovvero partendo dal presupposto che la maggior parte dei beneficiari accetterebbe comunque un’occupazione se ne avesse l’opportunità, senza bisogno di ulteriori incentivi finanziari.

Il Ministero dell’Economia difende il piano: lo scopo è incentivare il ritorno all’occupazione

Nonostante le critiche, il Ministero dell’Economia ha difeso il piano, sottolineando che il “bonus di avviamento” ha come obiettivo principale quello di compensare la perdita di benefici statali che i beneficiari del Reddito di cittadinanza subirebbero accettando un lavoro, specialmente se si parla di lavori dal salario particolarmente basso. Per molte delle persone che hanno bisogno del sussidio per vivere, infatti, uno stipendio che si aggiri intorno al minimo previsto dalla legge rischia di essere incompatibile con la sopravvivenza, a fronte delle elevate detrazioni dall’assegno di cittadinanza, dal supplemento per i figli e dall’indennità di alloggio Il Ministero ha inoltre chiarito che l’idea di base per questo bonus proviene dall’Istituto per la ricerca sul lavoro dell’Agenzia federale per il lavoro, e non dal ministro dell’Economia Robert Habeck come riportato dal tabloid Bild.

Le altre riforme al RdC: sanzioni più severe e lavori più lontano da casa

Oltre al bonus di 1.000 euro, il governo prevede altre modifiche al Reddito di cittadinanza, tutte volte a regolamentare in modo più rigido le scelte dei beneficiari. Una delle modifiche più rilevanti riguarda l’introduzione di sanzioni più severe per i percettori del reddito di cittadinanza che rifiutano un’offerta di lavoro senza una giustificazione valida. In futuro, in questi casi saranno previste penalità che potrebbero includere la riduzione o la sospensione dei benefici.

Inoltre, il governo intende contrastare il lavoro non dichiarato tra i beneficiari del Reddito di cittadinanza. Coloro che svolgono lavoro non dichiarato saranno soggetti a sanzioni più severe, con l’obiettivo di ridurre gli abusi del sistema di welfare e garantire che i benefici siano destinati a coloro che ne hanno effettivamente bisogno. Un’altra modifica significativa riguarda la definizione di un tragitto casa-lavoro ragionevole. Per i beneficiari del Reddito di cittadinanza, sarà considerato ragionevole un tragitto casa-lavoro fino a tre ore al giorno per impieghi a tempo pieno e 2,5 ore per quelli part-time.

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