Trivelle nella riserva naturale? Gli attivisti protestano: “non traditeci”
Attivisti per il clima e giovani socialdemocratici alzano la voce contro il progetto di trivellazione di gas naturale al largo dell’isola di Borkum, nel Mare del Nord. La società One-Dyas intende avviare quest’anno l’estrazione di una quantità compresa tra 4,5 e 13 miliardi di metri cubi di gas nella riserva naturale del Mare di Wadden, un’area riconosciuta come patrimonio UNESCO per la sua importanza ecologica e biodiversità unica.
Friday for Future e JUSO: trivellare in una riserva naturale è incompatibile con una politica climatica progressista
In una lettera indirizzata ai vertici della SPD, tra cui il Cancelliere Olaf Scholz, Luisa Neubauer di Fridays for Future e Philipp Türmer, leader di Juso (l’organizzazione giovanile dell’SPD) chiedono al partito di bloccare l’iniziativa. “È il momento di dimostrare la serietà del vostro impegno climatico”, affermano, ricordando le promesse elettorali di Scholz come “Cancelliere per la protezione del clima”. Gli attivisti sottolineano che l’estrazione di nuovo gas in un’area protetta come il Mare di Wadden sarebbe un tradimento delle promesse fatte agli elettori e un passo indietro nella lotta contro il cambiamento climatico.
Per procedere con il progetto è necessaria l’autorizzazione della Bassa Sassonia, ma anche un accordo tra Germania e Paesi Bassi. Gli attivisti, ora, esortano l’SPD a non sottoscrivere tale accordo, definendo l’estrazione di nuovo gas in un’area protetta “incompatibile” con la pretesa di portare avanti “una politica climatica progressista”. Avvertono che il partito perderebbe ulteriore credibilità se approvasse il progetto, concludendo con un appello: “Non deludeteci”.
A favore solo FDP e CDU
Finora, all’interno del governo, i Verdi si sono opposti fermamente alle trivellazioni, mentre l’FDP le appoggia, sostenendo che l’estrazione di gas naturale sia necessaria per garantire la sicurezza energetica del paese – una posizione condivida dal principale partito di opposizione, la CDU/CSU. Anche all’interno dell’SPD vi sono voci critiche, come quella della portavoce per l’energia Nina Scheer, che ha definito “sbagliata” l’estrazione di nuovo gas a Borkum. Scheer ha sottolineato come questo progetto sia in contraddizione con gli obiettivi climatici della Germania e metta a rischio un’area di straordinaria bellezza naturale e importanza ecologica.
Anche la Ministra dell’Ambiente Steffi Lemke (Verdi) ha espresso la speranza che il progetto non vada avanti, definendo il Mare di Wadden un “gioiello unico” che deve essere protetto. Lemke ha evidenziato come la protezione delle aree naturali sia fondamentale per la conservazione della biodiversità e per la lotta contro il cambiamento climatico. Ha inoltre sottolineato che l’estrazione di gas in un’area protetta potrebbe avere gravi conseguenze per l’ecosistema locale, compromettendo la flora e la fauna che vi abitano.
Scholz, da parte sua, rimane cauto nelle sue dichiarazioni, pur ritenendo “improbabile” che il progetto non si realizzi. Il Cancelliere ha cercato di bilanciare le preoccupazioni ambientali con la necessità di garantire la sicurezza energetica del paese, un tema particolarmente sensibile in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e incertezze sul mercato energetico globale. Va inoltre ricordato che le critiche più aspre mosse retroattivamente ai governi precedenti riguardano proprio il fatto di aver messo la Germania in una posizione di “sudditanza” energetica nei confronti di altre potenze, soprattutto della Russia.