AperturaVivere in Germania

Il Mettigel: una ricetta tedesca incomprensibile per gli italiani

di Emy Serabile

Oggi parliamo di cucina e di shock culturali. E non perché gli italiani debbano sempre e comunque fare gli snob sul cibo (che, per carità, è verissimo), ma perché ogni limite ha una pazienza. Vi siete trasferiti in Germania e avete pensato che il più grande shock culturale potesse essere la lingua, l’abitudine di curare anche l’ebola con le tisane, l’ossessione per il fatto che la sofferenza sia un valore, i voti a scuola che più sono bassi e più sono buoni, la venerazione acritica per Tatort? Sbagliato. Il più grande shock culturale è il Mettigel.

Il Mettigel non ha senso. Rischiate di scoprirlo solo in alcune specifiche occasioni. In primo luogo, se vi legate romanticamente a una persona tedesca che desideri sorprendervi e coinvolgervi nelle tradizioni della sua infanzia. In questo caso, vi tocca abbozzare: come vi sentireste voi, se la vostra dolce metà, provando per la prima volta le Macine inzuppate nel latte, vi dicesse che fanno schifo? Zitti e sorridete. Il secondo caso può essere una festa a casa di qualcuno, specialmente se ci sono dei bambini di mezzo, o qualsiasi contesto sociale che preveda un buffet freddo. Questa cosa dei buffet freddi ai tedeschi piace un casino. E in questo secondo caso, vi potete salvare dicendo che siete:

  1. Vegani
  2. A dieta
  3. Affetti da problemi gravi di reflusso
  4. Vegani con il reflusso a dieta

Che cos’è il Mettigel?

Ma che accidenti è il Mettigel? Questa mostruosità (no, qui non siamo imparziali) che potete vedere nella foto, è considerata una specie di prelibatezza da tutta una combriccola di pervertiti con le papille gustative bruciate male. La foto, peraltro, è generata dall’AI, perché quelle vere erano talmente brutte a vedersi che non me la sono sentita di propinarvele. Almeno questo coso che ho messo qua sopra ha una faccia simpatica. Quelli veri sono, essenzialmente, palle di macinato di maiale crudo, più o meno sgrassato, modellati a forma di riccio e completati con listarelle di cipolla a mo’ di aculei e altri pezzettini di verdura cruda o condimenti per perfezionare l’effetto (grani di pepe oppure olive per gli occhi e il naso e altre amenità del genere. Una volta ne ho visto uno che aveva i baffetti fatti con i chiodi di garofano). Ne volete vedere uno vero? Tiè, eccolo qua ⬇️⬇️⬇️ ditemi voi se è una cosa che si può presentare su una tavola.

Foto: Boris Kumicak + Kai Namslau, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

E niente, questo è il piatto. Carne di maiale cruda, cipolla cruda, su letto di verdure crude tagliate a pezzetti – solitamente sedano e carota. Il sedano e la carota, va detto, sono la parte migliore del piatto. Ogni tanto c’è pure il ravanello crudo, che sa di terra dei vasi da fiori, ma almeno non rischia di farvi venire la salmonella.

Perché i tedeschi mangiano il Mettigel? Non si sa. In realtà non è da tantissimo tempo che si è diffusa la tendenza di modellare questo orrore a forma di riccio (che, in tedesco si dice “Igel”, mentre “Mett” è il macinato di maiale). Si tratta, probabilmente, di una moda degli ultimi 30 anni, più o meno, anche se ci sono tracce di usi “artistici” del Mett dagli anni ’50 in poi. Se ne parla anche in qualche libro di storia della cucina tedesca.

La passione per la carne cruda

Prima ancora del Mettigel, però, è arrivato, come già detto, il Mett. Anticamente, la parola voleva dire semplicemente “carne” e ha, infatti, la stessa radice di “Metzger”, ovvero “macellaio”. Il Mett, di per sé, è carne di maiale cruda, sgrassata, condita e solitamente mangiata sul pane, spesso con aggiunta di cipolla cruda. Che ci crediate o no, può essere anche un piatto da colazione: la soluzione ideale per “affiatarsi” subito con la persona amata, specialmente se la persona amata si protende alla ricerca di un bacio appena sveglia.

Scherzi a parte, a rendere il Mett e il Mettigel scelte gastronomiche incomprensibili per molti di noi italiani non sono tanto il sapore o la consistenza, quanto il fatto che la carne di maiale cruda non si dovrebbe mangiare, perché è piuttosto pericolosa. Più di altre carni, infatti, è a rischio di contenere patogeni pericolosi come Escherichia coli, salmonella e listeria e rischia di essere inadatta al consumo umano già poche ore dopo l’acquisto, specie se lasciata a temperatura ambiente – e ancor più se l’ambiente è caldo.

E uno può anche capirlo il fatto che si rischi la morte per mangiare il sushi di pesce palla, descritto come uno dei massimi piaceri della vita, ma rischiare la salmonellosi per mangiarsi un hamburger crudo, perdonatemi, è completamente al di là dei limiti della mia comprensione. Se i limiti della mia comprensione fossero identificati, che so, dai confini del comune di Salerano sul Lambro, l’atto di rischiare una dissenteria selvaggia per il gusto di mangiarsi il Mettigel si troverebbe all’incirca su Saturno.

Amo la Germania, ma il mio amore ha un limite. E questo limite è un riccio di carne cruda e cipolla

Detto questo: l’ho assaggiato? No. L’ho annusato? Sì. Mi è venuta voglia di assaggiarlo, dopo averlo annusato? Ma neanche per idea, anche perché si sentiva solo l’odore della cipolla cruda e il mio stomaco mi ha minacciato promettendomi un reflusso tale da fondere l’intero Land. Capite bene che questo è un rischio che non posso correre, in un Paese in cui non ti prescrivono gli anti-acidi e ti suggeriscono di curarti l’ulcera con le passeggiate nel parco. Ho scritto un pezzo di dissing sul Mettigel? Sì. Perché? Perché me lo lasciano fare. 

Ma non, sia chiaro, per antipatia verso i tedeschi: io i tedeschi li amo, amo la loro lingua, il loro Eisbein, il gelato a forma di spaghetti e perfino il sanguinaccio. Ma la carne di maiale cruda, con tutto l’affetto del mondo, no. Non ce la posso fare. Non mi sono integrata fino a questo punto.

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