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A processo per aver brutalmente aggredito la figlia 13enne: “Credevo avesse fatto sesso”

Un quarantenne è finito a processo per aver aggredito violentemente la figlia 13enne e il suo ragazzo di 15 anni, convinto che i due avessero avuto un rapporto sessuale. È imputato di per maltrattamenti verso una persona sotto la sua protezione e lesioni personali pericolose e intenzionali.

La figlia è parte civile nello stesso processo ed è assistita da un’avvocata, ma si è avvalsa della facoltà di non testimoniare. Il 15enne è stato invece ascoltato come testimone.

Gravi percosse alla figlia 13enne: quarantenne a processo

L’episodio risale allo scorso 3 giugno quando, rincasando intorno alle 23:30, l’uomo aveva visto la ragazzina seduta sulle scale del suo condominio insieme a un quindicenne. Accecato dalla rabbia, avrebbe schiaffeggiato il giovane, spingendolo contro un muro, per poi picchiare brutalmente la figlia, trascinandola in casa per i capelli. Secondo l’accusa, il quarantenne avrebbe colpito la figlia al naso, pur sapendo che era stata recentemente operata proprio per riparare una frattura del setto nasale.

All’interno dell’appartamento, avrebbe poi lanciato la tredicenne contro un armadio, facendola cadere sul pavimento, e avrebbe quindi continuato a picchiarla, arrivando persino a metterle le mani alla gola per poi stringere con forza. L’imputato ha ammesso di aver picchiato la figlia, ma nega di averle messo le mani alla gola. Sostiene inoltre di aver perso la testa per aver visto il quindicenne, steso sulle scale condominiali, nell’atto di rialzarsi i pantaloni e di aver dato per scontato, “al cento per cento”, che i due avessero consumato un rapporto sessuale. “Mi sono fatto un film mentale, c’è stata un’esplosione nella mia testa” ha commentato.

L’uomo ha poi parlato di problemi pregressi con la figlia, descrivendola come incline a saltare la scuola e sessualmente attiva e dicendo e che all’età di dieci anni aveva dei porno sul cellulare e che una volta aveva pubblicato “delle foto terribili di se stessa”. Anche allora il quarantenne aveva picchiato la ragazza, facendola sbattere contro un armadio e causandole la rottura di un dente. Sostiene inoltre di aver invano chiesto aiuto ai servizi sociali e aggiunto che la figlia era stata ricoverata in una clinica psichiatrica, dove le era stato diagnosticato l’ADHD. La 13enne è ora affidata alla nonna.

Il ragazzo, sentito come testimone, ha negato di aver avuto rapporti con la tredicenne e dichiarato che, il giorno in cui erano stati sorpresi sulle scale condominiali, si erano solo abbracciati, senza neanche mai baciarsi. Ha inoltre aggiunto che erano all’esterno dell’appartamento proprio perché la ragazza preferiva non entrare “per via dei suoi genitori”. Il giovane ha aggiunto che il padre della ragazza era molto severo.

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