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I giovani Verdi lasciano il partito: “vogliamo fondare un nuovo movimento”

I terremoti raramente si limitano a una scossa sola e quello che ha colpito i Verdi tedeschi non fa eccezione. Dopo le dimissioni dell’intero comitato esecutivo federale, infatti, è arrivata la notizia che anche il comitato esecutivo dell’organizzazione giovanile del partito, la Grüne Jugend (i Giovani Verdi), ha annunciato non solo le proprie dimissioni, ma anche l’intenzione di abbandonare il partito. Le portavoce federali della Grüne Jugend, Svenja Appuhn e Katharina Stolla, insieme all’intero comitato esecutivo di dieci membri, hanno comunicato la loro decisione in una lettera indirizzata all’esecutivo del partito, che è stata poi resa pubblica da diversi quotidiani tedeschi. 

Giovani Verdi in rotta con il partito già da tempo

Questa decisione, a quanto pare, era stata già maturata da molto tempo, ma le dirette interessate hanno ritenuto prudente non comunicarla prima, per evitare di peggiorare la crisi del partito in occasione delle già difficili campagne elettorali legate alle recenti elezioni in Turingia, Sassonia e Brandeburgo.

Nella lettera, le portavoce spiegano che non credono che un semplice rimpasto del direttivo (o, a questo punto, di entrambi i direttivi) possa portare a un riallineamento sostanziale e strategico del partito in linea con i loro interessi, che non sentono più rappresentati. Pertanto, ritengono sia meglio separarsi immediatamente per consentire al partito di ripartire da zero e per ripartire a propria volta.

“Vogliamo fondare una nuova organizzazione decisamente di sinistra”

L’attuale direttivo della Grüne Jugend intende continuare a gestire l’organizzazione in via provvisoria fino al congresso nazionale di ottobre, quando verrà eletto un nuovo comitato esecutivo federale. Successivamente, il gruppo uscente ha intenzione di fondare una “nuova organizzazione giovanile schierata decisamente a sinistra”. La dichiarazione è stata pubblicata sul sito web zeitfuerwasneues2024.de. Tra i membri del gruppo figurano anche l’ex portavoce nazionale Sarah-Lee Heinrich e l’ex direttrice politica Klara Sendelbach.

Il motivo principale delle dimissioni sembra essere una crescente alienazione tra il partito e la sua organizzazione giovanile, con conflitti sempre più acuti su questioni che vanno dall’approvazione del fondo speciale per le forze armate alla disputa sullo sgombero del villaggio Lützerath per far posto a una centrale a carbone, passando per l’inasprimento delle leggi sull’asilo e per le politiche di bilancio del governo. Il gruppo accusa i Verdi di non essere più disposti a farsi portavoce delle classi svantaggiate e a rappresentarne gli interessi contro quelli delle fasce più ricchi e potenti della popolazione, diventando sempre più un partito come tutti gli altri.

“Chi si rifiuta di far pagare i ricchi, farà pagare i cittadini”

“Chiunque si rifiuti di chiedere ai ricchi di pagare finirà per far pagare i cittadini. Lo vediamo soprattutto nella protezione del clima”, si legge nella dichiarazione – perfettamente in linea con quelle che sono le istanze della stragrande maggioranza delle organizzazioni giovanili di sinistra e ambientaliste in tutto il mondo, in questo momento. Inoltre, i rappresentanti dell’organizzazione giovanile dei Verdi criticano il partito per aver sostenuto le misure di inasprimento delle politiche di asilo della coalizione di governo, che la GJ aveva invece chiesto di bloccare.

Il ministro tedesco dell’economia, Robert Habeck. Foto: Michael Brandtner, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Alla conferenza del partito a Karlsruhe, a novembre, la Grüne Jugend ha infatti tentato di far passare una risoluzione che proibisse ai deputati e ai membri del governo dei Verdi di votare a favore di un inasprimento della legge sull’asilo – sia a livello nazionale che europeo. Quello che si considera l’establishment del partito, formato dal vicecancelliere Robert Habeck, dalla Ministra degli Esteri Annalena Baerbock e dalla leader uscente del partito Ricarda Lang, è riuscito a impedire l’approvazione della mozione, ma a fatica.

Lettera all’establishment: “Non siete persone cattive, ma siete diventati come tutti gli altri”

Le reazioni all’interno del partito sono state contrastanti, con alcuni ex leader della Grüne Jugend che hanno espresso incomprensione e rammarico per la decisione, mentre altri, come la politica Renate Künast, hanno definito i vertici dell’organizzazione giovanile del partito “lontani dalla realtà” e interessati a creare un “socialismo di classe”.

La Grüne Jugend, storicamente, ha sempre rappresentato l’ala più radicale e progressista del partito, spingendo per politiche più audaci e riforme strutturali. Tuttavia, con l’aumento della popolarità del partito e la sua crescente influenza politica, le tensioni tra le diverse anime del partito sono diventate sempre più evidenti.

Allo stesso tempo, nella lettera il direttivo uscente dell’organizzazione giovanile mostra comprensione per il fatto che la leadership del partito abbia dovuto scendere a compromessi, una volta giunta al governo. “È importante per noi sottolineare che non pensiamo che siate persone cattive. Siamo convinti che tutti voi abbiate iniziato a fare politica perché eravate preoccupati per la distruzione dell’ambiente e della natura, perché non sopportavate l’ingiustizia sociale e perché volevate promuovere la democrazia e l’unione: è questo che ci ha portato ai Verdi”, si legge nella lettera. Nonostante tale comprensione per il fatto che la politica sia l’arte del compromesso, però, specificano “ce ne andiamo comunque”, per la mancanza di prospettive per un percorso fondamentalmente diverso e perché il dissenso sulle strategie è diventato ormai insanabile.

Nel giro di pochi giorni, un partito che è entrato al governo appena 3 anni fa, con un risultato storicamente positivo, sembra essersi pressoché dissolto.

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