Abbassare l’imposta di successione sulle case di proprietà: la promessa della CDU
In vista delle prossime elezioni generali, i cristiano-democratici della CDU/CSU hanno annunciato l’intenzione di ridurre significativamente l’imposta di successione sulle abitazioni occupate dai proprietari – ovvero non affittate. Questa proposta nasce dalla convinzione che lo Stato stia gravando eccessivamente sui cittadini quando si tratta di ereditare la casa di famiglia.
Secondo il capogruppo della CSU, Alexander Dobrindt, l’attuale imposta di successione sulle case di proprietà è troppo elevata, al punto da spingere molti proprietari a temere di non poter ereditare un immobile a causa dell’eccessivo prelievo fiscale. Per questo motivo, Dobrindt sostiene la necessità di una riduzione dell’imposta, proponendo l’esenzione totale per le case occupate dai proprietari o affittate per almeno un decennio.
Anche il vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag Jens Spahn appoggia questa iniziativa, dichiarando che l’attuale sistema fiscale penalizza ingiustamente le famiglie che hanno una casa di proprietà e vogliono lasciarla in eredità ai figli.
Da tempo la CSU chiede la regionalizzazione dell’imposta di successione
Il governo statale bavarese, guidato dalla CSU, spinge da tempo per una riforma dell’imposta di successione. Questa spinta è motivata dall’aumento significativo dei prezzi degli immobili, a fronte di importi esenti da imposta rimasti invariati da 15 anni. Il governo bavarese ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale federale, chiedendo la regionalizzazione dell’imposta con aliquote più basse e franchigie di esenzione più elevate. La proposta di regionalizzazione mira a permettere ai singoli Länder di adattare le aliquote fiscali alle specifiche condizioni economiche e immobiliari locali, rendendo il sistema più equo e sostenibile.
Tuttavia, l’economista Peter Bofinger ha sollevato alcune critiche, identificando il livello dell’imposta di successione come un problema di distribuzione della ricchezza. Secondo Bofinger, chi non eredita una proprietà e ha un reddito medio non sarà mai in grado di colmare il divario di ricchezza. Inoltre, ha sottolineato come dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si sia accumulata sempre più ricchezza, ampliando le differenze nella distribuzione, ulteriormente accentuate dall’esplosione del mercato immobiliare, soprattutto nelle grandi città. Bofinger ha avvertito che una riduzione dell’imposta di successione potrebbe aggravare ulteriormente le disuguaglianze economiche, favorendo coloro che sono già benestanti e rendendo ancora più difficile per le nuove generazioni accedere alla proprietà immobiliare.